Alla scoperta delle Zone Blu: la longevità in cinque tappe
La docuserie Zone blu: i segreti della longevità si apre con una frase a effetto: “Nessuno vuole pensare alla morte, diventare fragili, perdere la vitalità, chiudere gli occhi per l’ultima volta, ma una cosa è certa: moriremo tutti. La domanda è: quando? Quanti anni riusciremo a ottenere dal nostro corpo? E abbiamo qualche voce in capitolo?”
Nella serie prodotta da Netflix, Dan Buettner, giornalista scientifico del National Geographic, ci porta in un viaggio affascinante attraverso cinque aree del mondo dove le persone vivono più a lungo e, soprattutto, vivono più in salute.
L’espressione “zone blu”, coniata dagli studiosi Gianni Pes e Michel Poulain, si riferisce alle aree in cui è particolarmente frequente incontrare persone ultracentenarie. Buettner ha esplorato a lungo queste zone e, negli ultimi vent’anni, le ha studiate, insieme a scienziati ed esperti, per carpire i segreti della longevità.
“Perché io credo che il punto non sia evitare la morte ma imparare a vivere la vita” spiega Buettner.
Ma cosa sono esattamente le zone blu? E perché chi ci vive gode di una longevità invidiabile?
Cosa sono le zone blu?
Le zone blu sono regioni del mondo dove la popolazione raggiunge età molto avanzate con un’ottima qualità della vita. Queste aree sono distribuite tra:
- Okinawa (Giappone), famosa per la longevità delle donne e l’atteggiamento sereno nei confronti della vita,
- Sardegna (Italia), in particolare nella regione montuosa della Barbagia, con una concentrazione impressionante di uomini centenari,
- Ikaria (Grecia), detta “l’isola dove ci si dimentica di morire”, con una popolazione sana e attiva fino a tarda età,
- Nicoya (Costa Rica), dove il sole, la dieta e la qualità dell’acqua sembrano creare la miscela perfetta per la salute,
- Loma Linda (California, USA), dove una comunità cristiana avventista punta sulla fede e sulla vita salutare.
Nonostante la distanza geografica, queste aree hanno in comune la presenza di un numero elevato di centenari in buona salute ma la docuserie ci mostra come ciascuna zona abbia i suoi tratti distintivi e unici.
Cos’hanno di speciale questi luoghi?
Nella prima tappa, Buettner ci porta a visitare Okinawa, l’isola giapponese nella quale le donne vantano la vita media più lunga del mondo. Ciò è in parte attribuibile alla filosofia di vita chiamata “ikigai”, riassumibile con “avere uno scopo nella vita”. Questo concetto giapponese va oltre l’attività professionale: si estende ai piccoli piaceri quotidiani, come prendersi cura dell’orto o suonare uno strumento ed essere parte di una rete sociale forte.
In aggiunta, la dieta tradizionale è povera di carne e ricca di verdure a foglia verde, tofu e patate dolci, alimenti con potenti proprietà antiossidanti. Gli okinawani hanno anche un approccio misurato al cibo noto come “hara hachi bu”, che significa mangiare fino all’80% della sazietà evitando così obesità e malattie metaboliche.
Per la seconda tappa del suo viaggio Buettner si sposta nella nostra Sardegna, un’isola conosciuta in tutto il mondo non solo per il suo paesaggio mozzafiato ma anche per la presenza di comunità con una sorprendente quantità di uomini centenari. Questo fenomeno fu segnalato per la prima volta nel 1999 a una conferenza internazionale sulla longevità proprio Gianni Pes, il ricercatore e medico dell’Università di Sassari che ha coniato l’espressione “zone blu”.
In Sardegna, lo stile di vita è intrinsecamente legato alla cultura del cibo, della famiglia e della comunità. La dieta tradizionale — ricca di legumi, cereali integrali, verdure, pane carasau e latticini fermentati come il pecorino — è uno dei fattori chiave. Ma, come a Okinawa, altrettanto importante è il supporto sociale: le famiglie sono unite e gli anziani sono rispettati, mantenuti attivi e integrati nella vita di tutti i giorni.
Inoltre, camminare per lunghe distanze è parte integrante della routine quotidiana, soprattutto per chi vive nelle aree rurali. I paesi in cui c’è la concentrazione più alta di centenari sono tutti oltre i 700 metri di altitudine, perciò, gli spostamenti avvengono in salita e in discesa. Questo movimento costante, insieme al grado di pendenza delle strade, sembra contribuire alla salute a lungo termine.
Un’altra isola nella quale le persone sono particolarmente longeve è quella conosciuta come “l’isola dove ci si dimentica di morire”: l’isola di Ikaria, in Grecia.
A Ikaria, come a Okinawa e in Sardegna, la dieta ricca di fibre e carboidrati e povera di grassi saturi sembra farla da padrona. Inoltre, il ritmo di vita è lento, il sonno e la convivialità sono centrali e il rispetto per i ritmi naturali è sacro. Gli ikariani non sentono la pressione di “dover fare tutto subito” e questo atteggiamento rilassato riduce notevolmente il livello di stress.
Lo stesso vale anche per la zona blu di Nicoya, in Costa Rica, dove è fondamentale il concetto di “plan de vida”: avere uno scopo e una connessione spirituale con la natura. La maggior parte degli anziani di Nicoya continua a lavorare nei campi, rimanendo fisicamente attivi e socialmente connessi.
Nell’ultima tappa del suo viaggio attraverso i segreti della longevità, Buettner ci porta in una zona con caratteristiche un po’ diverse rispetto alle altre. La zona blu di Loma Linda, infatti, si trova in California, uno degli stati più popolosi degli Stati Uniti, ed è abitata da una comunità di avventisti del settimo giorno, un movimento religioso cristiano. I suoi membri seguono una dieta vegetariana e hanno uno stile di vita orientato al benessere spirituale.
Qui la fede gioca un ruolo cruciale nel ridurre lo stress e migliorare il loro benessere mentale. Inoltre, le regole religiose impongono l’astinenza da alcool e tabacco contribuendo così a una vita lunga e sana.
Perché si vive così a lungo nelle zone blu?
Secondo gli studi sulle zone blu, la longevità non è solo una questione di genetica ma riguarda principalmente lo stile di vita. Ciò che emerge è che i centenari non cercano di vivere a lungo, ma seguono abitudini che promuovono la salute in modo naturale e spontaneo:
- Dieta sana ed equilibrata: Le diete tradizionali nelle zone blu sono a base vegetale, con un basso apporto di carne e un’abbondanza di carboidrati e alimenti ricchi di antiossidanti;
- Movimento costante e basso grado di sedentarietà: non si tratta di esercizi fisici strutturati o sport ma le persone si muovono regolarmente come parte della loro routine quotidiana, attraverso attività semplici come camminare o coltivare la terra;
- Relazioni sociali forti: in tutte le zone blu, la famiglia e la comunità giocano un ruolo fondamentale nel benessere. L’integrazione sociale riduce lo stress e promuove un invecchiamento più sano;
- Sentirsi utili: avere uno scopo giornaliero è considerato un potente elisir di lunga vita, contribuendo a ridurre lo stress e promuovere il benessere mentale.
Oltre a raccontare luoghi meravigliosi e curiose tradizioni riguardanti lo stile di vita, la docuserie Zone blu è un invito a riflettere su come piccoli cambiamenti possano avere un impatto significativo sulla nostra salute e sulla longevità. Ogni puntata ci mostra che vivere meglio e più a lungo non è un traguardo impossibile ma il risultato di un delicato equilibrio tra corpo, mente e spirito. Nelle comunità delle zone blu, non c’è l’ossessiva aspirazione a vivere più a lungo ma la vita più lunga è la naturale conseguenza di un’esistenza vissuta con consapevolezza e semplicità.