Teorie dell'invecchiamento
Scheda teoria
L’ageismo nell’IA non è soltanto un problema tecnico, ma qualcosa che si dipana a livello di relazioni interpersonali, di discorsi e di immaginario, di progettazione e di politiche. Pertanto si tratta di un’area di studi che dovrebbe coinvolgere in modo collaborativo gerontologi, sociologi, filosofi, avvocati, eticisti, medici, informatici, data scientist e ingegneri.
Lo stereotipo che invecchiare sia sinonimo di decadimento complessivo sembra influenzare l’autostima delle persone anziane e avere effetti negativi sulla loro salute. Anche piccoli cambiamenti nell’atteggiamento culturale delle comunità possono aiutare a comprendere le conseguenze negative degli stereotipi legati all’età e a porvi rimedio.
Al centro di questo modello teorico dei processi di invecchiamento, il Conforto restituito dall’adesione a una fede religiosa sembra essere la parola chiave per perseguire un benessere psico-fisico nella terza età
L’idea di invecchiamento con successo o positivo rappresenta la base di una delle più conosciute teorie dell’invecchiamento, che ha contribuito a mantenere funzionalità, autonomia e migliorare la qualità della vita negli anni.
La teoria SAVI, acronimo che origina dalle iniziali di Strength And Vulnerability Integration, studia l’esperienza emotiva durante l’arco della vita mettendo al centro i concetti di forza e vulnerabilità, e facendoli dialogare fra loro.
La SOC Theory suggerisce che è la capacità autoregolatoria della persona a consentire la massimizzazione dei risultati e la compensazione delle perdite
Secondo la teoria della senescenza cellulare, all’interno della cellula vi è un “orologio biologico”, che segnala di interrompere la replicazione.
Teoria secondo cui l’invecchiamento, a livello cellulare, è dovuto a cambiamenti nell’espressione di alcuni geni dopo il raggiungimento della maturità riproduttiva.
La teoria dell’attività, elabo…
La teoria dei radicali liberi…
La teoria del disimpegno può essere considerata la prima delle teorie dell’invecchiamento nell’ambito della gerontologia sociale. Secondo questa teoria l’invecchiamento comporta naturalmente un progressivo, universale e ubiquo abbandono della vita sociale da parte dell’individuo

Il ruolo della relazione diadica tra caregiver e assistito nella gestione dello scompenso cardiaco
Lo studio analizza la relazione diadica tra paziente e caregiver nello scompenso cardiaco. Un rapporto collaborativo migliora la gestione della malattia, riduce i ricoveri e favorisce il benessere di entrambi. Un approccio condiviso è essenziale per ottimizzare l’assistenza.
Farmaci anticolinergici e decadimento cognitivo: un rischio modificabile
Lo studio MEMORA evidenzia che l’esposizione cumulativa a farmaci anticolinergici e sedativi è associata a un declino cognitivo più rapido negli anziani. La riduzione delle prescrizioni non necessarie potrebbe prevenire il deterioramento cognitivo, ma servono strategie mirate e studi sulla deprescrizione.
Volontariato: un alleato per invecchiare in salute
Lo studio evidenzia che il volontariato è un’attività benefica per gli anziani, migliorando la soddisfazione di vita, l’autostima e la socialità. I benefici emergono nel medio-lungo termine e supportano l’idea che il volontariato possa essere prescritto per favorire un invecchiamento sano.