Il rapporto con il proprio corpo rappresenta per molte persone un problema quotidiano, spesso alla base di comportamenti anomali o ancora più frequentemente fonte di imbarazzo. Soprattutto tra i più giovani non è raro trovare individui che si vergognano per piccoli difetti corporei (evidenti o meno), per qualche chilo in più o per qualche ruga di troppo. Esistono alcune persone, però, le cui alterazioni corporee sono il risultato di interventi chirurgici, malattie sistemiche, eventi traumatici. Di questo gruppo fanno anche parte i pazienti portatori di vari tipi di “stomie”, spesso reduci da interventi oncologici e la cui vita cambia radicalmente dopo la procedura chirurgica. Moltissimi pazienti vivono questa nuova condizione con disagio e imbarazzo, pensando che la presenza di una stomia sul proprio corpo porti inevitabilmente a rinunciare a una vita “normale”. Ma sarà realmente così?
Cos’è una stomia?
Il termine “stomia” (da greco στόμα; bocca, orifizio) è un idioma medico molto generico che indica l’esito di un intervento chirurgico in cui un organo cavo (per esempio l’intestino o la vescica) viene abboccato alla cute, garantendone al contempo il funzionamento mediante appositi presidi. Contrariamente ad altri interventi destruenti (come per esempio una mastectomia), il confezionamento di una stomia comporta un importante cambiamento non solo fisico, bensì anche funzionale. Nella maggior parte dei casi, infatti, gli organi manipolati sono responsabili dell’escrezione di varie sostanze, che dunque non avverrà più tramite le “vie naturali”, ma proprio grazie alla stomia all’interno di appositi sacchetti posti sull’addome del paziente.
Seppur si tratti di una procedura decisamente invasiva, il confezionamento di una stomia è spesso il risultato di un intervento radicale oncologico (per esempio per un tumore della vescica o per un tumore del colon), per malattie infiammatorie invalidanti o pericolose (per esempio per una retto colite ulcerosa), o, più raramente, a causa di un trauma.
Vari tipi di stomie
Le stomie si differenziano in base all’organo interessato.
- Stomie intestinali (colostomia, ileostomia): l’organo abboccato alla cute è l’intestino.
- Urostomie (ureteroileocutaneostomia, ureterocutaneostomia, cistostomia): in questo caso viene abboccato alla cute l’apparato escretore in maniera diretta o tramite l’interposizione di un’ansa intestinale.
Una vita diversa o una vita peggiore?
Indipendentemente dal tipo di intervento subito, il confezionamento di una stomia comporta un cambiamento sostanziale nella quotidianità di un individuo. Purtroppo, però, molti vivono questo cambiamento in maniera negativa, rinunciando a tanti aspetti della propria vita. Non è raro, infatti, trovare pazienti che dicono di aver rinunciato ad andare al mare, alle passeggiate, alle uscite con gli amici perché “si sentono in imbarazzo” nella loro nuova condizione. Ovviamente queste paure, seppur completamente comprensibili, sono infondate: ogni paziente che viene sottoposto al confezionamento di una stomia viene munito dal Sistema Sanitario Nazione di appositi presidi (i famosi sacchetti) appositamente progettati per essere discreti, inodore, comodi e facili da usare. Adeguatamente istruiti i pazienti possono svolgere una vita normalissima: si può andare al mare o in piscina (si, i sacchetti possono essere impermeabili), si può fare sport e si può viaggiare in totale tranquillità.
L’enterostomista
Non si può nascondere, però, il fatto che convivere con una stomia può rappresentare una importante sfida, soprattutto nelle fasi iniziali: si tratta, infatti, di una nuova parte di sé, con la sua cura, i suoi “ritmi quotidiani” (un po’ come farsi la barba ogni giorno) e i suoi problemi. Esistono decine di sacchetti diversi, di materiali differenti, vari prodotti per la cura della stomia e per evitare irritazioni o deiscenze; un dedalo infinito, insomma, in cui è facilissimo perdersi. A ovviare a questo problema ci sono delle figure altamente professionali, appositamente formate proprio per assistere questo tipo di pazienti: gli enterostomisti. Si tratta di figure infermieristiche il cui ruolo è quello di addestrare i pazienti (e i parenti o caregiver) alla gestione quotidiana della stomia, alla pulizia e alla sostituzione dei sacchetti, alla gestione dei problemi cutanei etc. Di solito negli ospedali sono disponibili appositi ambulatori per rispondere a queste esigenze.
L’impatto che una stomia ha sulla vita di una persona e della sua famiglia può sicuramente sembrare devastante, ma in realtà vivere una vita attiva e completa con una stomia è possibile e non comporta sacrifici o rinunce, ma semplicemente una nuova consapevolezza di sé. Spesso il confezionamento di una stomia è il risultato di un intervento radicale oncologico, con il quale si è salvata la vita del paziente, è dunque giusto vivere questa “nuova” vita appieno…una vita diversa, ma non per questo meno appagante.