Il Parkinson è la seconda malattia neurodegenerativa più comune al mondo dopo l’Alzheimer, nonché una delle maggiori cause di disabilità neurologica: colpisce oggi circa sette milioni di persone a livello globale (oltre 300.000 soltanto in Italia) e i numeri sono destinati a crescere ulteriormente negli anni a venire. La malattia di Parkinson si caratterizza per una progressiva riduzione dei neuroni che trasmettono la dopamina, ma soltanto nel momento in cui si perde oltre il 50% di questi neuroni la malattia comincia a manifestare i suoi sintomi.
Nella sua forma classica, l’esordio avviene intorno ai 60 anni, con uno o più dei tre sintomi motori cardine: la bradicinesia, cioè un rallentamento globale e un impaccio nell’esecuzione dei movimenti, il tremore e la rigidità. I sintomi della malattia di Parkinson vengono trattati con farmaci dopaminergici, e l’incremento della dose di farmaci è il più comune approccio contro il peggioramento dei sintomi: tuttavia, i benefici dati dall’aumento della dose sono controbilanciati dagli effetti collaterali provocati da questi, quali discinesie (movimenti involontari), fluttuazioni motorie, confusione e allucinazioni. Queste complicanze motorie, che in genere compaiono qualche anno dopo l’inizio del trattamento con il farmaco levodopa, associate ai sintomi direttamente dipendenti dalla malattia, possono impattare negativamente sulla qualità di vita del paziente e contribuire molto alla sua disabilità globale. Tuttavia, sono stati scoperti alcuni sintomi non motori che possono precedere l’insorgenza di quelli motori di diversi anni – fino a decenni, secondo alcune ricerche – che potrebbero essere un campanello d’allarme quando compaiono tra i 40 e i 60 anni. Questi possono essere racchiusi nell’acronimo S.O.S., ovvero Sonno, Olfatto e Stipsi.
Sonno
Tra i disturbi del sonno uno in particolare ha dimostrato di poter precedere la Malattia di Parkinson: è il cosiddetto “Disturbo comportamentale del sonno REM” (REM Sleep Behavior Disorder o RBD). I disturbi comportamentali del sonno REM possono colpire più della metà degli individui affetti da Parkinson già clinicamente manifesto, ma possono anche precedere il suo esordio. Il “Disturbo comportamentale del sonno REM” è caratterizzato da un’eccessiva attivazione motoria nella fase REM del sonno, con sogni vividi, agitazione, grida, movimenti improvvisi e bruschi come calci o pugni e, di conseguenza, una cattiva qualità del sonno e un’eccessiva sonnolenza diurna.
Olfatto
Un’alterazione della funzione dell’olfatto può precedere l’insorgenza dei sintomi motori del Parkinson di circa cinque anni ed è presente nel 70-90% degli individui affetti dalla malattia. Si può manifestare come una riduzione della capacità di percepire gli odori e di distinguerli tra loro. Nonostante spesso passi inosservato, l’olfatto è fondamentale nella percezione dei diversi sapori dei cibi e delle bevande; in sinergia con il senso del gusto, ci è utile per avvertire diversi pericoli (gas, fuoco, cibo andato a male) e pertanto anch’esso ha un impatto sulla qualità della vita dei parkinsoniani.
Stipsi
Anche la stitichezza è una caratteristica tipica della maggior parte dei soggetti affetti dalla Malattia di Parkinson e anche in questo caso può precedere l’insorgenza della malattia di diversi anni. È stato osservato che il rischio di sviluppare la malattia è inversamente proporzionale al numero di evacuazioni giornaliere, ed è quasi triplicato in chi, malgrado l’uso di lassativi, ha meno di una evacuazione al giorno.
Perché cercare questi sintomi?
Oggi, sebbene ve ne siano diverse in fase di studio, non ci sono ancora terapie in grado di prevenire o curare la Malattia di Parkinson, ma soltanto di migliorarne la sintomatologia. E allora perché è importante riconoscere la malattia prima della sua insorgenza? Individuare elementi che siano in grado di predire l’insorgenza della malattia con una certa probabilità (che non arriverà mai al 100%), prima del sopraggiungere dei sintomi motori cardine, permette ai pazienti di giungere all’attenzione del proprio medico e del neurologo specialista quando ancora il quadro clinico è minimo: è così possibile stilare più rapidamente una corretta diagnosi e avviare precocemente una terapia efficace, migliorando inevitabilmente la qualità della vita.
I disturbi del sonno, e in particolare il Disturbo comportamentale del sonno REM, la riduzione dell’olfatto e la stitichezza sono tutti possibili sintomi premonitori dell’insorgenza del Parkinson, ma se presi in esame singolarmente sono poco sensibili e poco specifici: non sono in grado, cioè, di identificare i soggetti a rischio perché sono sintomi molto diffusi e non necessariamente correlati a questa patologia. Per esempio, stitichezza e scarso senso dell’olfatto sono presenti in circa il 90% dei pazienti parkinsoniani, ma sono anche presenti in buona parte della popolazione mondiale sana. Pertanto la possibilità di individuare i soggetti a elevato rischio di insorgenza della malattia può derivare soltanto dalla combinazione dei singoli sintomi S.O.S. e questo è evidenziato dal fatto che la possibilità di sviluppare la malattia quando sono presenti tutti e tre i sintomi è 10 volte più alta rispetto a quando se ne presentano nessuno, uno o due.