Costruire un mondo in cui i professionisti sanitari possano affinare le loro competenze e affrontare scenari complessi in un ambiente sicuro e controllato, ancor prima di entrare in una stanza d’ospedale reale. Questo è l’obiettivo della simulazione clinica, una tecnica innovativa che sta trasformando l’educazione in ambito sanitario e la sicurezza dei pazienti.
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Michela Bernardini, psicologa e psicoterapeuta che lavora presso SIMNOVA, il centro di simulazione dell’Università del Piemonte Orientale. Il suo ruolo combina attività di formazione e ricerca per i professionisti sanitari, unendo i suoi interessi per la simulazione, la formazione e la salute mentale.
“La simulazione si sta diffondendo sempre più come pratica educativa in ambito sanitario, anche se un po’ in ritardo rispetto ad altri ambiti come l’aviazione civile e militare, e sta ottenendo un significativo riconoscimento: quello di essere uno strumento clinico per la sicurezza del paziente. Uno dei principi cardine della simulazione medica è proprio: ‘mai la prima volta su un paziente! Se vogliamo studiare delle manovre di intervento, o studiare situazioni che capitano di rado nella nostra pratica clinica, è bene farlo con simulatori che su pazienti”, afferma con orgoglio la dottoressa Bernardini. “. Poi continua: “si parla non a caso di simulazione traslazionale”, ovvero si porta nella pratica clinica ciò che si è appreso in situazioni e scenari immersivi, controllati e ricreati appositamente.
La dottoressa ci spiega che la simulazione clinica consiste proprio nella creazione di scenari realistici che rispecchiano la complessità delle situazioni mediche reali. Queste simulazioni permettono ai professionisti sanitari, dagli studenti agli esperti, di esercitarsi nelle procedure, affinare le capacità decisionali e migliorare il lavoro di squadra in un contesto privo di rischi, ma comunque fortemente coinvolgente dal punto di vista emotivo e cognitivo.
La pratica della simulazione clinica al centro SIMNOVA
Date queste potenzialità, il Centro SIMNOVA sta svolgendo molti compiti nel campo della pedagogia medica e rivolge la sua missione educativa a un pubblico ampio: dagli studenti delle discipline mediche e infermieristiche agli specializzandi, dai professionisti in continuo aggiornamento ai bambini e agli studenti delle scuole superiori del territorio.
Grazie alla sinergia con l’Aging Project, SIMNOVA si sta rivolgendo proprio alla cittadinanza novarese, per aiutare concretamente famigliari e caregivers impegnati nell’assistenza agli anziani fragili e ai malati cronici. Nelle molte stanze del Centro, nelle quali gli operatori esperti di SIMNOVA possono simulare qualunque scenario – da una stanza ospedaliera a un interno di un’abitazione – si “addestrano”, per così dire, persone non esperte a fornire assistenza ai propri cari in caso di gravi malattie come l’Alzheimer, insegnando – ad esempio – a come adibire la stanza e il bagno di un malato cronico che ha specifiche esigenze, a come trovarsi preparati in caso di emergenze inaspettate, possibili e frequenti cadute dell’anziano e così via.
Per molto tempo abbiamo associato il concetto di “Simulazione medica” ai contesti di emergenza, ma questa visione è riduttiva, e il Centro di Simulazione di UPO ne è la riprova, dato che all’interno di esso si possono ricreare, anche con l’ausilio di realtà virtuale, i più svariati scenari di intervento e assistenza. Ma non è tutto: la simulazione, sia in medicina che in infermieristica – tiene a sottolineare Michela Bernardini – non significa soltanto affinare e allenare “competenze tecniche”; si tratta anche di comprendere e riconoscere quanto siano importanti il fattore umano e il lavoro di squadra in tutti i contesti sanitari possibili – tra le corsie ospedaliere, nella sala operatoria, negli ambulatori, nella gestione quotidiana del paziente.
La tenace attività di centri di simulazione come SIMNOVA sta allora, come evidenzia la dottoressa Bernardini, nel non tralasciare un aspetto fondamentale del lavoro socio-sanitario, venuto alla ribalta nella crisi pandemica da COVID-19: “prendersi cura di chi si prende cura“.
La sicurezza psicologica come principio cardine della simulazione clinica
Uno dei principi cardine dell’approccio SIMNOVA è il concetto di sicurezza psicologica. “In un centro di simulazione, è accettabile commettere errori” spiega la dottoressa Bernardini. “L’errore non è un problema, ma una preziosa opportunità di apprendimento“. Questa filosofia promuove una cultura di comunicazione aperta e un continuo apprendimento, dove i professionisti sanitari possono sviluppare le loro competenze senza timore di giudizi.
I benefici di questo approccio sono doppi:
- per i pazienti: la simulazione conduce a cure più sicure e alla riduzione degli errori medici. Consente ai professionisti sanitari di esercitarsi e perfezionare le loro competenze, garantendo ai pazienti trattamenti di massima qualità.
- per i professionisti sanitari: la simulazione li prepara meglio, rafforza le capacità decisionali e approfondisce la comprensione delle dinamiche del lavoro di squadra. Offre loro uno spazio sicuro per esercitarsi, commettere errori e imparare, costruendo fiducia e competenza.
La dottoressa Bernardini sottolinea anche l’importanza delle sessioni di debriefing dopo ogni simulazione. Questi momenti offrono un ambiente strutturato per riflettere sulle prestazioni, individuare aree di miglioramento e condividere esperienze. I professionisti sanitari spesso necessitano di queste opportunità di riflessione e feedback, rare nei contesti lavorativi reali.
Da qui, consegue una prospettiva importante per il futuro, che Michela Bernardini ci riassume così: “estendere tale pratica educativa a figure come ingegneri, farmacisti, tecnici di laboratorio, psicologi, peer education tra gli adolescenti… stiamo pensando anche a questo!”
La simulazione clinica non riguarda solo la tecnologia: si tratta di creare una cultura di apprendimento, sicurezza psicologica e supporto per i professionisti sanitari. È importante riconoscere che prendersi cura di chi si prende cura è essenziale per un sistema sanitario prospero e che investire nel benessere e nella formazione dei professionisti sanitari si traduce in cure migliori e più sicure per tutti.
A cura di Emiliano Loria e Leonluca Toro Bonavolontà