Riferimento bibliografico
Zanini M, Catania G, Ripamonti S, et al. The WeanCare nutritional intervention in institutionalized dysphagic older people and its impact on nursing workload and costs: A quasi-experimental study. J Nurs Manag. 2021; 29:2620-2629. https://doi.org/10.1111/jonm.13435
In sintesi
Attraverso uno studio quasi sperimentale è stato introdotto il Wean Care Program, ovvero un intervento nutrizionale a favore di anziani disfagici ospitati presso le residenze socio-sanitarie assistenziali (RSA). Lo scopo di tale studio è stato quello di dimostrare che un miglioramento dello stato nutrizionale degli ospiti disfagici in tali contesti influisce sul carico di lavoro infermieristico e sui costi delle stesse strutture residenziali.
L’intervento ha inoltre comportato un miglioramento significativo della qualità di vita degli anziani residenti in casa di riposo (maggiore autonomia nell’alimentazione e socializzazione).
Il contesto e il punto di partenza
La malnutrizione è un fenomeno spesso riscontrabile nei pazienti anziani residenti in casa di riposo ed è accentuata dalla presenza di più fattori: comorbidità, ridotta attività fisica e deterioramento cognitivo. Il supporto ai pasti da parte degli operatori sanitari nelle strutture residenziali risulta essere veloce e poco attento poiché si ha a disposizione poco tempo.
È stato dimostrato che gli anziani con disfagia residenti in tali contesti siano maggiormente esposti a rischio di malnutrizione in quanto le diete proposte non sempre vengono preparate secondo la giusta consistenza e con adeguati apporti nutritivi. Prevenire la malnutrizione diventa quindi un obiettivo infermieristico e medico poiché uno stato di malnutrizione impatta sullo stato di salute e benessere della persona, sull’aumento delle comorbilità e sull’aumento dei costi delle organizzazioni sanitarie. Diversi studi e linee guida internazionali hanno posto molta attenzione agli aspetti sociali e culturali della vita in una casa di riposo mentre è stata posta scarsa attenzione sugli aspetti sociali e culturali del cibo.
Il Wean Care Program è caratterizzato dall’introduzione di un programma nutrizionale personalizzato in cui i pasti vengono realizzati adattando densità, viscosità, consistenza e finezza al livello di disfagia della persona a partire da prodotti, realizzati seguendo ricette classiche, che vengono condensati, essiccati e confezionati per un uso successivo.
Le caratteristiche dello studio
Lo studio condotto è uno studio quasi sperimentale, multicentrico, longitudinale senza gruppo di controllo. È stato condotto presso dodici case di cura selezionate tramite campionamento di convenienza.
Il campione era costituito da 72 pazienti ricoverati presso tali contesti. Tutti i pazienti sono stati sottoposti al WeanCare Program per 180 giorni, per un totale di 25.920 pasti somministrati. I dati sono stati raccolti per sei mesi, dall’8 gennaio 2018 all’11 marzo 2019.
Durante lo studio, oltre allo stato nutrizionale, sono stati valutati anche parametri antropometrici, biochimici e funzionali per un totale di tre misurazioni nel tempo (T0 = fase iniziale, T1 = dopo tre mesi, T2 = dopo sei mesi).
Per la valutazione della difficoltà con i pasti è stata utilizzata la scala di Edinburgh Feeding Evaluation in Dementia (scala validata a livello internazionale) mentre per valutare lo stato cognitivo è stata utilizzata la MDS Cognitive Performance Scale, per valutare il livello di comorbilità la Cumulatove Illness Rating Scale e per valutare il grado di disfagia la scala Dysphagia Diet Standardization Initiative Framework. Sono stati inclusi tutti i pazienti disfagici presenti nelle strutture con età superiore ai 65 anni, con bassi livelli di comorbilità e la cui dieta fosse compresa tra i livelli 3 e 4 dell’International Dysphagia Diet Standardization Initiative Framework. Sono stati esclusi i pazienti che presentavano alti livelli di comorbilità, instabilità clinica, pazienti oncologici o con grave disfagia e pazienti sottoposti a nutrizione enterale artificiale.
I risultati dello studio
Lo studio ha messo in luce che dopo 6 mesi di WeanCare Program gli ospiti presentavano:
- minor rischio di infezioni e condizioni di salute più stabili;
- mantenimento del peso corporeo e relativo indice di massa corporea:
- maggiore velocità di guarigione delle lesioni da pressione;
- aumento complessivo del consumo di pasti nell’arco della giornata (con conseguente aumento introito idrico e di nutrienti);
- aumento della partecipazione ad attività di socializzazione;
- maggiore autonomia nell’alimentazione (+ 18 %).
Tutto ciò ha comportato:
- riduzione del numero di clisteri evacuativi effettuati ogni mese dal personale infermieristico con conseguente riduzione del tempo dedicato a questi;
- riduzione del tempo dedicato all’assistenza al pasto;
- riduzione dei costi gestionali.
Limiti dello studio
I limiti di questo studio sono rappresentati dalla ridotta dimensione campionaria nonché dal tipo di campionamento che è di convenienza. Altro limite è rappresentato dal tipo di esami diagnostici applicabili ai pazienti a causa dei costi predefiniti delle strutture residenziali.
Sarebbero necessari studi randomizzati e controllati per una maggiore valenza scientifica e statistica dei risultati ottenuti.
Quali le novità
L’introduzione di una dieta personalizzata che ponesse attenzione allo stato nutrizionale dei pazienti ricoverati in casa di riposo ha portato a migliorare le condizioni di salute dei pazienti stessi, il loro grado di autonomia e di socializzazione.
Ha inoltre comportato una miglioria gestionale dovuta ad un conseguente uso più efficiente dell’orario di lavoro degli infermieri nonché ad un risparmio sui costi legato alla riduzione del tempo per l’assistenza e la sorveglianza durante la somministrazione dei pasti e per la minor frequenza di insorgenza di conseguenze legate alla malnutrizione.
Quali le prospettive
Le prospettive future devono essere incentrate sulla ricerca dei benefici di una dieta personalizzata ma deve diffondersi anche una cultura nutrizionale del paziente anziano, soprattutto tra gli organi dirigenziali delle strutture residenziali sanitarie. Diventa quindi necessario porre attenzione ai benefici clinici, umani, sociali ed organizzativi che possono scaturire da un corretto stato nutrizionale dell’ospite.
Sarebbe interessante estendere il WeanCare a tutti gli ospiti, personalizzando le diete a seconda dei gusti personali, del livello di autonomia e degli eventuali disturbi comportamentali della persona, non considerando solo le patologie da cui è affetta.
In tal senso risulta fondamentale il coinvolgimento del personale sanitario operante nelle case di riposo attraverso la formazione e l’educazione nutrizionale dell’anziano al fine di sviluppare un atteggiamento positivo e propositivo rispetto all’introduzione di novità clinico/gestionali.
A cura di:
Greta Barettoni, Elena Garzola , Chiara Gallione