Riferimento bibliografico

Treatment of Hypertension, A Review. Robert M. Carey, MD; Andrew E. Moran, MD; Paul K. Whelton, MB, MD, MSc; JAMA, November 8, 2022; Vol 328, Number 18.

In sintesi

Questa review si pone come obiettivo quello di sintetizzare le evidenze più recenti riguardo il trattamento dell’ipertensione arteriosa con particolare enfasi sulle linee guida (LG) dell’American College of Cardiology (ACC)/American Heart Association (AHA) del 2017.

Contesto

Circa due milioni di persone nel mondo sono affette da ipertensione (116 milioni negli USA, cioè il 44-49% degli adulti), condizione clinica associata ad aumento di incidenza degli eventi cardiovascolari (malattia coronarica, scompenso cardiaco, stroke) e ad aumento di mortalità. Le linee guida ACC/AHA 2017 definiscono come “iperteso un paziente con pressione sistolica (SBP) di almeno 130 mmHg o pressione diastolica (DBP) di almeno 80 mmHg, o sottoposto ad un trattamento con farmaci antipertensivi conosciuto. Nonostante i noti rischi associati a tale entità clinica e l’evidenza dei benefici correlati alla terapia antipertensiva, un’analisi di dati del National Health Nutrition Examination Survey (NHANES), rappresentante la popolazione ipertesa statunitense nel 2017-2018, stima che solo il 43.7% dei soggetti ha una SBP/DBP controllata al di sotto di 140/90 mmHg (vs 53.8% nel 2013-2014 e 48.5% nel 2013-2014).

Caratteristiche dello studio

457 studi pubblicati in lingua inglese su PubMed tra Gennaio 2018 e Settembre 2022 dopo l’uscita delle LG ACC/AHA 2017, 45 sono stati analizzati per la realizzazione di questa review (18 studi randomizzati, 15 meta-analisi, 2 studi osservazionali, 6 studi trasversali e 4 dichiarazioni scientifiche).

Risultati

Le modifiche dello stile di vita sono la prima linea di trattamento per l’ipertensione, queste comprendono: calo ponderale, dieta sana con basso contenuto di sodio e alto apporto di potassio (dieta Mediterranea o dieta DASH [Dietary Approches to Stop Hypertension]), attività fisica, moderazione/eliminazione del consumo di alcol. Ognuno di questi accorgimenti può ridurre la media di SBP di circa 5 mmHg negli adulti ipertesi. I singoli componenti di uno stile di vita sano sono parzialmente additivi e migliorano l’efficacia della terapia farmacologica.

Gli stadi della malattia ipertensiva identificati dalle LG ACC/AHA (normal blood pressure – stage 1 hypertension – stage 2 hypertension) e il rischio di malattia cardiovascolare calcolato per ogni paziente guidano la decisione di avviare la terapia farmacologica. Tra i farmaci di prima linea: diuretici tiazidici, ACE-inibitori, bloccanti il recettore dell’angiotensina (ARB), calcio antagonisti; questi devono essere titolati sulla base delle misurazioni della pressione arteriosa in office e out of office al fine di raggiungere il target pressorio < di 130/80 mmHg per adulti sotto i 65 anni e una SBP < di 130 mmHg per gli adulti con 65 anni di età o di più. Studi clinici randomizzati hanno dimostrato che la riduzione della pressione arteriosa con terapia farmacologica antipertensiva riduce il rischio cardiovascolare e la mortalità (una riduzione di SPB di 10 mmHg riduce il rischio di eventi cardiovascolari di circa 20-30%). Dopo l’inizio della terapia farmacologica sono indicati controlli clinici a distanza di un mese fino al raggiungimento di livelli pressori target senza o con minima presenza di effetti collaterali, si passa poi ad un intervallo di tre mesi e, infine, di sei. L’utilizzo di combinazioni di più principi attivi in singola compressa aumenta l’aderenza alla terapia e facilita il raggiungimento dell’obiettivo terapeutico.

Limiti dello studio

Gli articoli selezionati sono solo in lingua inglese, è possibile che sia stata persa qualche pubblicazione importante, non tutti gli aspetti del trattamento ipertensivo sono stati trattati. Inoltre, alcuni estratti dalla letteratura consistono in opinioni di esperti.

Quali le prospettive

Le opzioni terapeutiche di cui disponiamo oggi per trattare l’ipertensione sono molteplici ma sono ancora molti i traguardi da raggiungere, tra cui il più importante e difficile rimane la scarsa aderenza terapeutica. Quest’ultima può essere affrontata con strategie come la polipillola, un team di professionisti sanitari coordinato dal medico in grado di contattare il paziente e guidarlo nel follow up, il controllo dei tempi di prescrizione del farmaco da parte delle farmacie.

A cura di Caterina Diana


Iscriviti alla Newsletter

* Richiesti
Scegli la newsletter
Consenso all’utilizzo dei dati

Aging Project userà le informazioni che fornisci al solo scopo di inviarti la newsletter richiesta.

Puoi annullare l'iscrizione in qualsiasi momento cliccando sul link che trovi nel footer dell'email. Per informazioni sulla Privacy Policy clicca qui.

Cliccando su "Acconsenti", accetti anche che le tue informazioni saiano trasferite a Mailchimp per l'elaborazione. Ulteriori informazioni sulle privacy di Mailchimp qui