Riferimento bibliografico
Hadanny A, Daniel-Kotovsky M, Suzin G, Boussi-Gross R, Catalogna M, Dagan K, Hachmo Y, Abu Hamed R, Sasson E, Fishlev G, Lang E, Polak N, Doenyas K, Friedman M, Tal S, Zemel Y, Bechor Y, Efrati S. Cognitive enhancement of healthy older adults using hyperbaric oxygen: a randomized controlled trial. Aging (Albany NY). 2020 Jun 26;12(13):13740-13761. doi: 10.18632/aging.103571. Epub 2020 Jun 26. PMID: 32589613; PMCID: PMC7377835.
In sintesi
Per molte persone invecchiare implica un calo della memoria soggettivo. Infatti, molti anziani lamentano di non ricordarsi più i compiti da fare, e pertanto sono preoccupati di ulteriori declini delle proprie abilità cognitive. Per questi motivi molte ricerche sono state effettuate riguardo interventi farmacologici e non farmacologici per rallentare, arrestare oppure addirittura invertire il processo di declino cognitivo nell’anziano. In breve, nessun intervento farmacologico si è rivelato per il momento efficace e pochi sono gli interventi non farmacologici che hanno dimostrato qualche risultato, ad ogni modo di lieve entità.
I ricercatori del Shamir Medical Center in Israele hanno effettuato uno studio randomizzato e controllato (RCT) tra il 2016 e il 2020 arruolando 63 adulti sani over 64. L’obiettivo dello studio era valutare l’efficacia della terapia iperbarica nel migliorare le capacità cognitive. I risultati dello studio evidenziano un miglioramento significativo sia del livello cognitivo (in particolare riguardo l’attenzione e la velocità di elaborazione delle informazioni) sia del flusso ematico cerebrale in specifiche zone (soprattutto frontali e parietali).
Questi risultati, pur essendo eseguiti su di un piccolo campione, incoraggiano l’applicazione pratica della terapia iperbarica negli anziani nel migliorare il livello cognitivo. Inoltre, essi aggiungono evidenze agli studi che analizzano la relazione tra flusso ematico e funzione cerebrale. Questa relazione rappresenta la base teorica di partenza per ideare ulteriori interventi al fine di preservare o migliorare l’apporto ematico cerebrale nell’anziano.
Il contesto e il punto di partenza
Più della metà delle persone di età superiore a 60 riferisce preoccupazione sull’andamento delle proprie abilità cognitive. Infatti, è scientificamente provato come il normale processo di invecchiamento comprometta, anche se solitamente in modo lieve, alcune funzioni cerebrali. Più precisamente, invecchiare riduce le funzionalità fluide come il ragionamento concettuale, la velocità di elaborazione delle informazioni, l’attenzione e la memoria dichiarativa. Al contrario, le abilità cristallizzate come la memoria non dichiarativa (ad esempio la dimensione del vocabolario o la memoria procedurale di piccoli gesti) e la conoscenza generale vengono compromesse in minore entità. I meccanismi attraverso cui si esplica questo declino non sono ancora pienamente compresi. Tuttavia, riduzioni di flusso sanguigno cerebrale in specifiche regioni sono associate ad una funzione cognitiva compromessa.
Per questi motivi, sempre più studi vengono condotti su possibili interventi per rallentare o arrestare il declino cognitivo correlato al processo di invecchiamento. Gli interventi farmaceutici finora proposti (ad esempio ormonali o antiipertensivi) però non hanno dimostrato alcun beneficio, mentre risultati promettenti sono riportati per gli interventi riguardo modifica dello stile di vita, in particolar modo attraverso l’esercizio fisico (soprattutto aerobico, che migliorerebbe l’apporto ematico cerebrale) e la dieta mediterranea.
Nel contesto di questi interventi un gruppo di ricercatori ha condotto uno studio sull’effetto dell’utilizzo della terapia iperbarica nel miglioramento delle abilità cognitive nell’anziano. Gli esiti sono stati misurati sia con test cognitivi (computerizzati e tradizionali) sia tramite l’analisi del flusso sanguigno cerebrale. Dai risultati che ne derivano sarà possibile valutare proposte per un utilizzo pratico della terapia iperbarica nell’anziano.
Le caratteristiche dello studio
Lo studio è stato strutturato come studio randomizzato controllato (RCT) ed ha coinvolto 63 soggetti adulti sani di età maggiore di 64 anni. I partecipanti assegnati al gruppo di trattamento sono stati sottoposti a terapia iperbarica (gruppo HBOT, n=33) mentre il gruppo di controllo (n=30) non ha ricevuto alcun intervento attivo. In un primo momento i ricercatori hanno rilevato in entrambi i gruppi il flusso ematico cerebrale con risonanza magnetica e le capacità cognitive mediante sistema computerizzato Neurotrax, sistema computerizzato CANTAB e test tradizionali. In seguito, il gruppo HBOT è stato sottoposto per 3 mesi a 60 sedute di terapia iperbarica (100 % ossigeno a 2 atmosfere per 90 minuti). Ad una settimana dal termine del trattamento la risonanza magnetica ed i test cognitivi sono stati ripetuti e le differenze pre- e post-intervento sono state analizzate, confrontandole con quelle rilevate nel gruppo di controllo.
I risultati ottenuti
Rispetto al gruppo di controllo, nel gruppo di anziani trattati con terapia iperbarica le funzioni cognitive generali sono migliorate (net effect size= 0,85) , soprattutto per gli aspetti di attenzione (net effect size=0,75) e di velocità di elaborazione delle informazioni (net effect size=0,79). Il flusso sanguigno cerebrale nel gruppo trattato rispetto al gruppo di controllo è aumentato nelle seguenti zone: giro frontale destro supero-mediale, area motoria supplementare destra e sinistra, giro frontale medio destro e sinistro, giro frontale sinistro superiore e giro parietale superiore destro. Questi risultati sono tutti statisticamente significativi.
Limiti dello studio
I risultati sono derivati da un campione piccolo: sebbene promettenti, saranno necessari studi di maggiori dimensioni per confermarli. Inoltre, sebbene sia stato applicato il mascheramento ai medici valutatori, i pazienti erano consci di essere assegnati al gruppo di controllo o di intervento. Infine, lo studio è stato condotto su persone sane, pertanto i risultati non sono generalizzabili a persone già affette da demenza o altre condizioni compromettenti lo stato cognitivo.
Quali le novità e le prospettive
Questo studio apre le porte all’implementazione della terapia iperbarica nella prevenzione del declino cognitivo dell’anziano. Inoltre, aggiungendo evidenze alla relazione flusso-funzione cerebrale, fornisce le basi teoriche per ideare qualunque intervento in grado di migliorare il flusso ematico cerebrale nel contrasto al declino cognitivo.
Ulteriori studi sono necessari per confermare questi risultati, auspicabilmente con molti più individui reclutati e multicentrici. In aggiunta, non sono ancora disponibili analisi del rapporto costo-efficacia. Tuttavia, tenendo in considerazione gli scarsi effetti collaterali della terapia iperbarica, sulla base di queste evidenze il medico potrebbe proporre questa terapia contro il declino cognitivo nell’anziano.
A cura di Matteo Ratti e Riccardo Rescinito
Medici in formazione specialistica in Igiene e Medicina Preventiva
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