Riferimento bibliografico

Caprara G. Mediterranean-Type Dietary Pattern and Physical Activity: The Winning Combination to Counteract the Rising Burden of Non-Communicable Diseases (NCDs). Nutrients. 2021 Jan 28;13(2):429.

In sintesi

Le malattie non trasmissibili (NCDs), tra cui il diabete di tipo 2, i tumori, le malattie respiratorie croniche e le malattie cardiovascolari, rappresentano la causa di circa il 70% dei decessi complessivi. Queste patologie sono spesso correlate al progredire dell’anzianità e hanno infatti una prevalenza in aumento in relazione al progressivo invecchiamento della popolazione.
Da tempo è noto che un’alimentazione equilibrata e una regolare attività fisica possono giocare un ruolo preventivo in questo campo.

Una recente revisione della letteratura ha passato in rassegna quanto è emerso dagli studi più recenti per valutare il ruolo dell’attività fisica e dell’alimentazione nel contrastare lo sviluppo di queste malattie con l’obiettivo di prevenzione, per ridurne la prevalenza e l’impatto sulla spesa sanitaria.

Il contesto e il punto di partenza

Ogni anno si rileva che la percentuale di morti causate da NCDs è rispettivamente del 31 % per le patologie cardiovascolari, del 16 % per le neoplasie, del 7 % per le malattie respiratorie e del 3 % per il diabete.
Nonostante da anni gli esperti del settore consiglino di attuare uno stile di vita sano, in particolare per quanto riguarda l’alimentazione e l’attività fisica, i dati relativi alla prevalenza delle malattie non trasmissibili non mostrano una particolare adesione della popolazione a questa raccomandazione.
Questo potrebbe essere dovuto a diversi fattori:
– mancata consapevolezza dell’importanza dello stile di vita per la salute;
– aspetto socio-economico (il cibo poco sano è, spesso già pronto e meno costoso rispetto ad alimenti sani, che necessitano di maggiore elaborazione e costano di più );
– scarsità di di campagne informative coerenti sul corretto stile di vita e sull’alimentazione sana da seguire;.
– scarso dialogo tra i clinici dei diversi settori;
– scarsa formazione in ambito nutrizionale dei clinici di altri settori specialistici.
Le malattie non trasmissibili hanno diversi fattori di rischio in comune, tra cui il fumo, l’abuso di alcool, un’alimentazione poco sana e l’inattività fisica. Risulta quindi importante intervenire su questi fattori per diminuire la prevalenza a lungo termine di esiti negativi sulla salute.
Questo articolo ha voluto fare il punto sui possibili effetti della dieta mediterranea e dell’attività fisica sulla salute in base agli studi più recenti.

Le caratteristiche dello studio

In considerazione del fatto che molti degli effetti sulla salute derivanti dall’attività fisica sono simili a quelli registrati attraverso l’adozione di un’alimentazione legata al modello della dieta mediterranea (ricca di alimenti di provenienza vegetale, con ridotto apporto di alimenti di provenienza animale, in particolare con riduzione della carne e privilegiando il pesce, con preferenza per grassi insaturi e cereali integrali) , questa revisione ha analizzato entrambi gli aspetti.
Lo studio ha esaminato diversi recenti lavori scientifici che hanno mostrato un impatto positivo della dieta mediterranea e dell’attività fisica sulla salute, confermando quindi l’importanza dello stile di vita nella prevenzione delle NCDs.

I risultati ottenuti

Da questa revisione è emerso che una dieta di tipo mediterranea associata ad un’adeguata attività fisica può prevenire e controllare efficacemente l’insorgenza delle principali NCDs e ridurre la mortalità generale.
Nello specifico l’alimentazione mediterranea e il movimento giocano un ruolo primario nel prevenire le patologie cardiovascolari, anche nel periodo riabilitativo dopo eventi cardiovascolari acuti. Una prima motivazione potrebbe originare dalle proprietà anti-aterogene di diversi alimenti presenti nella dieta mediterranea (pesce, frutta, olio di oliva). In secondo luogo per la riduzione dei valori lipidici sierici e dei range pressori legata all’attività fisica.
Per quanto riguarda le neoplasie è confermato che la dieta mediterranea e l’attività fisica agiscono nel prevenire la comparsa di neoplasie dell’endometrio, del colon-retto e della mammella.
Inoltre, è stato dimostrato che alimentazione sana e attività fisica diminuiscono l’incidenza di diabete tipo 2, patologie neurodegenerative, sovrappeso e obesità, oltre ad avere un ruolo protettivo su ossa e muscoli e a intervenire nel normale meccanismo dell’invecchiamento.
Infine, è emerso un ruolo dell’alimentazione e del movimento sulla composizione del microbiota intestinale, sui pathway flogistici e sulle caratteristiche epigenetiche del DNA.

Limiti dello studio

L’articolo ha preso in esame principalmente l’alimentazione mediterranea, che è quella per cui sono presenti dati maggiormente rilevanti in letteratura; questo non toglie però che in futuro possano essere condotti ulteriori studi su altri tipi di dieta, con risultati altrettanto positivi.
Inoltre, la revisione in esame non si focalizza sui meccanismi biologici e fisiologici in grado di spiegare come specifici interventi sulla nutrizione e sull’attività fisica possano consentire alle persone di vivere una vita più lunga e più sana, per cui sono necessari ulteriori indagini per meglio analizzare questi aspetti.

Quale la novità

Modificare lo stile di vita è rilevante per la salute dell’individuo, preferibilmente in modo progressivo nel tempo, per evitare che il fattore stressante derivante da queste modifiche aumenti il rischio di abbandono del percorso.
Durante i pasti è raccomandato di non eccedere nelle quantità e nella frequenza di assunzione di alimenti grassi, carni rosse, alimenti già pronti e zuccheri; risulta invece importante optare per frutta, legumi, frutta a guscio, verdura, pesce e cereali integrali.
Il cosiddetto “Piatto del Mangiar Sano” della Harvard School of Public Health è un mezzo utile che il paziente può utilizzare che illustra come dovrebbe essere composto ogni pasto secondo un’alimentazione sana: metà frutta e verdura (patate escluse); un quarto cereali integrali; un quarto proteine (variando tra pesce, pollame, legumi e noci, limitando carne rossa ed evitando carni trasformate); preferire oli vegetali sani .
Infine, risulta fondamentale che ogni persona individui un’attività fisica a piacimento ed applichi giornalmente qualsiasi tipo di movimento preferisca (passeggiate, pedalate…) evitando la sedentarietà.

Quali le prospettive

Affinché i dati confermati dai diversi studi posti in esame nella revisione portino a un beneficio effettivo per la salute della popolazione è essenziale trasmettere in maniera semplice e chiara i principi basilari dell’alimentazione mediterranea e dell’importanza dell’attività fisica. Per fare ciò un ruolo cruciale può essere assunto dal medico di medicina generale, in virtù del rapporto confidenziale e di fiducia che ha con il paziente.
Ulteriori studi potrebbero essere condotti per meglio definire quali campagne di prevenzione risultano maggiormente efficaci rispetto ad altre, ottenendo quindi un impatto sia sulla salute delle persone che sulla spesa economico-sanitaria.

A cura di Federico Latini


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