Riferimento bibliografico

Kumar Gourav Sharma, Ashok Kumar Gupta, “Efficacy and Comparison of Vestibular Rehabilitation Exercises on Quality of Life in Patients with Vestibular Disorders” 2020, Indian J Otolaryngol Head Neck Surg, 72(4):474-479

In sintesi

Numerose disfunzioni vestibolari sfociano nel disabilitante sintomo della vertigine. Come rimedio, la terapia farmacologica non è sempre efficace. La riabilitazione vestibolare, invece, per quanto ancora scarsamente praticata, sembra offrire una validata efficacia, soprattutto se eseguita con esercizi combinati (ossia comprendenti strategie di adattamento, abitudine e sostituzione).

Il contesto e il punto di partenza

La vertigine si definisce come la sensazione di rotazione del proprio corpo o dell’ambiente circostante intorno al proprio corpo. È comune a diverse patologie prevalentemente di pertinenza otorinolaringoiatrica e rappresenta un sintomo altamente disabilitante. I pazienti che ne soffrono, infatti, lamentano una qualità di vita compromessa in modo consistente.

La riabilitazione vestibolare offre protocolli volti a ridurre il disequilibrio e le sue conseguenze. Intorno al 1944, Cawthorne e Cooksey elaborarono un protocollo di riabilitazione vestibolare che è ancora ad oggi il più usato. Esso è composto da esercizi di adattamento, abitudine e sostituzione.

La strategia di adattamento mira alla ricalibrazione dei meccanismi deficitari. Le tecniche di abitudine sono volte a indurre l’abitudine allo stato patologico attraverso ripetute esposizioni allo stimolo stesso. Attraverso, invece, la sostituzione si allenano strategie alternative in grado di vicariare la funzione persa.

Caratteristiche dello studio

Lo studio include 120 pazienti con sintomatologia vertiginosa riferibile ai seguenti disordini: neurinoma acustico, neurite vestibolare, labirintite, malattia di Menière, vestibolopatie, ipoacusia improvvisa e ototossicità.
I partecipanti sono stati randomizzati in 4 gruppi da 30 persone: al primo sono stati assegnati esercizi di adattamento, al secondo di abitudine, al terzo di sostituzione e al quarto esercizi combinati tra i tre precedenti.
Per le valutazioni è stata usata la scala VAP (Vestibular Activities and Partecipation), al cui interno sono valorizzati ambiti quali l’attenzione, la routine quotidiana, gli spostamenti, il lavoro, la ricreazione e la socialità.
È stato effettuato in primis un confronto tra la VAP pre-riabilitazione (t0) e post-riabilitazione (dopo 15 giorni di esercizi). In secondo luogo, si è fatto un confronto tra i quattro gruppi corrispondenti a quattro diversi tipi di esercizi, per individuare il metodo più efficace.

I risultati ottenuti

In tutti e quattro i gruppi la VAP post- riabilitazione è migliorata significativamente rispetto alla VAP del t0. Tra i quattro gruppi, inoltre, il metodo più efficace appare quello combinato, dove si è registrato l’incremento massimo alla scala VAP.

Quale la novità

Questo paper conferma con forza l’efficacia della riabilitazione vestibolare nel ridurre i sintomi della vertigine. In aggiunta, tramite un confronto tra diverse strategie riabilitative, si propone il trattamento con esercizi combinati come il più efficace al raggiungimento di tale scopo.

Quali le prospettive

La riabilitazione vestibolare andrebbe implementata e offerta a tutti i pazienti con problematiche vertiginose, vista non solo l’efficacia, ma anche l’elevato profilo di sicurezza e la semplicità di esecuzione (non necessita di apparecchiature sofisticate o costose).

A cura di Alessio Baricich e Daria Cuneo


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