Riferimento bibliografico
Close JCT, Lord SR. Fall prevention in older people: past, present and future, Age and Ageing 2022; 51: 1–5.
In sintesi
Nel 2022, Age and Aging ha voluto celebrare il cinquantesimo anniversario della rivista pubblicando in un Commentary una sintesi dei risultati della ricerca in tema di prevenzione delle cadute. Ha inoltre dato suggerimenti importanti per le ricerche future.
Il contesto e il punto di partenza
Nel secolo scorso per molti decenni le cadute nell’anziano sono state considerate una naturale conseguenza dell’invecchiamento. Per questo motivo le cause e la frequenza di questo fenomeno non sono state studiate in maniera sistematica. Solo dopo la metà degli anni Settanta sono state individuate da uno studio le principali cause di caduta tra soggetti con più di 65 anni di entrambi i generi, che sono risultate essere: l’inciampare, le vertigini, la perdita di equilibrio, i mancamenti.
Da allora sono stati pubblicati molti studi volti a individuare inizialmente i fattori di rischio per le cadute e in secondo luogo le strategie per la loro prevenzione in diverse popolazioni e in diversi contesti.
Le caratteristiche dello studio
Close e Lord nella loro sintesi hanno identificato i fattori di rischio attraverso una revisione sia degli studi retrospettivi condotti tra il 1977 e il 1988 da autorevoli geriatri, sia degli studi prospettici successivi, caratterizzati dal follow up delle cadute nei campioni più rappresentativi. Successivamente, gli autori hanno descritto gli interventi supportati dall’evidenza scientifica per la prevenzione delle cadute attraverso l’analisi dei risultati degli studi clinici randomizzati, a partire da quello pubblicato nel 1994 da Tinetti e coll.
I risultati ottenuti
FATTORI DI RISCHIO La sintesi della letteratura proveniente da studi di buona qualità mostra una elevata correlazione tra il rischio di caduta e fattori psicosociali e demografici (età avanzata, etnia, storia di cadute precedenti, disturbi del sonno, limitazione nelle attività della vita quotidiana), condizioni mediche (stroke, malattia di Parkinson, demenza, depressione), assunzione di farmaci (farmaci psicoattivi, assunzione di più di 4 farmaci), fattori legati all’equilibrio e alla mobilità (compromissione della stabilità nello sporgersi con il tronco e nel raggiungere oggetti, risposte inadeguate alle sollecitazioni esterne, rallentamenti volontari del cammino, compromissione della mobilità e della deambulazione, ridotta capacità di alzarsi in piedi e nei trasferimenti), fattori sensoriali e neuromuscolari (ridotta sensibilità al contrasto visivo, ridotta sensibilità periferica, debolezza muscolare), fattori psicologici (compromissione delle funzioni esecutive, riduzione della velocità di elaborazione, paura di cadere). Fattori di rischio supportati da evidenze più limitate comprendono il genere femminile, il vivere da soli, l’inattività, l’utilizzo di ausili per il cammino, lesioni della sostanza bianca, l’incontinenza, la presenza di una malattia acuta, l’artrite, problemi ai piedi, vertigini, assunzione di farmaci oppiacei, compromissione della stabilità in ortostatismo, povera acuità visiva e riduzione del campo visivo, compromissione dell’attenzione selettiva e ansia.
INTERVENTI PER LA PREVENZIONE DELLE CADUTE I primi trial clinici sull’efficacia degli interventi di prevenzione del rischio di caduta risalgono agli anni Novanta. L’identificazione tempestiva dei fattori di rischio di caduta e la successiva implementazione di interventi individualizzati hanno dimostrato una buona efficacia nel ridurre le cadute sia nei soggetti anziani che vivono in comunità, sia nei pazienti afferenti a reparti di emergenza a seguito di una caduta.
Revisioni sistematiche hanno dimostrato che gli interventi basati sull’esercizio fisico possono essere efficaci se producono un miglioramento dell’equilibrio e vengono somministrati in quantità adeguata. L’esercizio è efficace se svolto in maniera abituale e continuativa dai pazienti e per molti anziani l’attività fisica dovrebbe essere svolta fuori dal contesto ospedaliero. I soggetti con limitazioni fisiche e cognitive importanti potrebbero necessitare di interventi più intensi e sotto supervisione. Negli ultimi dieci anni, col supporto delle nuove tecnologie, gli studi si sono concentrati sui possibili interventi di prevenzione delle cadute, facendo leva sui fattori di rischio modificabili individuati precedentemente. Alcuni dispositivi indossabili connessi agli smartphone moderni hanno dimostrato di poter essere utilizzati per monitorare a lungo termine l’attività svolta dai soggetti anziani in casa. Tuttavia, i dispositivi indossabili attualmente disponibili per individuare le cadute non hanno dimostrato sufficiente affidabilità. Gli studi fino ad ora condotti su questi strumenti hanno coinvolto campioni piccoli di popolazione e non hanno studiato la validità all’esterno. I videogiochi interattivi basati sull’esercizio (exergames) combinano il movimento al divertimento e forniscono un feedback sulla performance del giocatore. Secondo una recente revisione possono migliorare le performance fisiche e cognitive dei soggetti. Un recente trial clinico randomizzato ha dimostrato che la tecnologia dei tablet iPad può essere efficace nel somministrare un programma di esercizi da remoto per la prevenzione delle cadute negli anziani (E-health Standing-Tall balance exercise).
Limiti dello studio
Molti dei trials condotti sul rischio di caduta e sugli interventi per la prevenzione delle cadute nel soggetto anziano non hanno goduto di adeguati investimenti in termini di tempo e di finanziamenti e anche gli investimenti per l’implementazione e la crescita degli interventi di prevenzione sono stati insufficienti. Dove gli interventi sono stati applicati si sono verificati problemi di adesione e una tendenza a modificare l’intervento a seconda delle risorse disponibili piuttosto che in base alle indicazioni scientifiche. Molti degli studi sono stati fatti in Paesi ad alto reddito dove i sistemi sanitari sono ben sviluppati.
Quali le novità
Probabilmente i più importanti principi che sono alla base della prevenzione delle cadute, come l’esercizio, saranno applicati nei diversi Paesi, tuttavia, da questa sintesi emerge che la progettazione e l’erogazione di programmi di prevenzione delle cadute nell’anziano dovranno essere perfezionate, per garantire che i programmi siano appropriati e sostenibili in contesti diversi.
Quali le prospettive
La sfida per i ricercatori nel prossimo futuro sarà di stabilire quale approccio possa essere implementato con maggiore successo in contesti diversi, anche attraverso l’aiuto delle tecnologie moderne. Attualmente, solo una piccola percentuale di persone anziane che vivono in comunità partecipa regolarmente ai tipi di esercizio individuati per prevenire le cadute. Le strategie per affrontare questo importante divario nell’implementazione possono includere diversi aspetti: professionisti della salute che incoraggiano i loro pazienti a essere più attivi, sistemi per supportare gli operatori sanitari a indirizzare i pazienti verso adeguate opportunità di esercizio nella comunità e supporto da parte delle organizzazioni della comunità nel fornire adeguate opportunità di esercizio. È urgente, inoltre, implementare interventi di prevenzione delle cadute in linea con la fragilità e prevenire la perdita della stabilità anche in contesti a basso e medio reddito.
A cura di Elisabetta Bravini e Carmela Rinaldi