Riferimento bibliografico

Shelbie G. Turner, Karen Hooker. Are Thoughts About the Future Associated With Perceptions in the Present?: Optimism, Possible Selves, and Self-Perceptions of AgingThe International Journal of Aging and Human Development, 2020; 009141502098188 DOI: 10.1177/0091415020981883

In sintesi

È noto che le percezioni interne sul proprio invecchiamento (self-perception of aging, SPA) influenzano molti outcome di salute (eventi cardiovascolari, memoria, ospedalizzazioni e anche la mortalità): che cosa plasma le SPA?
Questo studio ha indagato due fattori che potrebbero influenzare le nostre autopercezioni sull’invecchiamento: l’autoefficacia rispetto ai possibili sé futuri (la percezione di essere in grado di diventare la persona che vuoi essere in futuro) e l’ottimismo come tratto di personalità.
Ne è risultato che entrambi questi aspetti svolgono un ruolo importante, in particolare l’autoefficacia. Se credi di essere in grado di diventare la persona sana e attiva che vuoi essere in età avanzata, è molto più probabile che tu lo diventi.
Indagare i modi in cui le persone immaginano il proprio futuro potrebbe offrire un buon punto di riferimento per comprendere come esse valutano il proprio processo di invecchiamento e, di conseguenza, per comprendere anche quei comportamenti capaci di influenzare la salute fisica.

Il contesto e il punto di partenza

I recenti sviluppi della ricerca sull’invecchiamento mostrano che l’età soggettiva – l’età che le persone si sentono di avere, spesso non coincidente con l’età anagrafica – costituisce un fattore molto importante perché in grado di modulare i comportamenti e gli stili di vita e, di conseguenza, influire su salute e benessere in età avanzata (Westerhof et al. 2014). Si tratta, quindi, di un elemento importante per una medicina che voglia essere preventiva e attenta alla persona.

Alcuni gerontologi ritengono che l’età soggettiva delle persone di mezza età e degli anziani sia determinata da 4 fattori:

  • l’identità anagrafica,
  • la consapevolezza dei cambiamenti dovuti all’età,
  • gli stereotipi sulla vecchiaia
  • le percezioni interne sul proprio invecchiamento (self-perception of aging, d’ora in poi SPA).

Il focus del presente studio è proprio su quest’ultimo aspetto. Si ritiene che le auto-percezioni siano fortemente modulate dagli stereotipi sulle diverse fasi della vita, rispetto alla quale ognuno si colloca. Le più recenti ricerche sull’argomento mostrano che più si hanno SPA positive, maggiore è il grado di consapevolezza rispetto ai cambiamenti naturali provocati dall’invecchiamento.

In breve, è ampiamente riconosciuto che la percezione del proprio invecchiare influisce direttamente sulla qualità dell’invecchiamento stesso. Essere preparati e ben disposti agli inevitabili effetti dovuti all’avanzamento dell’età innesca una serie di comportamenti virtuosi, dal rispetto di una dieta salutare all’impegno di mantenere una costante attività fisica. Tali comportamenti si traducono, a loro volta, in migliori condizioni di salute in tarda età e a una riduzione dell’indice di mortalità. Si capisce, dunque, che le SPA impattano non solamente su un piano individuale, ma hanno più ampie implicazioni a livello sociale.

Come si formano e si sviluppano le SPA?Per definizione, le SPA sono malleabili e, tra i fattori fortemente condizionanti, la componente psicologica motivazionale risulta essere al primo posto, intesa meglio qui come atteggiamento positivo, ottimistico rivolto al futuro. Sebbene non vi siano ancora ricerche sperimentali che abbiano analizzato come e se l’ottimismo sia direttamente associato alle SPA, è plausibile vi sia una connessione. Al di là di questo specifico tratto di personalità, è chiaro, tuttavia, che bisogna considerare la persona sotto un più ampio spettro che inglobi altri tratti significativi, nonché la storia di vita individuale e quindi i processi di maturazione nel lungo arco di vita.

Le caratteristiche dello studio

Il presente studio mira a esaminare alcuni fattori che parrebbero in grado di modulare le SPA. Fattori sociodemografici, psicologici (strategie di coping, capacità cognitive, tratti di personalità) e legati allo stato oggettivo di salute sono verosimili antecedenti distali, che strutturano il modo in cui si valuta (appraise) la propria vita e si vivono gli stereotipi legati all’età, generando in tal modo determinati tipi di comportamento e atteggiamento.

In particolare, gli autori hanno cercato di indagare il ruolo dell’ottimismo – inteso sia come atteggiamento generalmente positivo verso il futuro, che possibile serbatoio di riserva di fronte a eventi negativi – combinato con quello che definiscono “senso di auto-efficacia” verso possibili sé futuri. Il senso di auto-efficacia è la capacità di auto-proiezione in possibili scenari futuri.

L’impatto dell’ottimismo e delle SPA è stato valutato dagli autori attraverso uno studio esplorativo su 244 persone di mezza età e terza età (tra i 52 e i 90 con una media di 67 anni). Per calcolare il senso di autoefficacia, ai partecipanti è stato somministrato il Possible-Selves Questionnaire (Frazier et al., 2002; Hooker, 1999). Attraverso una scala Likert a 7 punti, i partecipanti dovevano esprimere quanto si sentissero in grado di affrontare due situazioni personali minacciose e due situazioni positive auspicabili e due situazioni auspicabili. Il risultato dei test consisteva in una media ottenuta dalle risposte ai due diversi tipi di scenari.

Per calcolare il grado delle SPA, Turner e Hooker si sono avvalsi dei 5 item della Attitudes Toward One’s Own Aging subscale (Lawton, 1975) (1. Le cose che peggiorano man mano che invecchio; 2. Ho molto entusiasmo come l’anno scorso; 3. Invecchiando divento sempre meno utile; 4. Sono tanto felice adesso come lo ero quando ero più giovane; 5. Invecchiando le cose sono ___________ quanto pensassi sarebbero state). I partecipanti dovevano riempire lo spazio inserendo le opzioni “meglio di”, “peggio di”, “uguale a”. Mentre per i primi quattro item la scala Lickert indicava sei gradi di accordo/disaccordo.

Per misurare l’ottimismo, gli autori hanno utilizzato invece i 6 item predisposti dal Lifetime Orientation Test (Scheier, 1994) (1. In tempi di incertezza, di solito mi aspetto il meglio; 2. Se qualcosa va storto, vuol dire che era destino; 3. Sono sempre ottimista nei confronti del mio futuro; 4. Non mi aspetto quasi mai che le cose vadano a modo mio; 5. Raramente mi aspetto che mi succedano buone cose; 6. In generale, mi aspetto che mi accadano molte più cose positive che negative).

I risultati ottenuti

Dai risultati emerge che, se entrambe le dimensioni – ottimismo e senso di autoefficacia – sono predittive delle caratteristiche delle SPA (auto-percezioni rispetto al processo di invecchiamento), il senso di autoefficacia rappresenta un fattore predittivo migliore rispetto al livello di ottimismo.

Limiti dello studio

Data la malleabile natura delle SPA, esse possono far riferimento ad aspetti specifici della vita di una persona: un individuo potrebbe benissimo avere positive SPA riguardo agli sviluppi futuri delle relazioni famigliari, ma negative SPA riguardo la propria condizione fisica. Questo livello di specificità non è stato preso in esame dagli autori, e potrebbe essere oggetto di future indagini. Di questo limite Turner e Hooker sono pienamente consapevoli.

Quale la novità e le prospettive

La ricerca di Turner e Hooker rappresenta un tassello importante nella letteratura scientifica sull’invecchiamento, perché riesce a mostrare il ruolo cruciale che l’ottimismo svolge nella formazione delle SPA. Inoltre, i risultati del presente studio offrono informazioni approfondite su come i pensieri immaginativi rivolti al futuro hanno il potere di influenzare, nel presente, le valutazioni che compiamo su noi stessi relativamente al nostro processo di invecchiamento. Le abilità che mettiamo in campo per raggiungere e realizzare possibili scenari futuri fortemente desiderati, o di evitare situazioni e contesti futuri che ci spaventano, costituiscono un punto di riferimento importante col quale giudicare/percepire la nostra età soggettiva

Per concludere, un indirizzo per future ricerche sulle SPA potrebbe essere quello di compiere un’analisi a carattere longitudinale che includa però anche l’indagine su come i pensieri rivolti al futuro contribuiscano, nel tempo, a formare e predire forme di SPA.

A cura di
Emiliano Loria (Cultore Filosofia della Mente DISUM-UPO
Cristina Meini (Professore Associato DISUM-UPO)

 


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