Riferimento bibliografico

Shang, Y, Nasr, P, Widman, L, Hagström, H. Risk of cardiovascular disease and loss in life expectancy in NAFLD. Hepatology 2022, in press

In sintesi

In letteratura esistono dati contrastanti riguardanti l’associazione tra malattie cardiovascolari e malattia da fegato grasso non alcolica (Nonalcoholic Fatty Liver Disease, NAFLD) e non sono disponibili informazioni sull’aspettativa di vita nei pazienti affetti da NAFLD. Questo studio si propone di studiare le due tematiche sopra riportate, confrontando pazienti affetti da NAFLD in rapporto alla popolazione generale.

Contesto e punto di partenza

La NAFLD è un’epatopatia caratterizzata da eccessivo accumulo di grasso epatico, in assenza di cause secondarie o consumo eccessivo di alcol ed è la più comune tra le malattie croniche a carico del fegato, con una prevalenza globale stimata al 25% nella popolazione adulta e al 55% nei soggetti affetti da diabete mellito tipo 2 (DMT2). Rappresenta la manifestazione epatica della sindrome metabolica, la quale comprende fattori di rischio cardiovascolare ben noti. L’accumulo di grasso nel fegato è proporzionale alla severità della sindrome metabolica e la combinazione di NAFLD e DMT2 incrementa il rischio cardiovascolare rispetto alla presenza isolata di DMT2; non è tuttavia ancora chiarito se l’aumentato rischio cardiovascolare nella NAFLD sia dovuto a fattori dismetabolici comuni o se la NAFLD conferisca di per sé un aumento del rischio cardiovascolare.

L’età media di insorgenza della NAFLD è circa 50 anni, con prevalenza in aumento fra i soggetti più giovani. La riduzione dell’aspettativa di vita potrebbe risultare più evidente in pazienti più giovani, sia perché soggetti con diagnosi precoce sono caratterizzati da un profilo metabolico più compromesso, sia per la possibilità di una attività di malattia più lunga nel corso degli anni.

Alcuni studi precedenti hanno documentato un incremento del rischio cardiovascolare e di eventi cardiovascolari fatali nei soggetti affetti da NAFLD, per lo più legati alla severità di malattia epatica in termini di evoluzione fibrotica. Al contrario, altri studi hanno evidenziato una mancanza di associazione tra le due patologie.

Le caratteristiche dello studio

Per studiare l’associazione tra NAFLD e malattie cardiovascolari in termini di prognosi dopo un evento cardiovascolare, severità della manifestazione cardiovascolare e valutare l’aspettativa di vita nei soggetti affetti da NAFLD in confronto alla popolazione generale, è stato condotto uno studio di coorte con dati retrospettivi raccolti nel Registro Nazionale dei Pazienti svedese (NPR). Sono stati analizzati dati dal 1987 al 2016, sia di pazienti in regime di ricovero ospedaliero sia afferenti ad ambulatori. Sono stati inclusi soggetti affetti da NAFLD, senza una già nota patologia cardiovascolare al momento della diagnosi della malattia di fegato e senza un’altra malattia di fegato cronica. Per ogni soggetto affetto da NAFLD sono stati selezionati dieci soggetti della popolazione generale (controlli) con la stessa età, sesso e provenienza geografica per confronto. È stato quindi studiato il rischio di eventi cardiovascolari e la riduzione della qualità di vita causati dalla presenza di NAFLD.

I risultati ottenuti

Sono stati inclusi 10023 pazienti con NAFLD e 96313 controlli. La percentuale di eventi cardiovascolari (intesi come infarto del miocardio oppure ictus emorragico o ischemico) fra i soggetti affetti da NAFLD è risultata pari al 10.3%, in confronto al 4.2% dei controlli, con un rischio di 2.6 volte superiore di avere un evento cardiovascolare nei soggetti affetti da NAFLD rispetto ai controlli. In particolare, il rischio cardiovascolare per eventi non fatali è risultato maggiore rispetto a quelli fatali. In presenza di NAFLD evoluta a cirrosi è stato osservato un aumentato rischio cardiovascolare rispetto ai controlli, tuttavia sovrapponibile rispetto ai pazienti con NAFLD non evoluta in cirrosi.

Dopo un evento cardiovascolare non fatale il rischio di mortalità per tutte le cause è risultato sovrapponibile nei pazienti con NAFLD e nei controlli, mentre l’aspettativa di vita nei pazienti con NAFLD è risultata di 2.8 anni inferiore rispetto ai controlli, con una perdita di anni più consistente se l’epatopatia veniva diagnosticata in età più giovane (tra i 40 e 60 anni) rispetto ad età più avanzata (≥ 80 anni).
In questo studio è stato anche dimostrato che, una volta posta la diagnosi di NAFLD, l’effetto protettivo del sesso femminile dagli eventi cardiovascolari viene annullato.

Limiti dello studio

Fra i limiti dello studio vi è l’assenza su NPR dei dati dei pazienti che si rivolgono solo al medico di base e non agli ospedali. È possibile, infatti, che vi sia una sotto-diagnosi di soggetti affetti da NAFLD, trattandosi di una patologia asintomatica, e che ci sia una sottostima delle comorbidità di rischio metabolico.

Implicazioni future

In tutti i pazienti affetti da NAFLD dovrebbero essere attentamente ricercati i fattori di rischio cardiovascolare e dovrebbero essere garantiti interventi precoci in grado di ridurre tale rischio. In particolar modo, nei pazienti con diagnosi di NAFLD in età più giovane, la gestione del rischio cardiovascolare è di fondamentale importanza in relazione alla ridotta aspettativa di vita che la NAFLD può comportare, come dimostrato in questo studio.

A cura di Cristina Rigamonti


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