Riferimento bibliografico
De Pue, S., Gillebert, C., Dierckx, E. et al. The impact of the COVID-19 pandemic on wellbeing and cognitive functioning of older adults. Sci Rep 11, 4636 (2021)
In sintesi
La pandemia da COVID-19 ha avuto un forte impatto sulla fascia di popolazione più anziana, che ha sofferto del maggior numero di vittime. Trattandosi di individui fragili, gli anziani sono stati particolarmente coinvolti nelle restrizioni imposte dai governi. Questo studio, condotto in Belgio, ha voluto indagare l’impatto delle misure restrittive sulla salute mentale nei soggetti di età superiore ai 65 anni, analizzando i fattori che hanno influenzato tale impatto. Tramite un questionario online, i partecipanti hanno riferito una significativa riduzione delle attività, della qualità del sonno e del benessere durante la pandemia; inoltre questi fattori sono correlati fortemente con la presenza di depressione. Gli anziani sono quindi da considerare un gruppo a rischio, meritevole di particolare attenzione da parte dei professionisti sanitari.
Il contesto e il punto di partenza
La pandemia da COVID-19 ha colpito principalmente gli anziani, soprattutto in relazione al maggior numero di decessi. Questa fascia di popolazione è stata oggetto di misure restrittive, per esempio l’invito a non accudire i nipoti e a non ricevere visitatori nelle strutture residenziali per lungo tempo. Inoltre tutta la popolazione è stata invitata a ridurre il più possibile i contatti con i soggetti più anziani e vulnerabili. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha sottolineato che la crisi sanitaria può avere un’importante ripercussione sulla salute mentale di questo gruppo. In particolare, il distanziamento, l’isolamento e la riduzione dell’attività fisica nei soggetti a rischio possono portare a solitudine e isolamento sociale, riducendo il benessere e aumentando il rischio di depressione e di disfunzioni cognitive. In risposta allo stress può peggiorare anche la qualità del sonno, aumentando ulteriormente il rischio di depressione. Queste alterazioni sono già state riscontrate in precedenti studi riguardanti disastri naturali; tali studi sottolineavano che per ridurre il declino cognitivo e aumentare il benessere era cruciale la socializzazione, esattamente ciò che è stato impedito durante la pandemia da COVID-19. Negli scorsi mesi sono stati pubblicati alcuni studi sull’impatto del COVID-19 negli anziani, che non hanno riscontrato alterazioni, ma, come gli autori sottolineano, tali studi sono stati condotti nelle prime fasi della pandemia, quando in diversi paesi non erano ancora state attuate misure di lockdown.
Le caratteristiche dello studio
Lo scopo dello studio era di stabilire la risposta alla pandemia da COVID-19 in 640 individui di età superiore ai 65 anni, residenti in Belgio. Tramite un questionario online, è stata analizzato l’impatto della pandemia su benessere, livello di attività, qualità del sonno e funzionamento cognitivo, attraverso diverse scale di autovalutazione (Cognitive Failures Questionnaire, Geriatric Depression Scale-15, Personal Wellbeing Index-Adults, Lubben Social Network Scale-6, Brief Resilience Scale). È stata analizzata inoltre la presenza di fattori protettivi o di vulnerabilità che potrebbero aver influenzato l’impatto finale delle restrizioni.
I risultati ottenuti
L’età media dei partecipanti era di 73 anni, in maggioranza donne, residenti nella propria abitazione, da soli o in compagnia. La maggior parte dei partecipanti ha riferito un basso numero di contatti fuori dalla propria abitazione e, al di là dei conviventi, nessun contatto all’interno; il numero maggiore di contatti avveniva via internet. Gran parte dei soggetti (88%) non soffriva di morbo di Parkinson, demenza, ictus, diabete e/o epilessia. Solo il 4% è stato infettato dal COVID-19. Dai questionari è emersa una riduzione particolarmente marcata di: benessere, soddisfazione generale della vita, sicurezza, connessione alla comunità e sicurezza sul futuro. Metà dei partecipanti ha riferito una riduzione nel livello di attività e nel 19% dei casi è peggiorata la qualità del sonno. Solo una piccola quota di soggetti (8%) ha riferito riduzione nelle capacità cognitive.
Sono stati quindi valutati i fattori associati a un soggettivo peggioramento dei parametri indagati. Un peggioramento del benessere soggettivo era correlato alla presenza di depressione e al fatto di vivere in una struttura residenziale. Un più marcato decadimento della qualità del sonno è stato osservato in presenza di depressione e nei soggetti di sesso maschile. La depressione risulta, infine, associata anche alla presenza di decadimento cognitivo.
Limiti dello studio
Lo studio presenta alcuni limiti: il campione analizzato è più giovane della media della popolazione anziana dell’area geografica considerata. Inoltre si trattava unicamente di adulti, Belgi, per la maggior parte in buona salute e con un elevato status socioeconomico, con un alto numero di diplomati e una buona pensione. Pertanto, occorre cautela nel generalizzare il risultato di questo studio.
La depressione appare come un fattore di vulnerabilità, che influenza l’impatto del COVID-19 sui soggetti anziani; tuttavia, il disegno dello studio non consente di definire in maniera chiara se la depressione fosse pre-esistente, e pertanto costituisca un fattore di rischio, oppure se sia stata scatenata o peggiorata dalla pandemia. Il questionario è stato somministrato online, e ciò ha costituito un limite per la porzione di soggetti anziani raggiungibili dall’indagine. Inoltre, il questionario prevedeva domande retrospettive, che potrebbero avere falsato l’esito delle risposte.
Quali le novità e le prospettive
Questo studio dimostra per primo che la pandemia da COVID-19 ha avuto un impatto significativo sulla fascia di popolazione più anziana, con una riduzione nel benessere, nei livelli di attività e di qualità del sonno rispetto al periodo precedente. Nella maggior parte dei casi non si è rilevata una riduzione nelle abilità cognitive. La residenza in una struttura protetta e il sesso maschile sono significativamente correlati, rispettivamente, a ridotto benessere e qualità del sonno. In futuro sarà quindi importante cercare di mettere in atto strategie per affrontare eventi stressanti in gruppi a rischio, come quello in esame, soprattutto soggetti a rischio di depressione. In particolare, alla luce dell’importanza della rete sociale nel mitigare l’effetto di eventi negativi, bisognerebbe dare maggior enfasi al mantenimento di relazioni durante un periodo di grande stress, come la pandemia da COVID-19.
A cura di Maria Lorena