Riferimento bibliografico

Gong Q, Zhang P, Wang J, Ma J, An Y, Chen Y, Zhang B, Feng X, Li H, Chen X, Cheng YJ, Gregg EW, Hu Y, Bennett PH, Li G; Da Qing Diabetes Prevention Study Group. Morbidity and mortality after lifestyle intervention for people with impaired glucose tolerance: 30-year results of the Da Qing Diabetes Prevention Outcome Study. Lancet Diabetes Endocrinol. 2019 Jun;7(6):452-461. doi: 10.1016/S2213-8587(19)30093-2. Epub 2019 Apr 26. PMID: 31036503; PMCID: PMC8172050.

In sintesi

Lo studio Da Qing è uno dei più longevi esistenti e ha seguito per 30 anni un gruppo di soggetti con alterata glicemia a digiuno (glicemia compresa tra 100 e 125 mg/dl). Intervenendo sullo stile di vita tramite semplici programmi diretti a migliorare le abitudini alimentari e l’attività fisica, ha dimostrato quanto un corretto lifestyle sia determinante nel prevenire l’insorgenza di diabete mellito e delle sue complicanze come gli eventi cardiovascolari e la mortalità.

Contesto e punto di partenza

Negli ultimi 20 anni stiamo assistendo ad una “pandemia” di diabete mellito, e si stima che coinvolgerà entro il 2045 fino a 629 milioni di persone nel mondo. Una diretta conseguenza, che possiamo già vedere, è l’aumento di malattie cardiovascolari, renali e della mortalità correlata alle complicanze diabetologiche. È noto che principali fattori di rischio modificabili siano l’obesità e la sedentarietà. I soggetti a più alto rischio di sviluppare il diabete sono coloro che hanno un’alterata glicemia a digiuno (IFG, Impaired Fasting Glucose).
Lo studio Da Qing Diabetes Prevention, condotto dal 1986 al 1991, ha osservato gli effetti di un corretto stile di vita in soggetti con IFG. Eseguendo un follow up trentennale (l’ultimo pubblicato nel 2019) è stato inoltre possibile osservare la comparsa delle complicanze diabetologiche, che solitamente insorgono dopo 20-30 anni di malattia. Quindi, è stato possibile valutare gli effetti a lungo termine di un corretto stile di vita.

Le caratteristiche dello studio

Lo studio include 577 soggetti tra i 25 ed i 74 anni di età, con alterata glicemia a digiuno, comprendendo soggetti normopeso, sovrappeso e obesi. Sono stati suddivisi in 4 gruppi: 3 gruppi seguivano un programma di intervento sullo stile di vita (dieta, esercizio fisico, dieta+esercizio fisico) mentre il gruppo di controllo non aveva indicazioni specifiche. La dieta proposta era bilanciata e composta per il 55-60% delle calorie da carboidrati, per il 20-25% da grassi e per il 15-20% da proteine; inoltre veniva raccomandato un ridotto consumo di zuccheri semplici e di alcol. Per esercizio fisico si intendeva un’attività fisica regolare e di grado almeno moderato. Questo programma è stato seguito per 6 anni e sono stati analizzati i risultati, quindi ai soggetti non sono state più fornite indicazioni sullo stile di vita.

Dopo 30 anni gli stessi soggetti sono stati richiamati e valutati tramite questionari ed esami clinici. In particolare sono stati studiati l’incidenza della progressione da IFG a diabete, l’incidenza di eventi cardiovascolari, complicanze microvascolari (retinopatia, nefropatia e neuropatia), il tasso di mortalità per cause vascolari e per tutte le cause e l’aspettativa di vita. Dati i risultati ottenuti nello studio primario i soggetti appartenenti ai 3 gruppi di intervento sullo stile di vita sono stati raggruppati.

I risultati

Dallo studio primario è emerso che il rischio di sviluppare il diabete era minore tra i soggetti che appartenevano ad uno dei 3 gruppi di intervento sullo stile di vita rispetto ai soggetti del gruppo di controllo (41- 46% vs 68%).
I soggetti che avevano seguito un migliore stile di vita durante lo studio primario avevano conservato, a distanza di 30 anni, diversi benefici. Si sono registrati infatti un ritardo medio nella progressione a diabete mellito di quasi 4 anni, una minore incidenza di eventi cardiovascolari (del 26% in meno rispetto al gruppo di controllo), una minore incidenza di complicanze microvascolari (-35%). è stata osservata anche una significativa riduzione della mortalità per cause cardiovascolari tra i soggetti con un corretto lifestyle rispetto al gruppo di controllo (-33%) ed una riduzione della mortalità per tutte le cause (26%). Collateralmente si è osservato un allungamento della sopravvivenza media di 1,44 anni tra i partecipanti oggetto di intervento.

Punti di forza dello studio

Lo studio Da Qing è uno degli studi più longevi incentrati sul lifestyle; il follow up trentennale permette di studiare le complicanze del diabete che insorgono generalmente dopo molti anni di malattia.
Un’altra interessante caratteristica dello studio è che comprenda soggetti sia normopeso che sovrappeso (con un BMI medio di 25,7 kg/m2) e che la dieta proposta non avesse l’obiettivo primario di favorire un calo ponderale ma più semplicemente di fornire uno schema dietetico bilanciato. Ciò ha potuto dimostrare che i benefici di un regime alimentare equilibrato vanno oltre al solo vantaggio dato dal calo ponderale, che è notoriamente un fattore favorevole per i soggetti sovrappeso o obesi con elevato rischio di sviluppare diabete mellito. Infatti, si è riscontrato un beneficio in termini di eventi e mortalità a lungo termine, sia tra i soggetti normopeso che tra quelli sovrappeso/obesi all’inizio dello studio.

Limiti dello studio

La popolazione in studio è ristretta, ed è diminuita ulteriormente durante i follow up per i decessi.
Non sono state controllate le abitudini di vita seguite dai partecipanti a partire dalla fine dello studio, nel 1991, fino alle rivalutazioni periodiche effettuate.

In conclusione

I benefici di un corretto stile di vita identificati sono applicabili a tutti gli individui a rischio di sviluppare diabete mellito, anche in paesi in via di sviluppo. Per raggiungere l’obiettivo di ridurre l’incidenza di diabete mellito possono essere creati programmi di intervento sullo stile di vita rivolti alla popolazione generale oppure a sottogruppi di individui ad alto rischio, come i soggetti con IFG.

A cura di Beatrice Cavigiolo


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