Riferimento bibliografico
Shoshi Keisari (2021). Expanding the Role Reportoire Whille Aging: A Drama Therapy Model. Frontiers in Psychology, 12, Article 635975. https://doi.org/10.3389/fpsyg.2021.635975
In sintesi
L’articolo della studiosa israeliana Shoshi Keisari, ricercatrice dell’Università di Haifa e dell’Università di Padova, consiste in un’analisi concettuale che mira a sviluppare un modello integrativo di drammaterapia, a partire dall’esperienza sul campo del suo gruppo di lavoro con partecipanti adulti della terza età. Il nuovo modello di drammaterapia è il risultato della combinazione dei promettenti risultati ottenuti da quattro studi da lei stessa realizzati tra il 2017 e il 2020, e si prefigge di favorire una crescita emotiva personale attraverso la pratica guidata di particolari forme teatrali, che mescolano narrazione personale e improvvisazione scenica di gruppo.
Contesto e punto di partenza
La drammaterapia è una pratica terapeutica espressiva ormai ampiamente riconosciuta a livello internazionale, che consiste nell’esplorare le storie di vita individuali attraverso l’improvvisazione teatrale di gruppo. Si distinguono due macro-tipologie di approcci alla narrazione e messa in scena delle storie di vita: il cosiddetto teatro playback e le storie delle svolte di vita (Life-Crossroads Stories). Il primo è, forse, la forma di drammaterapia più comune, nella quale un gruppo di attori ricrea, improvvisando, azioni e dialoghi in risposta a una storia personale. In ogni sessione i membri partecipanti ricoprono, a turno, il ruolo di narratori, di attori e di spettatori. Il secondo tipo di approccio, che presenta molti tratti in comune col primo, consiste in una particolare forma di restituzione espressiva di significativi tempi di vita passata, momenti di svolta, eventi rilevanti che hanno cambiato il corso della vita.
Keisari propone di integrare i due approcci in un modello applicabile a varie tipologie di partecipanti, considerato che lo scopo delle tecniche di drammaterapia è proprio quello di far emergere gli avvenimenti cruciali del proprio passato, lontano e recente, e riviverli insieme al gruppo da punti di vista diversi, ovvero in veste di narratore, di attore e di spettatore.
La messa in scena guidata e la costruzione di un lavoro condiviso in gruppo rappresentano uno strumento terapeutico creativo che permette di distanziarsi da quei ricordi e contemporaneamente vederli più da vicino, riviverli in modo trasfigurato e incredibilmente più tangibile. Ciò è d’ausilio ai fini di una ri-significazione di quegli eventi, che non è detto siano per forza negativi e traumatici: potrebbero essere ricordi felici di gioventù, che vengono riacquisiti, reinterpretati, rivivificati e reintegrati nell’attuale identità personale, con effetti tangibili sul piano dell’autostima, dell’auto-accettazione e dell’apertura al futuro.
“Esperienza, espressione, coinvolgimento”, queste le parole chiave del modello di dramma terapia di Keisari che si rifanno dichiaratamente al lavoro di Connie Corley (2010) sulla rielaborazione dei traumi attraverso le arti visive di tre anziane donne sopravvissute alla Shoah.
Le caratteristiche dello studio
L’analisi concettuale discute e combina i risultati di 4 studi condotti da Keisari e collaboratori, di cui due sono ricerche quantitative (Keisari and Palgi 2017; Keisari et al. 2020b) e due qualitative (Keisari et al. 2018, 2020a). Queste ultime mostrano come l’improvvisazione drammatica abbia trasformato i ricordi dei momenti di svolta in esperienze rivissute vividamente dal protagonista con l’attivo coinvolgimento di tutto il gruppo dei partecipanti. Mettere in scena alcuni dei momenti significativi della propria vita, ovvero i momenti fondamentali in cui si sono operate scelte che hanno poi condizionato il resto dell’esistenza, o in cui sono avvenuti eventi di svolta, ha permesso al narratore di esplorare il ruolo (sociale, famigliare, relazionale) incarnato e di riconfigurare e risignificare quel ruolo, anche alla luce di ciò che è successo in seguito.
Questo è un punto fondamentale del modello integrativo di drammaterapia proposto da Keisari: mettere in scena i ruoli di vita diventa un canale di esplorazione non traumatico per rivivere situazioni importanti da un punto di vista emotivo ed esistenziale. Rivedersi in un contesto scenico guidato di gruppo, attraverso dei ruoli definiti (quello di una madre, di un figlio, un padre, un fratello, un compagno di lavoro) aiuta a ridefinire la propria identità, a integrare nella propria autobiografia eventi passati eventualmente disturbanti, contribuendo così a una migliore accettazione di sé.
Per tale motivo, Keisari suggerisce che questi processi fenomenologici trasformativi siano di supporto terapeutico per alcune psicopatologie quali la depressione. Ma – aggiungiamo noi – ulteriori studi debbono essere condotti proprio con persone affette da depressione, possibilmente in sessioni speciali e con dramma terapisti focalizzati sulla relazione con tali problematicità. I 2 studi quantitativi hanno utilizzato, su un ampio campione randomizzato di partecipanti, indici che si riferiscono a livello di salute mentale. Tuttavia, i partecipanti, di cui solo alcuni avevano esperienze teatrali alle spalle, non erano soggetti clinici.
I risultati ottenuti
I risultati dei 4 studi, presi insieme, mostrano che i partecipanti hanno subito un significativo processo di trasformazione in un tempo relativamente breve: aumento dell’autostima, soddisfazione e sensazione di benessere continuato settimane dopo la fine delle sessioni.
Il playback theater, opportunamente integrato con la rivisitazione dei momenti salienti di vita (life-review playback theater), può costituire quindi un intervento di dramma terapia ad alto potenziale terapeutico per la popolazione della terza età, arricchendone la vita di gratificanti stimoli sociali e inaspettata espressività creativa.
I limiti dello studio
Diversi sono i limiti, non tanto dell’analisi concettuale in sé, quanto dei 4 studi di riferimento. In tal senso l’articolo ha il merito di discutere le carenze metodologiche con cui alcuni dati sono stati raccolti e i limiti strutturali con cui si sono state svolte le sessioni di dramma terapia. A tal riguardo, ad esempio, la brevità delle sessioni ha impedito lo sviluppo di alcuni racconti di vita e la numerosità degli episodi autobiografici salienti messi in scena. Il limite più significativo – lo abbiamo già accennato – è stato quello di non coinvolgere tra i partecipanti persone con depressione clinica, in modo da poter dar forza agli effetti terapeutici descritti.
Prospettive
Al di là della potenziale applicazione del modello di Keisari nel campo della salute mentale, sempre più studi evidenziano che la diffusione di tale pratica tra la popolazione della terza età possa contribuire in maniera fruttuosa al superamento, dell’isolamento sociale, della sensazione di inutilità, del senso di disistima che colpisce gli anziani, attraverso la riscoperta di un senso di comunità, di appartenenza a un gruppo in cui si viene visti e riconosciuti, del piacere della socializzazione, il tutto in una cornice di creatività agita per sé e per gli altri che può rivelare inaspettate forme espressive.
Approfondimenti bibliografici
Corley C. (2010). A Tale of three women: holocaust experience and transformation through creative expression and engagement. Journal of Aging, Humanities, and the Arts, 4, 262-275.
Keisari S. and Palgi Y. (2017). Life-crossroads on stage: integrating life review and drama therapy for older adults. Aging and Mental Health, 21, 1079-1089.
Keisari S., Yaniv D., Palgi Y., Gesser-Edelsburg A. (2018). Conducting playback theatre with older adults – a therapist’s perspective. Arts in Psychotherapy, 60, 72-81.
Keisari S., Gesser-Edelsburg A., Yaniv D., Palgi Y., (2020a). Playback theatre in adult day centers: a creative group intervention for community-dwelling older adults. PLoS One 15:e0239812.
Keisari, S., Palgi, Y., Yaniv, D., & Gesser-Edelsburg, A. (2020). Participation in life-review playback theater enhances mental health of community-dwelling older adults: A randomized controlled trial. Psychology of Aesthetics, Creativity, and the Arts. Advance online publication. https://doi.org/10.1037/aca0000354
A cura di Emiliano Loria