Riferimenti bibliografici

Fan Wang et al., A systematic review and meta-analysis of 90 cohort studies of social isolation, loneliness and mortality, in Nature Human Behaviour, Volume 7, August 2023 | 1307–1319 (2023).

Valtorta, N. K., Kanaan, M., Gilbody, S., Ronzi, S. & Hanratty, B. Loneliness and social isolation as risk factors for coronary heart disease and stroke: systematic review and meta-analysis of longitudinal observational studies. Heart (Br. Card. Soc.) 102,
1009–1016 (2016).

Hakulin et al., Social isolation and loneliness as risk factors for myocardial infarction, stroke and mortality: UK Biobank cohort study of 479,054 men and women. Heart (Br. Card. Soc.) 104, 1536–1542 (2018).

Elovainio, M. et al. Contribution of risk factors to excess mortality in isolated and lonely individuals: an analysis of data from the UK Biobank cohort study. Lancet Public Health 2, e260–e266 (2017).

 

In sintesi

Questa revisione sistematica ha passato in rassegna gli studi prospettici sull’associazione tra isolamento sociale e/o solitudine ed esiti di mortalità negli adulti di età pari o superiore a 18 anni, nonché studi specifici su questo tipo di correlazione in individui con malattie cardiovascolari o cancro. Il risultato conferma ulteriormente ciò che ormai è sotto gli occhi di tutti: nella popolazione in generale (non soltanto negli anziani, quindi) sia l’isolamento sociale sia la solitudine sono significativamente associati a un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause.

 

Contesto e punto di partgenza

Le scienze dell’invecchiamento (ma non solo queste) hanno da tempo dedicato una considerevole attenzione allo studio dell’isolamento sociale e della solitudine quali condizioni che influenzano – aumentandolo – il rischio di morte per ogni patologia. L’isolamento sociale è uno stato che si riferisce a una persona con un’oggettiva mancanza di contatti sociali (o contatti limitati) con altre persone, in poche parole una rete sociale limitata, contatti sociali infrequenti e che il più delle volte vive sola.
La solitudine, invece, fa riferimento a una sensazione soggettiva di disagio, che si verifica quando c’è una discrepanza tra le relazioni sociali desiderate e quelle effettive. Da una supposta correlazione tra le condizioni psico-sociali di abbandono, isolamento, solitudine e l’’incidenza di mortalità (soprattutto nella popolazione anziana), si è passati a una presa di coscienza del fenomeno, che però resta tutto da indagare.

 

Caratteristiche dello studio

Gli autori della meta-analisi hanno identificato 14.358 record (9.328 per l’isolamento sociale e 5.030 per la solitudine) attraverso ricerche su PubMed, Web of Science ed Embase. Dopo aver escluso 14.176 articoli che non soddisfacevano i criteri di selezione, sono rimasti 182 record (118 per l’isolamento sociale e 64 per la solitudine). Dopo una revisione del testo completo, 81 articoli sono stati ulteriormente esclusi. La meta-analisi riguarda 90 studi di coorte (includenti ben 2.205.199 persone).

 

Risultati dello studio

Tra i risultati da evidenziare sicuramente vi è il ruolo cruciale giocato dall’isolamento sociale e dalla solitudine nei meccanismi di incidenza, progressione delle malattie e tasso di mortalità nei soggetti affetti da disturbi cardiovascolari. Gli autori menzionano a questo riguardo i meccanismi di attivazione ipotalamo-ipofisi-adrenocorticale, iperattività del sistema nervoso simpatico, disfunzione parasimpatica e risposta immunitaria pro-infiammatoria. Lo studio del 2021 di Smith et al. (“Social isolation and risk of heart disease and stroke: analysis of two large UK prospective studies”, in Lancet Public Health 6, e232–e239), che è compreso nella meta-analisi, ha indicato che il rischio di morte senza ricovero ospedaliero è sostanzialmente più alto negli individui più isolati socialmente rispetto a quelli meno isolati per quanto riguarda le malattie coronariche e l’ictus. Una precedente meta-analisi (risalente al 2016) ha riportato un aumento del rischio di malattia coronarica e ictus nei soggetti che riferiscono isolamento sociale (Valtorta et al. 2016).

I risultati della meta-analisi in esame confermano che l’isolamento sociale può aumentare significativamente la mortalità per malattie cardiovascolari: del 34% nella popolazione. Hakulinen e colleghi hanno identificato un rischio di 1,5 volte maggiore associato all’isolamento sociale per la mortalità per tutte le cause in individui dopo infarto miocardico acuto o ictus. Risultati simili sono stati riscontrati nella meta-analisi in oggetto, ma solo per l’isolamento, non per la solitudine.

Analizzando i dati dello studio di coorte inglese UK Biobank, Elovainio e colleghi hanno rivelato un’associazione significativa tra isolamento sociale e mortalità per cancro, anche se nello studio di Alcaraz et al. (“Social isolation and mortality in US Black and white men and women”, in American Journal of Epidemiology, 188, 102–109 (2019) questa correlazione non è stata riscontrata per tutti, ma solo nelle donne e nei partecipanti bianchi.
Un altro dato molto significativo riguarda i risultati sulle donne socialmente isolate con malattie cardiovascolari o cancro al seno: si è evidenziato un tasso di mortalità specifica per cancro più elevato a causa dell’isolamento sociale.

 

Limiti dello studio

Visto che isolamento sociale e solitudine si combinano con una moltitudine di fattori concomitanti, quali bassi livelli di istruzione, obesità, fumo e malattie croniche preesistenti, il rischio concreto incorso in questa meta-analisi sta proprio una sottostima della dimensione dell’effetto reale sia dell’isolamento sociale che della solitudine.

 

Novità e prospettive

La dimensione del campione di oltre due milioni di persone fornisce un’ampia serie di prove sulle associazioni tra isolamento sociale, solitudine e mortalità per tutte le cause, con particolare riferimento a malattie cardiovascolari e cancro.
Diversi i modelli proposti per spiegare gli effetti negativi dell’isolamento e della solitudine sulla salute e sulla mortalità. L’isolamento può promuovere comportamenti non salutari, ad esempio, come la malnutrizione e l’inattività fisica, che a loro volta decretano l’aumento del rischio di morte. Per quanto riguarda la solitudine – fenomeno evidentemente più complicato da studiare nelle sue ricadute sul benessere fisico – è stata avanzata l’ipotesi di una sua correlazione con l’aumento della proteina C-reattiva, livelli lipidici più elevati e una funzione immunitaria maggiormente più deficitaria, oltre a disturbi del sonno, disfunzioni neuroendocrine e immunitarie, tutti fattori che interferiscono negativamente sullo stato di salute e sull’invecchiamento sano. Tuttavia, la ricerca è nel pieno del suo sviluppo e i nodi che restano da sciogliere sono molti.

 

A cura di Emiliano Loria

 


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