Riferimento bibliografico
Gomez‑Costilla, P; Garcia‑Prieto, C; Somarriba‑Arechavala, N (2021) Aging and Gender Health Gap: A Multilevel Analysis for 17 European Countries. Social Indicators Research (2022) 160:1051–1069
Börsch-Supan, A., et al. (2013). The survey of health, ageing and retirement in Europe. International Journal of Epidemiology, 42(4), 992–1001
In sintesi
L’articolo prende in considerazione l’ipotesi che nelle persone anziane vi sia un divario di salute legato al genere, ovvero che donne e uomini, con l’avanzare dell’età, non abbiano pari opportunità in termini di benessere psico-fisico; inoltre lo studio valuta l’eventuale influenza dei sistemi di welfare messi in atto nei diversi Stati europei sull’accesso alle cure della popolazione anziana, e se questo divario sia collegato a sua volta al genere della persona.
Il contesto e il punto di partenza
Da tempo si è osservato che le differenze di genere, così come altri fattori, tra cui lo status socioeconomico, possono intervenire sul processo di invecchiamento, portando ad un divario nello stato di salute degli anziani. Gli studi ad oggi supportano l’osservazione che la donna sia maggiormente portata a sviluppare patologie croniche e a manifestare depressione e alterazioni del tono dell’umore rispetto all’uomo, e questo ha suggerito l’esistenza di differenze di genere nei pattern di malattia.
La donna di contro è anche maggiormente propensa a seguire stili di vita più sani. Uno status socioeconomico migliore, inoltre, pare favorire maggiormente quest’ultima, con una riduzione di prevalenza dell’obesità netta rispetto all’uomo.
La donna trae giovamento anche dal fatto di dedicarsi in misura minore ad abitudini quali fumo e alcool.
Inoltre le signore risentono generalmente in misura maggiore della pressione sociale sul proprio aspetto estetico, dedicandosi di conseguenza a comportamenti preventivi.
I risultati contraddittori delle ricerche in merito e l’eterogeneità tra i Paesi rispetto alle disuguaglianze di genere in materia di salute e invecchiamento suggeriscono la necessità di ulteriori studi.
Le caratteristiche dello studio
Questo studio analizza come i sistemi sanitari possano influenzare le disparità di salute tra uomini e donne nella popolazione over 60 europea. Gomez‑Costilla et al. si concentrano su due aspetti:
1. Esiste un diffuso divario di salute di genere tra gli anziani in Europa?
2. Esiste un’associazione universale tra il divario di salute di genere e l’età nella popolazione anziana europea, che varia con l’invecchiamento, o il tutto dipende dal sistema di welfare in essere?
I dati acquisiti per lo studio in oggetto derivano dall’indagine europea sulla salute, l’invecchiamento e il pensionamento (SHARE), condotta nel 2015 in 18 Paesi (Börsch-Supan 2017). Per comprendere meglio il fenomeno dell’invecchiamento in Europa, SHARE ha raccolto dati sulla salute fisica e mentale, sul livello di soddisfazione di vita e sul benessere generale delle persone di 50 anni e più.
Lo studio ha preso in considerazione tre categorie di dati: fattori demografici, socioeconomici e comportamenti legati agli stili di vita.
– I fattori demografici analizzati sono l’età, il sesso, lo stato civile e il fatto di vivere in una grande città. Lo stato affettivo e relazionale di una persona, in particolare la presenza di un partner fisso, pare possa ridurre i sintomi depressivi e migliorare il percepito rispetto alla propria salute. Questo però non sempre è applicabile alla donna anziana, che invecchiando si trova spesso nella posizione di caregiver di una persona affetta da disabilità. Vivere in una metropoli dà maggiori opportunità in termini di servizi sanitari, mentre vivere in aree rurali riduce la possibilità di ricevere un’assistenza di qualità.
– I fattori socioeconomici selezionati sono il reddito netto familiare, l’istruzione e l’eventuale presenza di difficoltà finanziarie, nonché l’avere un’assicurazione sanitaria aggiuntiva. Gli autori sottolineano come il reddito sia una stima poco precisa dello status socioeconomico della persona, in quanto vi possono essere altre fonti di benessere non prese in considerazione.
– Gli stili di vita indagati sono la sedentarietà, l’uso di alcol, l’aumento di peso e il fumo. Essi possono condizionare il declino fisico e cognitivo della persona. Fattori di rischio sono la mancanza di attività fisica, il consumo di alcol, inteso come l’assunzione di sei o più drink al mese o più, il sovrappeso, inteso come un indice di massa corporea maggiore o uguale a 25 e il fumo, che nello studio ha visto includere anche gli ex fumatori.
L’articolo divide la popolazione indagata in quattro sistemi di welfare – bismarckiano (Germania, Austria, Belgio, Francia, Olanda), scandinavo o socialdemocratico (Svezia, Danimarca, Norvegia, Finlandia), meridionale (Portogallo, Spagna, Italia, Grecia) e orientale (Repubblica Ceca, Ungheria).
I risultati ottenuti
Il campione analizzato ha compreso 59.539 persone di età pari o superiore a 50 anni, provenienti da 17 diverse nazioni europee, il 55,3% delle quali di sesso femminile. Il 60,9% dichiara di essere in buona salute, mentre il 39,1% riferisce problemi. Le donne generalmente dichiarano di avere più difficoltà legate alla salute rispetto agli uomini (40,5% versus 37,3%). Dallo studio emergono discrepanze significative nell’istruzione delle persone all’interno dei sistemi di welfare, in particolare nelle nazioni dell’Europa meridionale, dove oltre il 47% degli adulti non ha completato l’istruzione secondaria o ha terminato solo l’istruzione primaria.
Prendendo in considerazione i dati relativi al genere e all’età, è emerso un notevole divario tra i sessi e un gradiente negativo di età: con l’aumentare degli anni aumenta infatti la probabilità di dichiarare uno stato di cattiva salute. Nella stima sono stati presi in considerazione anche i fattori socioeconomici, molti dei quali contribuiscono alle disparità di benessere riferito. Una buona istruzione e un reddito soddisfacente diminuiscono significativamente la probabilità di dichiarare cattive condizioni di salute.
La salute viene invece compromessa dal fumo, dal sovrappeso e da uno stile di vita sedentario. Tuttavia, la probabilità di dichiarare uno stato di cattiva salute diminuisce se si dispone di un’assicurazione sanitaria aggiuntiva e di una solida posizione socioeconomica.
Le persone di oltre 50 anni godono complessivamente di una salute migliore nei Paesi del Sud, bismarckiani e scandinavi. Gli autori hanno osservato le disuguaglianze di benessere tra gli anziani europei variano a seconda della tipologia di Stato sociale. Solo nelle regioni del Sud dell’Europa e scandinave le donne hanno maggiori probabilità rispetto agli uomini di dichiarare di soffrire di cattiva salute con l’avanzare dell’età. Nei Paesi del Sud, in particolare, si registra un significativo divario di genere (gender gap) in materia di salute per tutti i gruppi di popolazione in riferimento all’età, con le donne di 80 anni e oltre che hanno probabilità più che sestuplicate di riferire una salute mediocre/scarsa rispetto agli uomini tra i 50 e i 59 anni.
Lo stesso vale per i gruppi appartenenti alle fasce d’età più avanzate che vivono nei Paesi dell’Europa orientale, dove uno stato di malessere riferito è di quattro volte maggiore rispetto ai gruppi più giovani.
Quale la novità e le prospettive
I risultati hanno mostrato un gradiente negativo legato all’età per la salute degli anziani europei, che porta a un aumento significativo della probabilità di riferire cattive condizioni per le persone molto anziane. Sono state riscontrate notevoli differenze tra le aree geografiche, con i Paesi dell’Est e del Sud che hanno registrato un deterioramento dello stato di benessere degli anziani legato all’età maggiore rispetto ai Paesi bismarckiani e scandinavi. Nei Paesi del Sud si è riscontrato un divario di salute tra i sessi per tutte le fasce d’età, che aumenta rapidamente se si prendono in considerazione le fasce più anziane.
Un aspetto da sottolineare è che gli Stati dell’Europa meridionale hanno una vera e propria segregazione occupazionale a sfavore delle donne nel mercato del lavoro, che porta a livelli salariali medi più bassi. Ciò rende le donne anziane dell’Europa meridionale più dipendenti dalla protezione del sistema di welfare generale di quanto non lo siano in altri regimi previdenziali.
In conclusione, lo studio ha rilevato l’esistenza di grandi differenze in materia di salute e sicurezza tra gli anziani europei in base all’età, al sesso e al Paese. Certamente si evidenzia nuovamente come il grande anziano sia un soggetto particolarmente vulnerabile, e la difficoltà si accentua in realtà quali i Paesi dell’Est e dell’Europa meridionale. La fragilità si associa al genere, e la donna si trova, come descritto in molteplici studi, in una posizione di svantaggio (gender gap). Il gender gap è stato infatti evidenziato nell’educazione, nella possibilità di accesso e valorizzazione agli studi in ambito scientifico, nel lavoro, nella posizione socio economica e, come approfondito in questa analisi, nella salute.
Sono necessarie ulteriori ricerche per capire come alcuni tipi di stato sociale siano riusciti a ridurre queste disuguaglianze. Le iniziative per migliorare il sostegno specializzato a questi gruppi di popolazione sono una priorità nell’Europa orientale e meridionale.
A cura di Chiara Gallione