Riferimento bibliografico
Zeng G, Zhu W, Lam W, Bayramgil A. Treatment of urinary tract infections in the old and fragile. World J Urol. 2020 Nov;38(11):2709-2720. doi: 10.1007/s00345-020-03159-2. Epub 2020 Mar 27. PMID: 32221713.

In sintesi

L’infezione delle vie urinarie (IVU) è un argomento spesso affrontato dal personale medico che si occupa della cura della popolazione anziana. Numerosi fattori di rischio rendono questi pazienti più suscettibili allo sviluppo di IVU, tuttavia, soprattutto nei pazienti con decadimento cognitivo o difficoltà di comunicazione, fare una corretta diagnosi è complicato. È necessario differenziare la batteriuria asintomatica, dalla IVU sintomatica, in quanto, in linea generale, solo per la seconda è indicata una terapia antibiotica.

Il contesto e il punto di partenza

L’infezione delle vie urinarie è estremamente comune, interessa 150 milioni di persone ogni anno nel mondo. I pazienti fragili anziani, spesso affetti da disabilità, come incontinenza, immobilità e decadimento cognitivo, sono a più alto rischio di sviluppare IVU. Inoltre, in questi pazienti, una corretta diagnosi rappresenta una sfida per il medico a causa di una presentazione spesso aspecifica con sintomi quali malessere generale, alterazione dello stato mentale, debolezza, variazione del comportamento alimentare e cadute a terra. Nei pazienti anziani le IVU sono la principale causa di batteriemia e ospedalizzazione.
Per batteriuria asintomatica si intende la presenza di una significativa quantità di batteri in un campione di urina sterile, in assenza di sintomi. Mentre la diagnosi di infezione delle vie urinarie richiede batteriuria associata a sintomi genitourinari (es. febbre, disuria, pollachiuria, ritenzione urinaria acuta) o nel paziente anziano, come detto prima, a sintomi aspecifici. Il cambiamento di colore o di odore dell’urina non sono criteri per fare diagnosi di IVU.

Le caratteristiche dello studio

È stata condotta una review narrativa attraverso la ricerca sui database di PubMed e Web of Science di articoli in lingua inglese pubblicati entro marzo 2019 inerenti alle IVU nella popolazione anziana fragile. Gli articoli, le review e gli abstract ottenuti sono stati revisionati dagli autori, che hanno selezionato 64 pubblicazioni considerate rilevanti tra le 701 inizialmente vagliate.

I risultati ottenuti

Per i pazienti anziani non è generalmente indicata l’antibioticoterapia nei casi di batteriuria asintomatica, in quanto si è visto essere associata solo ad un aumento degli effetti avversi e delle resistenze antibiotiche. L’unica eccezione è il trattamento in previsioni di una TURP o di interventi urologici invasivi.

Le infezioni delle vie urinarie sintomatiche, invece, devono essere trattate con una terapia antibiotica il più possibile mirata che tenga conto delle caratteristiche del paziente, delle sue comorbidità e delle eventuali resistenze antibiotiche locali.

Per le IVU non complicate è indicato il trattamento con trimetoprim/sulfametossazolo o nitrofurantoina della durata di 3-7 giorni. Nelle donne anziane alcuni studi hanno dimostrato che un trattamento di 3 giorni non è risultato essere inferiore in termini di efficacia ad un trattamento di più lunga durata.

Pazienti anziani con IVU complicate o pielonefriti sono ad alto rischio di complicanze, necessitano quindi di terapia sistemica in ambiente ospedaliero.

Nelle donne anziane con IVU ricorrenti (due o più episodi di IVU in sei mesi o tre o più episodi in un anno) è stato dimostrato come una profilassi antibiotica a lungo termine per 6 o 12 mesi con nitrofurantoina, trimetoprim/sulfametossazolo o solo trimetoprim sia in grado di ridurre il tasso di recidive.

Negli uomini, invece, è necessario prima escludere sottostanti patologie gravi, come ad esempio neoplasie, tramite uroflussometria ed indagini radiologiche o endoscopiche.

Una categoria ben rappresentata tra la popolazione anziana è quella dei portatori di catetere vescicale a permanenza, a maggior rischio di sviluppare infezione delle vie urinarie. In questi pazienti è necessario rivalutare spesso una possibile rimozione o il passaggio a presidi meno invasivi (urocondom). La profilassi antibiotica sistemica non è raccomandata in questi pazienti.

Per quanto riguarda la prevenzione, alcuni studi clinici hanno dimostrato che la supplementazione con D-mannosio è in grado di ridurre il rischio di recidiva di IVU con un’efficacia pari a quella della nitrofurantoina. L’utilizzo del succo di mirtilli, invece, risulta controverso nei pazienti anziani, in quanto non è stata dimostrata una superiorità rispetto al placebo. Una promettente alternativa è data dai vaccini, infatti studi preliminari hanno dimostrato che alcuni di questi sono in grado di ridurre il rischio di ricorrenza di IVU.

Limiti dello studio

Mancando delle linee guida evidence-based per la diagnostica e il trattamento dell’infezione delle vie urinarie nella popolazione anziana è stato possibile condurre soltanto una review narrativa.

Quale la novità

In questa review si tenta di delineare con più accuratezza le indicazioni per la corretta diagnosi, trattamento e prevenzione delle IVU e sue recidive nella popolazione fragile.

Quali le prospettive

Per il futuro è utile implementare gli studi sull’utilizzo di terapie non antibiotiche per la prevenzione delle IVU nella popolazione anziana fragile e migliorare le indicazioni per la diagnostica e trattamento delle IVU nei pazienti portatori di catetere a permanenza.

A cura di Alice Albè e Martina Crevola


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