Riferimento Bibliografico

Aiken, L. H., Simonetti, M., Sloane, D. M., Cerón, C., Soto, P., Bravo, D., Galiano, A., Behrman, J. R., Smith, H. L., McHugh, M. D., & Lake, E. T. (2021). Hospital nurse staffing and patient outcomes in Chile: a multilevel cross-sectional study. The Lancet. Global health9(8), e1145–e1153. https://doi.org/10.1016/S2214-109X(21)00209-6

In sintesi

Questo studio trasversale multilivello condotto in Cile su 40 ospedali ha evidenziato come numericamente i livelli di personale infermieristico ospedaliero siano correlati a risultati di salute più favorevoli sui pazienti e a una migliore soddisfazione per l’assistenza ricevuta. È stata osservata una minore mortalità dei pazienti, un numero di riammissioni a 30 giorni inferiore e una riduzione della durata della degenza.

Il contesto e il punto di partenza

Gli studi pubblicati negli ultimi anni dimostrano che, in ambito ospedaliero, numeri più elevati di infermieri sono associati a migliori esiti per i pazienti. Studi precedenti, per la maggior parte studi osservazionali retrospettivi con dati trasversali, prendevano in esame fattori infermieristici che spiegavano l’associazione ma non la causalità. 

Questo studio ha indagato l’associazione tra l’operato e il numero degli infermieri ospedalieri e i risultati sui pazienti nonché la produttività dell’ospedale. Si tratta quindi del più grande studio condotto in America Latina su questo argomento.

Caratteristiche dello studio

Si tratta di uno studio trasversale multilivello condotto in Cile, che aveva l’obiettivo di stimare le associazioni tra i livelli di staff infermieristico e la qualità dell’ambiente lavorativo rispetto alla mortalità a 30 giorni dei pazienti ricoverati, la riammissione a 30 giorni, la durata della degenza, l’esperienza del paziente e la qualità percepita delle cure.

Per il personale ospedaliero sono state somministrate delle interviste agli infermieri che lavoravano in ospedali pubblici e privati per adulti ad alta complessità. Le interviste sono state collegate ai dati sulla soddisfazione dei pazienti e ai dati sulle dimissioni dei gruppi di pazienti (DRG).

Per ogni ospedale sono state raccolte almeno 50 risposte sulla soddisfazione dei pazienti, ricoverati in unità mediche e chirurgiche da almeno 48 ore, in grado di fornire queste informazioni.

Per le analisi statistiche sono stati applicati modelli di regressione logistica a effetti casuali multilivello e modelli di regressione binomiale negativa troncati a zero, raggruppando i pazienti all’interno degli ospedali.

Principali risultati

Hanno risposto alle interviste 1.652 infermieri provenienti da 40 ospedali diversi, di cui 34 pubblici e 6 privati. Sono stati raccolti i dati sulla soddisfazione di 2.013 pazienti e i dati della dimissione di 761.948 pazienti ricoverati in ospedale.

È stato effettuato un aggiustamento sulla base delle caratteristiche dei pazienti ed è stato osservato che lo staff infermieristico, a livello numerico, era correlato agli esiti di salute. Dunque, meno infermieri più esiti negativi. Dai risultati è emerso anche che l’ambiente di lavoro si correlava alla soddisfazione dei pazienti e alla valutazione della qualità degli infermieri. Per ogni paziente aggiunto al carico di lavoro degli infermieri è stato osservato un aumento della mortalità, delle riammissioni e della lunghezza della degenza.

Quali novità

Dallo studio è emerso che gli ospedali cileni hanno in media un numero di infermieri inferiore allo standard internazionale. Per gli infermieri ospedalieri la media è 14,1 pazienti ciascuno, con una grossa differenza fra gli ospedali privati e i pubblici (rispettivamente 8,7 vs 14,7). Negli ospedali pubblici un infermiere segue da 9 a 24 pazienti. In generale, per ogni paziente aggiuntivo il rischio di morte aumenta del 4%. Rispetto agli ospedali con 8 pazienti per infermiere, in quelli che avevano 18 pazienti per infermiere il rischio di morte aumentava del 41%, la probabilità di riammissione a 30 giorni del 20%, la durata della degenza aumentava del 41%. Inoltre, la probabilità di valutare positivamente l’ospedale diminuiva del 68% e la volontà di raccomandare ad altri quell’ospedale era inferiore del 55%.

Quali limiti

Il disegno dello studio non permetteva di stabilire una relazione causale tra le risorse infermieristiche e gli esiti dei pazienti. I risultati dello studio sono comunque simili ad altri studi cross sectional e che hanno effettuato analisi longitudinali. Alcune misure utilizzate (ad esempio qualità e sicurezza), anche se validate, si prestano in parte a interpretazione soggettiva.

Quali le prospettive

Dall’analisi del profilo demografico degli infermieri cileni si è osservato come la loro carriera sia più breve rispetto a quella dei colleghi statunitensi, il che potrebbe suggerire la necessità di migliorare le loro condizioni lavorative.

Aumentare il numero di infermieri attuando politiche pubbliche come effettuato in altri paesi, dove il limite massimo di pazienti per singolo infermiere è 10, sarebbe un investimento ampiamente ripagato dal numero di giorni di ricovero risparmiati. Questo risparmio di giornate di degenza creerebbe inoltre un maggior turnover di pazienti, permettendo di ridurre le liste d’attesa per intervento chirurgico.

Operare dei cambiamenti negli ambienti lavorativi permetterebbe di migliorare la qualità delle cure e la soddisfazione dei pazienti, ottimizzando l’efficienza del sistema produttivo ospedaliero.

A cura di Daiana Campani


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