Riferimento bibliografico
Mastroianni, A.M., Gilbert, D.T. The illusion of moral decline. Nature 618, 782–789 (2023)
In sintesi
Nel corso della storia, scrittori e osservatori sociali si sono spesso lamentati del declino di valori morali come la gentilezza, l’onestà e l’altruismo nella società del loro tempo.
Anche nella popolazione generale, specie in chi è in là con gli anni, c’è la tendenza a denunciare una sorta di caduta morale nei comportamenti quotidiani dei loro contemporanei, in contrapposizione a quanto succedeva ai tempi della loro giovinezza.
Due ricercatori americani, Adam Mastroianni della Columbia University e Daniel Gilbert della Harvard University, si sono chiesti se nella società si verifichi realmente un deterioramento morale tale da essere percepito nell’arco della vita di una persona oppure se si tratti di un’illusione psicologica diffusa.
Stando ai dati raccolti sia attraverso un lavoro d’archivio sia attraverso ricerche condotte ex-novo, i ricercatori hanno potuto concludere che non si tratta di una forma reale di declino morale ma di un’illusione psicologica diffusa, che si crea facilmente grazie ad alcuni bias cognitivi. La persistenza di questa erronea convinzione ha un impatto sulla scelta di come allocare le sempre più scarse risorse a sostegno della società.
Il contesto e il punto di partenza
Le persone ritengono che i loro contemporanei siano meno onesti ed etici nei loro comportamenti rispetto a quanto accadeva qualche decennio prima? Analizzando i dati raccolti in vari sondaggi a partire dal 1949, gli autori hanno scoperto che la risposta a questa domanda è nella maggior parte dei casi positiva ed è una costante sia negli studi più recenti che in quelli di 70 anni fa, sia negli Stati Uniti che in altri Paesi occidentali.
Le caratteristiche dello studio
Gli autori sono partiti da 177 sondaggi (estrapolati dai principali providers di survey research) condotti tra il 1949 e il 2019, che hanno coinvolto 220.772 americani. I sondaggi indagavano il giudizio sulla moralità degli altri, se questa fosse cambiata e come.
Successivamente sono stati esaminati altri 58 sondaggi in 59 nazioni diverse dagli Stati Uniti, tra il 1996 e il 2007, che hanno coinvolto 354.120 partecipanti.
Questi dati d’archivio hanno rivelato che le persone sono costantemente convinte di un declino della moralità, ma hanno diverse limitazioni. Innanzitutto, alcuni item relativi alle analisi condotte non specificavano chiaramente quali fossero i “valori morali” considerati né il periodo di riferimento, oppure contenevano formulazioni ambigue. Inoltre, si concentravano sulla presenza o assenza del declino morale, senza quantificarlo.
Per superare queste limitazioni e per capire se il declino reale fosse oggettivo o un’illusione psicologica diffusa gli autori hanno condotto tre studi originali in cui hanno chiesto a un campione di 1.230 americani di valutare quanto fossero “gentili, oneste, simpatiche e buone” le persone nel momento in cui è stato condotto lo studio e quelle del proprio ambiente sociale.
I risultati ottenuti
Gli studi originali degli autori hanno dimostrato che questa percezione si attenua quando viene chiesto ai partecipanti di valutare la moralità in una situazione a loro più prossima (per esempio quella dei loro concittadini un anno prima o delle persone appartenenti alla loro cerchia sociale). La spiegazione è che nella valutazione del declino entri in gioco un meccanismo di “biased exposure and memory” (BEAM: esposizione e memoria distorta). Per confermare che questo fosse effettivamente il caso, i ricercatori hanno verificato l’esistenza di due conseguenze dell’effetto BEAM, che prevede che l’illusione del declino morale sia attenuata, eliminata o addirittura invertita quando:
- le persone sono esposte a una quantità molto elevata di informazioni positive piuttosto che negative sul comportamento morale degli altri, come avviene con i loro prossimi, quali familiari, amici e soci
- quando alle persone viene chiesto di parlare di periodi per i quali non hanno poche o nessuna informazione in memoria, come ad esempio negli anni precedenti alla loro nascita.
Dunque l’effetto BEAM è il meccanismo psicologico che può spiegare l’illusione del declino della moralità e prevedere quando essa si attenua o si inverte (ad esempio, quando si considerano persone conosciute bene).
Quali le prospettive
La persistenza nel tempo di questa illusione, nei diversi Paesi, deve far riflettere: riporto di seguito ciò che scrivono gli autori statunitensi, pensiero attuale valido anche in Italia.
<<Se il basso livello di moralità è motivo di preoccupazione, allora il declino della moralità può essere una vera e propria chiamata alle armi e i leader che promettono di arrestare questo illusorio scivolamento – per così dire, “make America great again” – possono avere un fascino smisurato. I nostri studi indicano che la percezione del declino morale è facile da produrre, pervasiva, duratura, ancorché infondata. Una migliore comprensione di questo fenomeno sembra essere un compito urgente>>.
A cura di Leonluca Toro Bonavolontà