Riferimento bibliografico

René Rizzoli, Emmanuel Biver, Tara C Brennan-Speranza. Nutritional intake and bone health. Lancet Diabetes Endocrinol. 2021 Sep;9(9):606-621.
doi: 10.1016/S2213-8587(21)00119-4

 

In sintesi

Le fratture ossee secondarie a osteoporosi o fragilità ossea riguardano 1 donna su 2 ed 1 uomo su 5 nei soggetti al di sopra dei 50 anni. Questi eventi si associano a un incremento di morbidità, mortalità e a una riduzione della qualità di vita. Pertanto, in generale, si raccomanda quale strategia preventiva l’assunzione di una dieta bilanciata con un adeguato apporto di proteine, calcio e vitamina D, in associazione a regolare attività fisica.

 

Il contesto e il punto di partenza

Negli adulti, la massa minerale ossea dipende dalla quantità di osso accumulata alla fine della crescita, quando si raggiunge il cosiddetto picco di massa ossea, e dalla quantità di osso perso per il resto della vita. Di fatto, dopo il raggiungimento di tale picco, si assiste ad una perdita di massa ossea con il passare degli anni, con una accelerazione spiccata dopo la menopausa nelle donne, che determina un aumento del rischio di fratture. Il 60-80% del picco di massa ossea dipende da fattori genetici, la restante percentuale dipende da fattori ambientali, come per esempio la dieta. La “resistenza” dell’osso è, pertanto, potenzialmente correlata a fattori nutrizionali.

 

Caratteristiche dello studio

Gli autori hanno condotto una revisione della letteratura, con l’obiettivo di valutare l’effetto di vari nutrienti e i diversi pattern dietetici sul metabolismo osseo e sul rischio di fratture.

 

Risultati

Calcio

Che il calcio giochi un ruolo chiave nel metabolismo osseo è cosa nota. Secondo diverse raccomandazioni nazionali, la razione di calcio raccomandata nella dieta è pari a 800-1200 mg al giorno. La maggior parte degli studi su bambini e adolescenti dimostrano quanto la supplementazione di calcio aumenti la velocità di crescita ossea. Tuttavia, l’apporto desiderabile di calcio varia considerabilmente in relazione all’area geografica e l’assorbimento di questo prezioso nutriente si modifica in relazione all’età: ad esempio nei soggetti al di sopra dei 75 anni si riducono l’assorbimento intestinale e renale di calcio. La supplementazione di calcio da sola non si associa ad una riduzione del rischio di fratture; l’associazione di vitamina D e calcio invece riduce il rischio di fratture, specialmente negli anziani istituzionalizzati.

Magnesio

La dose giornaliera raccomandata nell’adulto è pari a 420 mg negli uomini e 320 mg nelle donne. La principale fonte di magnesio è rappresentata dalle noci, verdura a foglia verde e latticini. Le attuali evidenze suggeriscono un effetto protettivo, sebbene modesto, sull’osso.

Fosforo

Il fosforo, elemento essenziale per la mineralizzazione ossea, si trova soprattutto nei latticini, carne, grano, fagioli, lenticchie e noci. Una dieta bilanciata fornisce un adeguato apporto di fosforo, che secondo le raccomandazioni è pari a 700 mg/die negli adulti e 1250 mg/die negli adolescenti. Non vi sono sostanzialmente evidenze circa la supplementazione di tale elemento e la riduzione del rischio di fratture.

Proteine

L’apporto proteico è fondamentale per il corretto funzionamento del metabolismo osseo, muscolare e cartilagineo. I dati attualmente disponibili suggeriscono che una dieta ricca in proteine abbia un effetto benefico sulla massa ossea; i dati appaiono meno chiari relativamente al rischio di fratture.

Vitamine

In una metanalisi composta da otto studi osservazionali, l’uso di multivitaminici è associato ad una riduzione del 51% del rischio di fratture di femore. Tuttavia, diverse vitamine hanno un differente impatto sulla salute delle ossa.

La vitamina D è, da questo punto di vista, la più importante: favorisce l’assorbimento intestinale e renale di calcio e fosforo e la sua carenza è responsabile di fragilità ossea. Sebbene sia contenuta nei cibi, viene in realtà prodotta anche dal nostro organismo, soprattutto dopo l’esposizione alla luce solare. Così come per il calcio, la supplementazione della sola vitamina D non impatta significativamente sul rischio di fratture, che si riduce in maniera considerevole solo quando questi due nutrienti vengono associati. La dose raccomandata è pari a 800-1000 unità di vitamina D al giorno.

I dati relativi alle altre vitamine sono meno chiari; per quanto riguarda le vitamine del gruppo, si osserva un incremento del rischio di fratture di femore, sia per livelli troppo bassi che troppo alti di tali elementi.

Relativamente alle vitamine del gruppo B, non vi sono dati che suggeriscano un beneficio dalla loro supplementazione; al contrario, pare che l’associazione ad alte dosi di vitamina B6 e vitamina B12 possa favorire le fratture di femore.

La carenza di vitamina C è associata a fragilità ossea e una dieta ricca in vitamina C è stato associato a una riduzione del rischio di fratture di femore. Analogamente, la vitamina K sembra ridurre il rischio di fratture di femore.

Fitoestrogeni

La soia è un alimento ricco di fitoestrogeni, valutato negli anni per il suo effetto sulla salute ossea; la maggior parte degli studi attualmente disponibili, tuttavia, non ha evidenziato un beneficio in termini di prevenzione delle fratture o di miglioramento della massa ossea.

Acidi grassi omega 3

Studi osservazionali non hanno dimostrato evidenze consistenti sul ruolo che questi elementi possono avere sul rischio di fratture.

Caffè e tè

Una metanalisi suggerisce che l’elevato consumo di caffè potrebbe essere associato ad un maggiore rischio di fratture in maniera dose-dipendente nelle donne ma non negli uomini; viceversa, il è un alimento ricco di flavonoidi, la cui abituale assunzione aumenterebbe la densità minerale ossea in multipli siti del sistema scheletrico. Meno chiara è invece l’associazione fra tè e rischio di fratture.

Frutta e fibre

Nei soggetti anziani, un adeguato apporto di frutta e verdura comporta una maggiore densità minerale ossea; questo perché la presenza di prebiotici negli alimenti ricchi di fibre aiuta il mantenimento di un equilibrato microbiota intestinale favorendo pertanto le funzioni fisiologiche dell’intestino fra cui l’assorbimento di nutrienti. Una metanalisi che comprende cinque grandi studi osservazionali indica una riduzione dell’8% del rischio di frattura di femore nei soggetti che seguono una dieta regolare con frutta e verdura.

Specifi pattern dietetici

Le diete vegetariane e vegane sono associate a una ridotta massa ossea; in particolare la dieta vegana, essendo priva di latticini, è stata associata ad un incremento del rischio di fratture. L’attinenza a una dieta occidentale si associa ad un incremento del rischio di fratture; al contrario, la dieta mediterranea ha un effetto protettivo sull’osso e, fra tutte le tipologie di diete analizzate, risulta, sotto questo punto di vista, la migliore.

 

Limiti dello studio

I dati più solidi derivanti da questa review sono relativi a elementi il cui ruolo sul metabolismo osseo è ben noto da tempo. Viceversa, gli studi utilizzati per valutare il ruolo di altri alimenti, meno comunemente correlati alla salute dell’osso, non derivano da studi clinici controllati e randomizzati, ma piuttosto da studi osservazionali e con molte variabili non controllate.

 

Quali le prospettive

L’aderenza ad una dieta equilibrata ed uno stile di vita sano, con regolare attività fisica, sono fondamentali per garantire il corretto metabolismo osseo e la salute delle ossa, che inevitabilmente è soggetta ad un fisiologico deterioramento in relazione all’età. Tali raccomandazioni sono più che mai fondamentali per i soggetti anziani e per le donne, specie nel periodo post menopausa.

 

A cura di Irene Giacone

 


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