Riferimento bibliografico
Groom LL, McCarthy MM, Stimpfel AW, Brody AA. Telemedicine and Telehealth in Nursing Homes: An Integrative Review. J Am Med Dir Assoc. 2021 Sep;22(9):1784-1801.e7. doi: 10.1016/j.jamda.2021.02.037. Epub 2021 Apr 2. PMID: 33819450; PMCID: PMC9626369
In sintesi
Con il COVID-19 c’è stata un’esplosione di interesse verso le potenzialità della telemedicina, inizialmente per meglio gestire la pandemia nei contesti per acuti e poi anche per migliorare le condizioni di salute degli anziani che abitano in strutture residenziali (RSA), caratterizzate da cronicità e co-morbilità. Questo studio espone i risultati di una revisione sistematica della letteratura che aggiorna le conoscenze sull’efficacia e l’efficienza del teleconsulto specialistico di tipo geriatrico, dermatologico, psichiatrico e palliativo nei setting di RSA. Le evidenze emerse mostrano i benefici della telemedicina in termini clinici (miglioramento dei parametri vitali, qualità della vita, salute mentale), organizzativi (miglioramento dell’assistenza e riduzione dei ricoveri/accessi in pronto soccorso) ed economici (risparmio grazie alla riduzione di trasferimenti verso strutture ospedaliere). Nonostante la limitata qualità degli studi primari inclusi, e la non esaustività delle applicazioni di questa tecnologia nell’ ambito delle RSA, questi risultati preliminari legittimano l’interesse verso la telemedicina in questo contesto, sia dal punto di vista pratico sia da quello della ricerca.
Il contesto e il punto di partenza
L’interesse verso la telemedicina come strumento per migliorare le cure è aumentato considerevolmente in seguito alla pandemia da COVID-19. Questa tecnologia applicata alla salute è spesso studiata come modalità per migliorare le cure offerte in contesti caratterizzati da bisogni di cura complessi e da scarsità di risorse specialistiche, come le strutture residenziali per anziani (RSA). Studi svolti durante l’esperienza pandemica hanno mostrato che gli anziani in RSA seguiti a distanza attraverso la telemedicina (o tele-consulto) e il tele-monitoraggio hanno avuto meno probabilità di ricovero e decesso per COVID-19 rispetto al gruppo di controllo.
Per telemedicina si intende l’uso di videoconferenze sincrone che permettono un’interazione diretta e in tempo reale tra medico e paziente. La telemedicina è una delle possibilità che la tecnologia oggi offre per agevolare la comunicazione medico-paziente senza bisogno di condividere lo stesso luogo.
Considerando che il numero degli anziani continua a crescere, che gli ultra-anziani (con 85 anni o più) rappresenteranno in misura sempre maggiore un’importante fascia delle società occidentali e che nel giro di qualche decennio le RSA diventeranno luoghi sempre più richiesti, trovare soluzioni che permettano di assicurare la continuità delle cure in questi contesti sta diventando una priorità per la gestione dei costi umani, sociali ed economici dell’invecchiamento. La telemedicina offre una soluzione efficace ed efficiente.
Le caratteristiche dello studio
Si tratta di una revisione sistematica integrativa che ha incluso 16 studi, di cui 7 empirici sperimentali, 7 osservazionali e 2 qualitativi. Gli studi sono stati presi in esame con l’obiettivo di i) valutare e stimare l’effetto della telemedicina usata nelle RSA secondo la letteratura più recente, ii) aggiornare le conoscenze disponibili e iii) offrire valide raccomandazioni per la pratica.
I risultati ottenuti
Sono state osservate sessioni di consulenza sincrone con geriatri, neurologi, psicologi, cardiologi, esperti di problemi muscolo-scheletrici e delle cure palliative. Le popolazioni di anziani coinvolte variavano nei bisogni di salute e nelle condizioni cliniche. In base al bisogno, la frequenza delle sessioni era settimanale (come nel caso di soggetti affetti da demenza), mensile o programmata al bisogno. Infine, il monitoraggio da remoto variava in termini di modalità di misurazione, tempi e trasmissione dei dati.
Gli studi inclusi nella revisione hanno evidenziato che in seguito alle sessioni di teleconsulto e telemonitoraggio dei parametri vitali i pazienti partecipanti avevano migliori valori pressori, una riduzione degli episodi di incontinenza e minori ricoveri. I pazienti con demenza hanno riportato un miglioramento in termini di depressione e qualità della vita. Dal punto di vista degli operatori professionali, questi hanno restituito feedback positivi rispetto alla capacità della telemedicina di colmare le carenze dei servizi interni, favorendo le decisioni relative al trattamento dei residenti sul luogo e quindi prevenendo gli accessi in pronto soccorso (PS) e i ricoveri. Uno studio, ad esempio, ha mostrato una riduzione del 27% delle riammissioni ospedaliere in seguito all’uso della telemedicina rispetto al gruppo di controllo, così come un maggiore accesso ad altri servizi di cura tra gli anziani non seguiti con telemedicina: su un periodo di 3 anni, circa 500 trasferimenti in ospedale sono stati evitati ricorrendo alla telemedicina.
A livello organizzativo, gli studi quantitativi mostrano non solo una riduzione dei ricoveri e degli accessi in PS, ma anche un risparmio in termini di costi: uno studio ha mostrato un risparmio di 120 mila dollari annui associato a una riduzione di 15 ricoveri in una struttura di 170 letti che registrava 180 ricoveri all’anno; un altro studio ha stimato un risparmio di 5 milioni di dollari, grazie al fatto di avere evitato in 3 anni 500 trasferimenti presso strutture ospedaliere.
Anche i riscontri da parte degli utenti della telemedicina (ospiti, familiari e personale sanitario) appaiono positivi, sebbene siano pochi gli studi qualitativi che hanno cercato di approfondire questi aspetti. Indicative sono, da un lato, l’ intenzione dei medici di estendere questa modalità di cura e assistenza ad altri ambiti specialistici; dall’altro, il riscontro positivo dei familiari, che grazie alla telemedicina sentono i loro cari più seguiti e possono partecipare più agevolmente al processo di cura (prendendo parte ad esempio ai teleconsulti).
Secondo il personale sanitario, la telemedicina è stata un’opportunità per migliorare le cure presso le RSA incrementando la produttività, il tempo dedicato alla cura degli ospiti, l’accesso alle raccomandazioni e segnalazioni degli specialisti, la comunicazione tra infermieri, operatori di supporto e medici esterni alle RSA, la partecipazione dei familiari nella cura dei loro cari residenti in strutture. Tutto questo a patto che siano disponibili adeguati supporti tecnologici (hardware), un’integrazione dei dati registrati durante le sessioni con i flussi ordinari e una forte leadership che guidi l’uso della telemedicina nelle organizzazioni coinvolte. Infine, tra i limiti e le barriere emersi sono stati per lo più segnalati gli aspetti tecnici come la qualità dell’immagine e dell’audio, i problemi strutturali di rete (lentezza delle connessioni Wi-Fi) e la mancanza di risorse professionali da dedicare a questa pratica.
I limiti dello studio
In linea generale, la qualità degli studi inclusi non è elevata a causa di uno scarso rigore metodologico, che limita anche le possibilità di generalizzazione dei risultati. I limiti evidenziati dai revisori riguardano per lo più l’esclusione dalla revisione di studi relativi ad altri ambiti di salute (ad esempio telefarmacia, teleodontoiatria o teleriabilitazione), a forme di teleassistenza non incluse nella definizione di telemedicina qui usata (ad esempio la sorveglianza tecnologica, il monitoraggio passivo e robotico), così come l’esclusione di altre forme di videoconferenza non inerenti alla relazione medico-paziente (ad esempio telecomunicazioni tra i residenti nelle RSA e i loro familiari o il supporto a distanza offerto ai caregiver informali dei pazienti residenti). Pertanto, questi risultati non sono facilmente generalizzabili ad altre popolazioni di pazienti e le forme di telemedicina per cui vi è evidenza sono poche. Sono necessari nuovi studi rivolti a popolazioni con altre condizioni di salute o indirizzati alla gestione di patologie e disabilità qui non osservate (ad esempio cardio e cerebro-vascolari, riabilitazione motoria).
Quali le novità
L’uso della telemedicina per la cura e assistenza degli anziani in RSA è efficace soprattutto nella forma del teleconsulto e telemonitoraggio specialistico di tipo geriatrico, dermatologico, psichiatrico e delle cure palliative risultando associato a i) migliori condizioni di salute dei residenti, anche in situazioni pandemiche, ii) entusiasmo e apprezzamento da parte del personale sanitario coinvolto, iii) diminuzione dei costi associati alla riduzione dei ricoveri e degli accessi in PS. L’implementazione di un sistema di telemedicina nelle RSA deve considerare l’interoperabilità con i sistemi già esistenti, ovvero deve comunicare e scambiare agevolmente dati con le piattaforme di archiviazione e gestione dei dati già usate dai vari servizi coinvolti.
Quali le prospettive
La telemedicina è uno strumento promettente per garantire la continuità delle cure agli anziani residenti in RSA, là dove le strutture residenziali mancano di competenze specialistiche nelle 24 ore. Inoltre, la telemedicina può migliorare l’assistenza offerta dagli operatori sanitari, la partecipazione dei familiari nel processo di cura e nel rapporto medico-paziente nonché la riduzione dei costi sanitari associati a ricoveri e accessi in PS evitabili. Prima di implementare un sistema di telemedicina, è bene analizzare il contesto in termini di fattibilità individuando strategie di superamento dei limiti e delle barriere che ostacolerebbero il raggiungimento degli effetti sperati.
A cura di Silvia Caristia e Erika Bassi