Riferimento bibliografico

Kim H, Kim J, Ju HJ, Jang BJ, Wang TK, Kim YI. Effect of Forest Therapy for Menopausal Women with Insomnia. Int J Environ Res Public Health. Published 9 September 2020. Doi: 10.3390/ijerph17186548.

 

In sintesi

La menopausa è un periodo caratterizzato da diversi cambiamenti ormonali, fisici ed emotivi che possono provocare sbalzi d’umore, ansia e peggioramento dell’insonnia. In un sondaggio condotto su donne di mezza età, fino al 56% delle intervistate ha segnalato difficoltà a dormire e insonnia.

Lo scopo dello studio in oggetto è chiarire l’effetto della terapia forestale – ovvero una terapia basata sull’esposizione diretta delle persone coinvolte ad ambienti forestali, attraverso protocolli ben definiti – nel trattamento dell’insonnia in donne in menopausa, analizzando in modo oggettivo e scientifico l’efficacia dei programmi di terapia forestale nelle pazienti con insonnia postmenopausale.

 

Il contesto e il punto di partenza

Nonostante numerosi studi considerino la terapia forestale come una forma di medicina alternativa vera e propria, non esistono ancora prove scientifiche sufficienti a sostegno dei suoi effetti, a causa delle diverse composizioni forestali e delle differenze tra i programmi di trattamento. Ad oggi sono stati condotti vari tipi di studi sugli effetti della terapia forestale per consolidare questa forma di terapia come un’alternativa basata su evidenze scientifiche, in grado di produrre rilassamento fisico e psicologico, seppure le basi scientifiche a sostegno di questa ipotesi siano ancora limitate.

 

Le caratteristiche dello studio

Lo studio preso in esame è un trial clinico prospettico, a braccio singolo e svolto in un centro singolo.

Lo studio è stato condotto su donne volontarie di età superiore ai 40 anni che lamentavano insonnia causata dalla menopausa. La menopausa è stata diagnosticata tramite intervista. L’insonnia è stata diagnosticata utilizzando la terza edizione della classificazione internazionale dei disturbi del sonno.

Delle 35 partecipanti, 25 erano casalinghe, 6 erano impiegate in lavori part-time irregolari e 4 svolgevano attività di volontariato. Le partecipanti erano fisicamente attive e in grado di svolgere esercizi di intensità moderata. Le volontarie con patologie psichiatriche e cardiopolmonari sono state escluse. Lo studio è stato svolto da giugno a ottobre 2019; ogni sessione del programma è durata 6 giorni e ha ospitato fino a 6 partecipanti. Il programma è stato condotto presso il Centro Nazionale per le Attività Forestali di Hoengseong, nella provincia sudcoreana del Gangwon, che dispone di 6 sentieri che variano da 450 a 2000 m di lunghezza; in questo parco crescono naturalmente alberi come larici, betulle, cornioli e pini.

Le partecipanti allo studio hanno svolto varie attività, tra cui meditazione, ginnastica, passeggiate mattutine nella foresta di 30 minuti prima di colazione e passeggiate pomeridiane di 1-2 ore dopo pranzo. Dopo la passeggiata lungo i sentieri erano previsti massaggi e stretching alle gambe e bagni alternativamente in acqua calda e fredda.

Il sonno e lo stato emotivo di ciascuna partecipante sono stati valutati utilizzando la scala della sonnolenza di Epworth (ESS), la scala della sonnolenza di Stanford (SSS) per valutare la sonnolenza diurna, la versione coreana del Pittsburgh Sleep Questionnaire Index (PSQI) per l’indagine sulla qualità del sonno, l’Insomnia Severity Index (ISI) per misurare la gravità dei sintomi dell’insonnia, lo STOP-Bang per valutare l’apnea notturna, la Hospital Anxiety and Depression Scale (HADS) e la polisonnografia (PSG) prima e dopo il programma di terapia forestale. Dai campioni ematici ottenuti prima e dopo la terapia forestale sono stati dosati i valori di globuli rossi (RBC), glucosio, aspartato transaminasi (AST), alanina transaminasi (ALT), creatinina, sodio, potassio, cloruro, proteina C reattiva (CRP), interleuchina 6 e cortisolo.

 

I risultati ottenuti

L’età media delle partecipanti è risultata essere di 58.8 anni. L’analisi dei dati raccolti dopo la terapia forestale ha evidenziato una riduzione dei livelli ematici di cortisolo statisticamente significativa da 10,2 mcg/dl a 7,75 mcg/dl. L’ESS, che valuta la sonnolenza diurna, è migliorato da 7,4 a 6,0 e l’indice di ansia e depressione è migliorato rispettivamente da 6,7 a 5,5, e da 5,4 a 4,5. L’ Insomnia Severity Index (ISI) ha mostrato un miglioramento numerico da 12 a 11, ma il dato non ha mostrato significatività statistica. Dall’analisi dei dati ottenuti con la polisonnografia è emerso che l’efficienza del sonno è aumentata dal 76,9 all’89,3% dopo la terapia forestale. Poiché un’efficienza del sonno di almeno l’85% è considerata normale, possiamo concludere che il sintomo rappresentativo dell’insonnia è migliorato con la terapia forestale. Anche il risveglio dopo l’inizio del sonno ha mostrato una riduzione da 95,5 min a 47,4 min. Il cambiamento del tempo totale di sonno non è risultato statisticamente significativo, ma è aumentato da 409,7 min a 428,5 min.

 

Limiti dello studio

Lo studio presenta alcuni limiti, in particolare è stato condotto senza un gruppo di controllo; inoltre fattori ambientali come temperatura, umidità e illuminazione, necessari per una buona igiene del sonno, non sono stati considerati.

 

Quale la novità

Attraverso questo studio clinico prospettico, si può stabilire che la terapia forestale può essere un’alternativa efficace al trattamento non farmacologico dell’insonnia, soprattutto nelle donne in post-menopausa. Questo potrebbe essere il primo studio che ha provato a verificare l’efficacia della terapia forestale per l’insonnia utilizzando la polisonnografia.

 

Quali le prospettive

L’insonnia è un disturbo del sonno molto diffuso e i metodi di trattamento possono essere farmacologici (sonniferi e integratori erboristici) o non farmacologici (agopuntura, esercizio fisico e yoga). Il trattamento non farmacologico dell’insonnia dovrebbe essere preso in considerazione per primo, soprattutto considerando le possibili dipendenze ed effetti collaterali legati all’assunzione di farmaci. Questo studio propone l’uso della terapia forestale come metodo di trattamento non farmacologico.

 

A cura di Patrizia Lorenzon


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