Riferimento bibliografico
Neuberger L., Braude P., Weeks K., Braude P., Halliday R., McCarthy K., Carter B. – A new stoma for an older person – An association with quality of life and physical function: A systematic review. J Am Geriatr Soc. 2022 Aug; 70(8): 2415-2425.
In sintesi
Una recente revisione sistematica ha sintetizzato le evidenze esistenti in letteratura rispetto agli effetti della stomia nei pazienti anziani, con particolare riferimento alle conseguenze sulla qualità di vita, l’indipendenza funzionale e le abilità fisiche.
Dai dati estrapolati è emerso che il posizionamento di una stomia, specialmente per gli anziani, ha un impatto negativo sia sulla qualità di vita sia sulle abilità fisiche e sull’indipendenza funzionale.
Il contesto e il punto di partenza
Quanto influisce il posizionamento di una stomia sulla qualità di vita degli anziani?
Nei soggetti over 65 è più frequente, rispetto alla popolazione generale, la decisione di sottoporsi ad un intervento chirurgico nel momento in cui viene diagnosticato un tumore del colon-retto. Un’operazione di tale calibro non è priva di rischi, soprattutto per la popolazione anziana in cui, in genere, la stomia è permanente: il paziente può incorrere in eventi cardiovascolari o complicanze polmonari, degenza ospedaliera più lunga e un aumentato rischio di decesso. Proprio per questo, la pianificazione preoperatoria risulta essere un’ottima soluzione per individuare le possibili complicanze e i fattori modificabili che potrebbero peggiorare gli esiti dell’intervento (per esempio età, comorbidità, deterioramento cognitivo etc).
Per la persona assistita, diventare portatore di stomia, che sia di tipo intestinale o urinario, significa andare incontro ad una graduale perdita della propria autonomia, con conseguente peggioramento della qualità di vita. Spesso ciò rappresenta un disagio psicologico e sociale, che porta la persona anziana a dipendere sempre più dai caregiver e a perdere progressivamente la propria capacità di autocura.
Interventi infermieristici di stoma-care e una presa in carico del paziente anche durante il follow up potrebbero rivelarsi efficaci per favorire una maggiore acquisizione e sicurezza nell’autogestione della stomia.
Caratteristiche dello studio
Si tratta di una revisione sistematica che ha sintetizzato i risultati di 25 studi osservazionali, di cui 18 studi di coorte e 7 casi-controllo, per un totale di 6.972 pazienti con un’età media di 67.4 anni.
Come outcome primario sono stati indagati gli effetti della stomia sull’attività fisica mentre come outcomes secondari sono state studiate le conseguenze sulla qualità di vita, sull’indipendenza funzionale e sulla durata della degenza ospedaliera.
I risultati ottenuti
Dagli studi inclusi nella revisione è emersa un’associazione tra presenza di stomia e peggioramento delle abilità fisiche negli anziani, sia per i portatori di ileo o colostomie sia per quelli con urostomie. Allo stesso modo, per gli outcome secondari, molti degli studi analizzati hanno dimostrato un’associazione tra stomie e peggioramento della qualità di vita, oltre che perdita di indipendenza nella cura di sé. Tuttavia, solamente uno studio ha preso in esame anche i possibili fattori confondenti che potrebbero influenzare gli outcome studiati, come ad esempio l’età avanzata, con conseguente perdita progressiva dell’autonomia, e lo stato cognitivo. In questo caso non è stata rilevata una correlazione diretta con la presenza di stomia, bensì la graduale perdita della capacità di autocura è stata attribuita perlopiù all’invecchiamento dei soggetti piuttosto che all’intervento chirurgico. Nessuno studio incluso ha rilevato un prolungamento della degenza ospedaliera.
Limiti dello studio
Nonostante gli studi osservazionali presi in esame abbiano riscontrato un’associazione tra presenza di stomia e peggioramento della qualità di vita, non è stato determinato il nesso di causalità. Proprio per questo i dati devono essere interpretati con cautela, associando l’eterogeneità all’età dei pazienti, al tipo di chirurgia cui sono stati sottoposti e al tipo di stomia applicata.
Inoltre, molti studi non hanno specificato il tipo di chirurgia addominale eseguita, né il tipo di stomia confezionata o se si trattasse di un sistema temporaneo o permanente. Nessuno degli articoli selezionati ha incluso pazienti che non fossero affetti da tumore del colon-retto, fattore che potrebbe rivelarsi confondente per l’interpretazione dei dati relativi alla qualità di vita.
A questo proposito, le ricerche future dovrebbero focalizzarsi maggiormente sulla distinzione tra paziente portatore di stomia in seguito a rimozione di tumore del colon-retto e paziente con stomia in seguito ad altre patologie (es: diverticolosi, occlusione intestinale, disfunzione del pavimento pelvico etc.) in modo tale da poterne interpretare adeguatamente gli effetti.
Quali le novità
Questo studio è stato il primo ad analizzare una possibile associazione tra posizionamento di stomia, funzione fisica e qualità di vita nella popolazione anziana. Pur avendo preso in esame pochi outcome, la revisione ha posto le basi per approfondire in futuro quei fattori confondenti che potrebbero influenzare la qualità di vita dell’anziano, indipendentemente dalla presenza di una stomia.
Quali le prospettive
Future ricerche dovrebbero prendere in considerazione anche i fattori modificabili correlati al singolo paziente (es: età avanzata, deterioramento cognitivo, comorbidità) ancora prima dell’intervento chirurgico. I dati raccolti potrebbero rivelarsi utili per l’identificazione di un piano di cure condiviso e la pianificazione di interventi di stoma-care anche nel follow up.
Sono necessari ulteriori studi che indaghino come migliorare la capacità di self-care e autogestione della stomia nei soggetti di età avanzata, tenendo conto della loro situazione clinica sia in fase pre-operatoria sia in seguito all’intervento chirurgico.
A cura di Alessandra Bosco