Riferimento bibliografico
Javier Delgado-Lista, Juan F Alcala-Diaz, Jose D Torres-Peña, Gracia M Quintana-Navarro, Francisco Fuentes, Antonio Garcia-Rios, Ana M Ortiz-Morales, Ana I Gonzalez-Requero, Ana I Perez-Caballero, Elena M Yubero-Serrano, Oriol A Rangel-Zuñiga, Antonio Camargo, Fernando Rodriguez-Cantalejo, Fernando Lopez-Segura, Lina Badimon, Jose M Ordovas, Francisco Perez-Jimenez, Pablo Perez-Martinez, Jose Lopez Miranda, for the CORDIOPREV Investigators. Long-term secondary prevention of cardiovascular disease with a Mediterranean diet and a low- fat diet (CORDIOPREV): a randomised controlled trial. Lancet 2022; 399: 1876–85. https://doi.org/10.1016/ S0140-6736(22)00122-2.
In sintesi
La dieta mediterranea ha noti effetti sulla prevenzione primaria di eventi cardiovascolari in pazienti ad alto rischio. Prima dello studio CORDIOPREV, oggetto di questo articolo, la dieta mediterranea e la dieta a basso contenuto di grassi venivano raccomandate dalle linee guida cliniche in prevenzione delle recidive anche in mancanza di trial clinici a supporto di tali raccomandazioni. Lo studio CORDIOPREV ha permesso di dimostrare l’efficacia della dieta mediterranea nella prevenzione secondaria delle patologie cardiovascolari comparandola con la dieta a basso contenuto di grassi.
Contesto e punto di partenza
Unitamente alle strategie terapeutiche tradizionali, le misure comportamentali rappresentano un importante determinante sia dell’incidenza sia della recidiva di eventi cardiovascolari. In particolare, la dieta è l’aspetto studiato con più attenzione: la dieta ottimale in prevenzione di eventi cardiovascolari è in fase di studio da anni e nel corso del tempo le raccomandazioni hanno subito delle evoluzioni. Dai primi anni 2000, la principale indicazione per i pazienti con malattia cardiovascolare era la riduzione dei grassi assunti con la dieta; mentre la dieta mediterranea, ricca di frutta, verdura, legumi, cereali, carni bianche e pesce come principale fonte di proteine e olio di oliva come principale fonte di grassi, è stata tradizionalmente considerata una dieta potenzialmente salutare.
Già un altro studio di prevenzione primaria: PREDIMED che includeva 7447 partecipanti 55-80 anni (di cui 58% donne) con alto rischio di patologie cardiovascolari e controlli sani, ha provato l’efficacia della dieta mediterranea ma mancava uno studio che ne verificasse l’efficacia sulla prevenzione secondaria, specialmente in comparazione con un altro tipo di dieta.
Le caratteristiche dello studio
Lo studio CORDIOPREV è un trial clinico randomizzato, monocentrico, eseguito a lungo termine e su larga scala, volto a confrontare l’efficacia di due regimi alimentari (dieta a basso tenore di grassi e dieta mediterranea) in prevenzione secondaria di eventi cardiovascolari.
Dal 2009 al 2012 sono stati arruolati 1002 pazienti con conclamata cardiopatia, 500 inseriti nel gruppo a dieta ipolipidica e 502 nel gruppo a dieta mediterranea. L’età media era 59,5 anni e 827 (82,5%) erano uomini. Ai pazienti è stato fornito gratuitamente il necessario per seguire la dieta assegnata. Il follow-up è durato 7 anni e durante il periodo di osservazione i pazienti sono stati sottoposti a stretto monitoraggio da parte di dietologi, cardiologi e internisti, attraverso periodiche visite, sessioni di gruppo e telefonate, con un totale di almeno 12 interazioni per anno.
I risultati ottenuti
Al termine dello studio, le abitudini alimentari delle popolazioni in studio erano davvero cambiate in modo coerente con gli schemi dietetici assegnati: i pazienti a dieta mediterranea avevano aumentato il loro consumo di grassi monoinsaturi e polinsaturi (dal 37,4% al 40,5% dell’apporto energetico totale) e ridotto il consumo di acidi grassi saturi e di carboidrati. I pazienti a dieta ipolipidica avevano aumentato l’assunzione di carboidrati complessi e ridotto l’assunzione di grassi (complessivamente dal 36,7% al 32,1% dell’apporto energetico totale); in entrambi i gruppi si era visto un incremento nell’assunzione di fibre, a causa dell’aumentato consumo di frutta, verdura e legumi.
In tale contesto, lo studio dimostrava la superiorità della dieta mediterranea rispetto alla dieta a basso tenore di grassi nella prevenzione di eventi cardiovascolari maggiori; in totale, l’endpoint primario (inteso complessivamente come infarto miocardico, rivascolarizzazione, ictus ischemico, arteriopatia periferica e morte cardiovascolare) è stato registrato in 198 pazienti: 87 (17,3%) nel gruppo a dieta mediterranea e 111 (22,2%) nel gruppo sottoposto a dieta a basso tenore di grassi.
Il numero di eventi cardiovascolari registrato dallo studio si è rivelato più basso rispetto all’atteso: su questo potrebbero aver inciso lo stretto monitoraggio in ambiente controllato eseguito dai ricercatori, la congrua aderenza alla dieta da parte dei pazienti e il trattamento farmacologico ottimale. Sulla base di modelli precedenti, infatti, gli autori dello studio considerano quello del CORDIOPREV un intervento ad alta intensità.
La superiorità della dieta mediterranea rispetto a quella ipolipidica è risultata più evidente negli uomini, con una riduzione del 33% circa di eventi, mentre nelle donne non si è registrata una sostanziale differenza tra i due schemi dietetici. La dieta mediterranea ha mostrato, inoltre, maggiore efficacia anche nella coorte di uomini e donne che non avevano una storia familiare di malattia coronarica, LDL basale inferiore ai 100 mg/dL, di età inferiore ai 70 anni al momento dell’arruolamento nello studio, e in quei pazienti con un’aderenza maggiore dell’80% alla dieta assegnata.
Limiti dello studio
Lo studio includeva pazienti con una conclamata patologia coronarica per cui la generalizzazione dei risultati dello studio ad altri gruppi di pazienti dovrebbe essere effettuata con cautela, inoltre lo studio è stato condotto in Spagna, uno stato culturalmente pronto all’accettazione della dieta mediterranea, in alte aree geografiche questo tipo di dieta potrebbe non avere la stessa facilità di di accettazione.
Quale la novità
Lo studio CORDIOPREV dimostra che l’effetto della dieta mediterranea sulla prevenzione secondaria di eventi cardiovascolari e potrebbe essere utilizzato per l’aggiornamento delle linee guida di raccomandazione sulla dieta e follow-up dei pazienti con malattia coronarica.
Quali le prospettive
Lo studio ha dimostrato che la superiorità della dieta mediterranea è risultata maggiore nei partecipanti uomini, mentre nelle donne non si è registrata una sostanziale differenza tra i due schemi dietetici. Nuovi studi saranno necessari per svelare eventuali fattori di risposta alla dieta correlati al sesso.
A cura di Alessandra Pietragalla