Riferimento bibliografico

Merlo G, Rippe J. Physician Burnout: A Lifestyle Medicine Perspective. American Journal of Lifestyle Medicine. 2021;15(2):148-157. doi:10.1177/1559827620980420

 

In sintesi

Una recente revisione analitica suggerisce che seguire quotidianamente misure di lifestyle medicine può aiutare a migliorare il problema sempre più preoccupante del burnout tra il personale medico.

 

Il contesto e il punto di partenza

Il burnout dei medici è caratterizzato dal graduale esaurimento emotivo, da perdita di motivazione e dal ridotto impegno tra il personale ospedaliero.
Ancor prima dell’emergenza sanitaria da Covid-19, la discussione sul burnout dei medici aveva suscitato interesse crescente, tanto che la International Classification of Diseases, 11th Revision (ICD-11), prevista per gennaio 2022, includerà il burnout come sindrome professionale. La crescente letteratura sull’argomento mostra che oltre il 50% dei medici ha segnalato sintomi di burnout a causa delle condizioni di lavoro stressanti. È noto, tuttavia, che il miglioramento delle condizioni lavorative dei medici e del personale sanitario è fondamentale per ottimizzare le prestazioni dell’intero sistema sanitario.
Le condizioni di lavoro durante la pandemia da Covid-19 sono ulteriormente peggiorate, mentre gli sforzi spesi per migliorare struttura, organizzazione e cultura dell’assistenza sanitaria sono stati rallentati, quando non interrotti, dall’emergenza pandemica.
Comunemente, dai medici vengono pretese prestazioni perfette sia dal contesto medico stesso, che dai pazienti, portando il personale a mettere i propri desideri e la propria salute in secondo piano rispetto alla “missione” professionale. Questo rappresenta un rischio di burnout, soprattutto per quei medici che hanno risposte disadattive allo stress lavorativo. I medici di studi privati, quelli in prima linea, i medici all’inizio della carriera e le donne medico sono maggiormente a rischio di esaurimento. Lo stress può portare a risposte fisiche, come aumento del cortisolo, squilibrio di zuccheri nel sangue, ipertensione, perdita di tessuto muscolare, cambiamenti nella densità ossea, minore immunità, risposte infiammatorie e cambiamenti strutturali nel cervello. La ricerca sulla resilienza mostra che i modi più efficaci per affrontare lo stress sono meccanismi di coping attivi o proattivi come quelli promossi dalla lifestyle medicine.

 

Le caratteristiche dello studio

Merlo e Rippe, nella loro revisione, descrivono la complessità del costrutto del burnout e illustrano le conoscenze attuali sulla sua diffusione fra i medici, mettendo l’accento sulla peculiare vulnerabilità dei medici che contribuisce al burnout. Gli autori hanno successivamente descritto le strategie di lifestyle medicine che possono venire in aiuto al personale medico con sintomi di burnout.

 

I risultati ottenuti

Data la mancanza di consenso sulla definizione di burnout, esso potrebbe essere considerato una sindrome multidimensionale correlata al lavoro che include esaurimento emotivo, spersonalizzazione e un basso senso di realizzazione dal punto di vista lavorativo.
La lifestyle medicine fornisce un approccio basato sull’evidenza per affrontare molti dei fattori di rischio individuali associati al burnout. Le strategie di riduzione del rischio di burnout focalizzate sull’individuo possono mirare alla prevenzione primordiale, primaria, secondaria e terziaria sulla base dei 6 pilastri della lifestyle medicine:

1) strategie per gestire lo stress
2) evitare sostanze rischiose
3) mangiare sano
4) aumento dell’attività fisica
5) miglioramento del sonno
6) costruzione e mantenimento di relazioni sane.

La prevenzione primordiale avviene prima che i fattori di rischio insorgano, evitando lo sviluppo del burnout grazie ad una migliore salute fisica e mentale.

Una volta che i fattori di rischio sono già presenti, l’intervento primario è finalizzato all’identificazione e alla riduzione della fonte del burnout. Molte delle strategie di prevenzione primaria focalizzate sull’individuo, come il supporto di gruppi di pari, il miglioramento dell’autoefficacia professionale, gli interventi di coaching professionale, dovrebbero essere introdotte sul posto di lavoro.

La prevenzione secondaria mira a ridurre la gravità del burnout identificato dai programmi di screening. Esempi di interventi di prevenzione secondaria di lifestyle medicine sono programmi di gestione dello stress che incorporano strategie di coping per mitigare gli effetti dello stress, come le tecniche di self-efficacy.

La prevenzione terziaria cerca di ridurre al minimo le conseguenze negative del burnout, in particolare i disturbi depressivi o i disturbi d’ansia. È stato dimostrato che i pilastri della lifestyle medicine, come un’adeguata attività fisica e una dieta sana, contrastano la depressione e l’ansia, mentre l’uso del tabacco dovrebbe essere scoraggiato.

 

Limiti dello studio

Lo studio analizzato si è limitato a discutere del burnout tra i medici, mentre il problema investe anche altri operatori sanitari.

 

Quali le novità

Per la prima volta viene proposto un modello di prevenzione della salute in ambito lavorativo basato sui principi di lifestyle medicine e volto alla riduzione dei fattori di rischio per il burnout. L’aspetto più innovativo del modello è rappresentato dall’introduzione della prevenzione primordiale. L’adozione di abitudini quotidiane sane permette di ridurre i fattori di rischio personali prima dell’inizio del burnout, predisponendo il medico ad adattarsi positivamente agli stress tipici dell’ambito sanitario.

 

Quali le prospettive

Gli interventi di lifestyle medicine devono sottolineare l’importanza della cura di sé da parte del medico come elemento fondamentale della cura del paziente. Gli autori sperano che i medici specializzati in lifestyle medicine possano svolgere un ruolo più attivo, offrendo ad esempio i loro servizi all’interno delle strutture sanitarie per aiutarle a creare ambienti che riducano sistematicamente la probabilità di burnout del medico.

 

A cura di Elisabetta Bravini e Carmela Rinaldi


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