Riferimento Bibliografico
Kütmeç Yilmaz, C. (2021), Effect of progressive muscle relaxation on adaptation to old age and quality of life among older people in a nursing home: a randomized controlled trial. Psychogeriatrics, 21: 560-570.
In sintesi
Pubblicato nell’aprile 2021, questo articolo analizza gli effetti del rilassamento muscolare progressivo (PMR) nell’adattamento alla vecchiaia. Gli esercizi di PMR consistono in una pratica mente-corpo in cui alcuni gruppi muscolari vengono compressi e rilasciati intenzionalmente per incoraggiare il rilassamento di nervi e muscoli. Questi esercizi rappresentano, di fatto, un metodo non farmacologico e, se eseguiti regolarmente e correttamente, diminuiscono gli effetti dello stress cronico alleviando la tensione dei muscoli scheletrici, favorendo la qualità della vita e l’adattamento all’età avanzata.
Contesto e punto di partenza
Molteplici fattori concorrono nel rendere la vecchiaia un periodo di vita difficoltoso. Molti elementi tra cui il genere, il reddito basso, l’istruzione, l’aumento dell’età, una condizione cronica, la solitudine ed un basso livello di sostegno sociale influenzano negativamente l’adattamento alla vecchiaia. Gli stessi elementi, insieme ad altri, come il numero di farmaci assunti, il sonno e il livello di autonomia influenzano anche la qualità della vita negli anziani. Visto che l’adattamento influisce positivamente sulla qualità di vita, è importante per gli operatori sanitari ed in particolare per gli infermieri attuare interventi che favoriscano l’adattamento alla vecchiaia. Gli studi disponibili in letteratura hanno riportato che il PMR incrementa la qualità della vita tra gli anziani. Alcuni di questi studi hanno dimostrato come il PMR possa essere efficace anche nel ridurre la tensione muscolare, lo stress, la sensibilità al dolore e l’astenia, migliorando lo stato fisico e cognitivo e la qualità del sonno.
Le caratteristiche dello studio
Si tratta di uno studio randomizzato controllato, condotto in una casa di cura in Turchia, che ha indagato la possibilità che il PMR possa migliorare la qualità della vita e l’adattamento alla vecchiaia. Lo studio è stato condotto da maggio a settembre 2019 su un campione di 45 anziani ultra 65enni, ospiti della casa di cura. Sono stati inclusi anziani che hanno fornito il consenso a partecipare allo studio, con un punteggio del test Mini Mental State Examination (MMSE) superiore o pari a 23, assenza di diagnosi di demenza o malattie psichiatriche, non assunzione di farmaci a base di benzodiazepine, antipsicotici o psicofarmaci, senza malattie dell’udito e con capacità di comunicare in lingua turca. Il tempo di permanenza minimo nella casa di cura doveva essere di almeno 2 mesi. Tra i criteri di esclusione troviamo anche popolazione con interventi chirurgici a rischio di sanguinamento. Il 42.2% dei partecipanti erano donne (52.4% appartenenti al gruppo intervento e 33.3% appartenenti al gruppo controllo), il 51.1% del totale dei partecipanti era oltre i 75 anni, l’82.2% del totale dei partecipanti aveva malattie croniche (64.4% ipertensione arteriosa, 28.9% diabete mellito, 2.2% BPCO, 6.7% scompenso cardiaco e 11.1% ipertrofia prostatica).
I risultati ottenuti
I dati dello studio sono stati raccolti utilizzando moduli di informazioni personali: l’ASADE (Assessment Scale of Adaptation Difficulty for the Elderly) e l’NHP (Nottingham Health Profile). Nel gruppo di intervento i punteggi totali medi ASADE e NHP dopo PMR hanno dimostrato come il PMR sia efficace per l’adattamento alla vecchiaia e per migliorare la qualità della vita. Differenze statisticamente significative tra i due gruppi sono state osservate per la reazione emotiva, l’isolamento sociale e la qualità del sonno (p˂ 0.001), ad indicare come il PMR sia efficace anche su questi aspetti.
I limiti dello studio
Uno dei limiti dello studio è rappresentato dal disegno monocentrico, oltre che dalla piccola dimensione campionaria (45 partecipanti). Ulteriori limiti dello studio sono rappresentati dai criteri di inclusione molto restrittivi, che rendono i risultati difficilmente generalizzabili. Infine, lo studio non è stato realizzato in cieco.
Quali le novità e quali le prospettive
La PMR può contribuire a migliorare sia i meccanismi per far fronte ai problemi di adattamento alla vecchiaia sia la qualità di vita correlata alla salute. Supportare gli anziani affinché possano migliorare la loro qualità di vita durante la vecchiaia è rilevante soprattutto in una società dove le prospettive di vita sono sempre più lunghe. La figura dell’infermiere riveste un ruolo importante nel favorire l’adattamento alla situazione tramite meccanismi di coping adeguati agli stimoli che le persone anziane stanno affrontando. Proseguire gli studi sull’argomento nel lungo termine potrebbe rivelarsi utile per comprendere meglio l’efficacia dei trattamenti. Implementare gli esercizi di PMR negli anziani in località con culture, stili di vita, abitudini e alimentazione differenti potrebbe essere interessante per favorire la comprensione dei fattori più o meno influenti rispetto all’efficacia del PMR.
A cura di Simone Romeo e Filomena Antignano