Riferimento bibliografico
Vettori, J. C., da-Silva, L. G., Pfrimer, K., Jordão, A. A., Louzada-Junior, P., Moriguti, J. C., Ferriolli, E., & Lima, N. K. C. (2022). Effect of chocolate on older patients with cancer in palliative care: a randomised controlled study. BMC palliative care, 21(1), 5. https://doi.org/10.1186/s12904-021-00893-1
In sintesi
Entro il 2060, circa 16 milioni persone all’anno moriranno per neoplasie maligne (+109% rispetto al 2016). Questo inevitabilmente porterà a un aumento dei pazienti, soprattutto anziani, che necessitano di cure palliative. In questo contesto cresce anche la preoccupazione circa il problema della nutrizione di questi malati, strettamente legato al conforto fisico, emotivo e psicologico. Questo studio ha verificato che il cioccolato può avere un ruolo nel migliorare lo stato nutrizionale e la funzionalità dei malati.
Il contesto e il punto di partenza
Alcuni alimenti sono associati a un maggior benessere generale. Tra questi ricordiamo il cioccolato, alimento composto principalmente da carboidrati e grassi, altamente appetibile, considerato il “comfort food” per eccellenza. I suoi benefici sono già noti: agisce contro lo stress ossidativo e l’infiammazione (fattori di progressione del cancro) e contribuisce al fabbisogno nutrizionale. Questo studio ha valutato l’utilità dell’assunzione di cioccolato nei pazienti anziani che ricevono cure palliative.
Le caratteristiche dello studio
Lo studio in oggetto è uno studio clinico randomizzato, non effettuato in cieco, condotto presso il reparto di Cure Palliative dell’Ospedale Universitario Ribeirão Preto dell’ Università di San Paolo (Brasile) tra il febbraio 2016 e l’agosto 2018. Sono stati preselezionati 156 pazienti che al momento dello studio erano sottoposti a cure palliative e sono stati studiati 65 di loro.
- 15 sono stati assegnati al gruppo di controllo;
- 16 a un gruppo che ha assunto cioccolato con una percentuale di cacao del 55%;
- 15 a un gruppo che assumeva cioccolato bianco (che non contiene cacao, ma solo burro di cacao).
Sia ai pazienti del gruppo che assumeva cioccolato al cacao al 55% sia ai pazienti del gruppo che assumeva cioccolato bianco è stato chiesto di consumare 25 g di cioccolato al giorno per 4 settimane. Al gruppo di controllo è stato chiesto di non consumare cioccolato fondente, ma altri snack o dolci di loro gradimento.
I risultati ottenuti
La valutazione dello stato nutrizionale è avvenuta mediante l’utilizzo di più scale, tra queste sono state utilizzate:
- scala “Mini Nutritional Assessment” (MNA)
- questionario Te FFQ
- valutazione antropometrica
- composizione corporea
- esami clinici
- indici di infiammazione
- capacità antiossidante
- determinazione della perossidazione lipidica
- presenza di danno di DNA
- qualità di vita
È stata dimostrata una buona aderenza dei partecipanti di entrambi i gruppi all’assunzione di cioccolato e i risultati dello studio hanno dimostrato che ci sono evidenti benefici.
L’assunzione di cioccolato con contenuto di cacao al 55% ha contribuito a migliorare lo stato nutrizionale e la funzionalità tra i pazienti oncologici più anziani, con una prognosi superiore al 70% di sopravvivenza a 30 giorni. L’assunzione di cioccolato bianco è stata invece associata a benefici in termini di stress ossidativo e infiammazione sistemica.
Limiti dello studio
Il campione selezionato è composto da un numero di pazienti poco più che esiguo; è dunque difficile generalizzare sulla popolazione di pazienti sottoposti a cure palliative.
Quale la novità
I risultati dello studio dimostrano che il consumo di cioccolato con un contenuto di cacao del 55% può contribuire a migliorare lo stato nutrizionale e la funzionalità tra i pazienti oncologici più anziani in cure palliative con una prognosi superiore al 70% di sopravvivenza a 30 giorni. Il consumo di cioccolato bianco è stato associato a un miglioramento dei parametri di stress ossidativo.
Quali le prospettive
I risultati ottenuti potrebbero essere replicati applicando lo stesso sistema a pazienti in condizioni simili a quelle studiate. Considerando che le preferenze alimentari sono molto personali, il supporto nutrizionale deve essere adattato anche alle necessità e ai desideri di ognuno. In questo senso l’assistenza nutrizionale può essere un’opportunità per aiutare i pazienti e le loro famiglie durante il trattamento.
A cura di Sara D’Aversa, Ilaria Mantovan, Eliana Nobile