Riferimento Bibliografico
Schlak, A. E., Aiken, L. H., Chittams, J., Poghosyan, L., & McHugh, M. (2021). Leveraging the Work Environment to Minimize the Negative Impact of Nurse Burnout on Patient Outcomes. International journal of environmental research and public health, 18(2), 610. https://doi.org/10.3390/ijerph18020610
In sintesi
Questo studio ha analizzato dei dati cross sectional su infermieri e dati ospedalieri per spiegare quale impatto ha il burnout sulla salute dei pazienti in termini di mortalità, soccorso inefficace e durata della degenza. Dalle rilevazioni effettuate è stato confermato che gli ospedali dove gli infermieri riferivano dei livelli più alti di burnout, gli outcome misurati sui pazienti erano peggiori. Negli ospedali dove l’assistenza era ritenuta di maggiore qualità e l’ambiente lavorativo era favorevole, gli outcome sui pazienti erano migliori e il livello di burnout degli infermieri era più basso.
Migliorare l’ambiente lavorativo degli infermieri è importante per attenuare gli effetti del burnout degli infermieri e garantire cure sicure e di alta qualità per i pazienti.
Il contesto e il punto di partenza
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce il burnout come un fenomeno occupazionale, sottolineando la sua relazione intrinseca con il posto di lavoro, caratterizzato da esaurimento fisico e mentale, distacco crescente dal proprio lavoro e una ridotta efficienza.
Un migliore ambiente lavorativo riduce il livello di burnout negli infermieri, ad esempio laddove gli infermieri sentono di avere una maggiore autonomia professionale oppure all’interno di cosiddetti ospedali magnete, cioè strutture riconosciute per l’eccellenza dell’assistenza infermieristica e che fungono da “magnete” attrattivo per gli infermieri poiché l’ambiente lavorativo ha caratteristiche organizzative favorevoli, come una maggiore autonomia dell’infermiere, personale e di qualità e management supportivo.
L’obiettivo dello studio è verificare tre ipotesi: (a) se il burnout degli infermieri è associato a livelli più alti di mortalità dei pazienti, mancato soccorso, maggiore durata della degenza; (b) se gli outcome sui pazienti sono migliori dove l’ambiente di lavoro attenua il burnout degli infermieri; (c) se un ospedale dichiarato Magnete (ovvero in cui l’ambiente di lavoro è buono) riduce il burnout degli infermieri influenzando gli outcome dei pazienti.
Caratteristiche dello studio
Si tratta di un’analisi secondaria di quattro serie di dati trasversali collegati e accorpati usando un identificativo ospedaliero comune.
Lo studio ha analizzato dati su 20.496 infermieri in 523 ospedali americani, 83 dei quali erano ospedali magnete. Per gli esiti clinici, sono stati analizzati 1.939.878 pazienti chirurgici adulti (18- 99 anni).
Per esplorare la relazione tra il burnout degli infermieri, i risultati dei pazienti, l’ambiente di lavoro e lo stato Magnet è stata utilizzata la regressione logistica multivariata.
Principali risultati
Lo studio ha rilevato una relazione significativa tra il burnout degli infermieri e la mortalità a 30 giorni in ospedale (OR = 1,06, p = 0,003). Un aumento di una deviazione standard nel punteggio medio del burnout degli infermieri era associato a un aumento del 6% delle probabilità di mortalità. Lo studio ha inoltre evidenziato relazioni significative tra il burnout degli infermieri, il soccorso fallito e la durata della degenza.
Gli outcome dei pazienti erano influenzati in maniera statisticamente significativa dall’ambiente di lavoro. Quando l’ambiente di lavoro cambiava da scarso a misto o da misto a buono la probabilità di mortalità a 30 giorni in ospedale calava del 14% (OR = 0,86, p < 0,001). In modo simile, un cambiamento nell’ambiente di lavoro da scarso a misto o misto a buono diminuivano del 12% le probabilità di mancato soccorso (OR = 0,88, p < 0,001) e la durata complessiva della degenza calava del 4% (IRR = 0,96, p = 0,003).
È stata osservata un’associazione fra ospedali magnete e una riduzione del 18% delle probabilità di mortalità a 30 giorni in ospedale (OR = 0,82, p< 0,001). Le probabilità di mancato soccorso erano inferiori del 13% (OR = 0,87, p= 0,003).
Quali novità
Lo studio supporta altri studi nel dimostrare che il burnout ha delle conseguenze gravi per la vita dei pazienti in termini di mortalità, soccorso inefficace e durata della degenza. L’ambiente di lavoro influisce enormemente sullo sviluppo della sindrome burnout e quindi è necessario migliorare il più possibile le condizioni lavorative degli infermieri, ad esempio garantendo una maggiore autonomia professionale, mantenendo dei livelli di staff infermieristico adeguati ai carichi di lavoro e supportando i lavoratori. A differenza di studi precedenti, questo studio ha utilizzato indici di misurazione diretti.
Quali limiti
Un limite dello studio era la ridotta possibilità di trarre inferenze causali dovuto all’uso di dati trasversali. Un punto di forza è stato quello di usare indicatori diretti di misura degli outcome sui pazienti. Sono stati compiuti degli aggiustamenti per minimizzare gli errori e le distorsioni. I dati di misura del burnout e dell’ambiente di lavoro sono stati analizzati in forma aggregata per evitare distorsioni ma il campione era sufficientemente ampio da limitare le distorsioni nelle risposte.
Quali le prospettive
La vita dei pazienti dipende dalla qualità delle cure che essi ricevono. Gli infermieri con un livello alto di burnout erogano assistenza con risultati peggiori in termini di durata della degenza, soccorso fallito e aumento della mortalità. Per minimizzare l’impatto negativo del burnout sugli infermieri è possibile migliorare l’ambiente in cui lavorano. Il modello ospedale Magnete, ad esempio, sembra essere associato a una minore mortalità e mancato soccorso dovute alla riduzione di burnout negli infermieri. Questo modello potrebbe essere adottato per migliorare le condizioni lavorative degli infermieri e avere migliori outcome di salute per i pazienti.
A cura di Daiana Campani
daiana.campani@uniupo.it