Riferimento bibliografico
Omar JS, Jaradat N, Qadoumi M, Qadoumi AN. Regular swimming exercise improves metabolic syndrome risk factors: a quasi-experimental study. BMC Sports Sci Med Rehabil. 2021 Mar 8;13(1):22. doi: 10.1186/s13102-021-00254-8. PMID: 33685505; PMCID: PMC7938372.
In sintesi
Negli ultimi decenni, il nuoto è diventato una delle più importanti attività fisiche prese in considerazione nel mondo sanitario, suggerito come approccio non farmacologico a patologie come diabete mellito di tipo 2, dislipidemia, ipertensione e obesità. In generale tutta l’attività fisica aerobica è raccomandata come approccio terapeutico non farmacologico, ma il nuoto rappresenta un’attività con ridotti effetti avversi a livello cardiaco, articolare e sistemico, il che è fondamentale soprattutto nei pazienti anziani. In questo studio sono stati osservati effetti positivi del nuoto su diversi fattori di rischio nella sindrome metabolica.
Il contesto e il punto di partenza
L’ipertensione, il diabete mellito, la sindrome metabolica, l’obesità e il sovrappeso sono patologie che incidono in modo significativo sul peggioramento della salute globale. Uno dei punti essenziali per migliorare lo stile di vita, e quindi prevenirle, è praticare regolarmente esercizio fisico. Nuotare può portare a un maggiore dispendio calorico, a un miglioramento del sistema muscolo-scheletrico e a migliorare altre funzioni fisiologiche, con minimi effetti avversi su cuore, articolazioni e altri organi, un punto fondamentale soprattutto nei pazienti anziani.
Le caratteristiche dello studio
Nello studio in questione sono stati arruolati quaranta partecipanti di sesso maschile e femminile affetti da ipertensione e diabete di tipo 2. Sono stati creati due gruppi, di cui uno ha seguito un programma che prevedeva sedici settimane di nuoto in piscina, senza alcuna altra attività fisica prevista, mentre l’altro gruppo ha mantenuto lo stile di vita abituale.
I risultati ottenuti
I risultati dello studio hanno mostrato differenze statisticamente significative nel gruppo di sperimentazione e nel gruppo di controllo. Nel gruppo che ha aderito al programma che prevedeva il nuoto per 16 settimane si è osservato un miglioramento nei valori di laboratorio relativi a colesterolo, HDL, LDL, trigliceridi, della pressione arteriosa, dell’indice di massa corporea (BMI) e della percentuale di grasso corporeo.
Limiti dello studio
È stata riscontrata difficoltà nel reclutare pazienti liberi da comorbidità e disabilità derivanti dall’impatto delle patologie prese in considerazione. Per ovviare a questo fattore confondente sono stati esclusi i pazienti con queste comorbidità, per questo il campione analizzato è poco rappresentativo, oltre a considerare un numero di persone modesto.
Quale la novità
L’esercizio fisico regolare è associato a una ridotta mortalità e a un ridotto rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Inoltre, l’esercizio fisico ha dimostrato di poter rallentare l’invecchiamento, le disfunzioni fisiologiche e di poter aumentare e migliorare la forza e la resistenza muscolare, riducendo le complicanze del diabete mellito e riducendo la massa grassa. Altri effetti positivi dell’attività fisica sono valori pressori inferiori, una maggiore sensibilità all’insulina e un profilo lipidico più desiderabile. Il nuoto rappresenta un’attività con ridotti effetti avversi a livello cardiaco, articolare e sistemico, molto adatta quindi in particolare nei pazienti anziani.
Quali le prospettive
I risultati di questo studio suggeriscono che un programma di nuoto di 16 settimane potrebbe essere preso in considerazione come alleato delle terapie farmacologiche nel fronteggiare le patologie metaboliche, come ipertensione e diabete mellito.
Inoltre, è raccomandabile incoraggiare il nuoto come attività utile per migliorare lo stato di salute di pazienti sovrappeso, obesi e dislipidemici.
A cura di Sara Parmeggiani