Riferimento bibliografico
US Preventive Services Task Force; Davidson KW, Barry MJ, Mangione CM, Cabana M, Chelmow D, Coker TR, Davis EM, Donahue KE, Jaén CR, Krist AH, Kubik M, Li L, Ogedegbe G, Pbert L, Ruiz JM, Stevermer J, Tseng CW, Wong JB. Aspirin Use to Prevent Cardiovascular Disease: US Preventive Services Task Force Recommendation Statement. JAMA. 2022 Apr 26;327(16):1577-1584.
In sintesi
L’aspirina (acido acetilsalicilico) svolge un ruolo importante nella prevenzione e nel trattamento delle malattie cardiovascolari (CVD), che sono una delle principali cause di morte, responsabili di oltre un decesso su quattro. Relativamente al suo utilizzo in prevenzione primaria, ovvero in soggetti senza storia, segni né sintomi di CVD, nel 2016 la US Preventive Services Task Force (USPSTF) aveva elaborato delle raccomandazioni, che ha deciso di aggiornare nel 2022 dopo aver effettuato una revisione sistematica della letteratura sull’efficacia di questo farmaco nel ridurre il rischio di eventi CV (infarto miocardico e ictus), mortalità cardiovascolare e mortalità per tutte le cause in persone senza CVD. Le nuove raccomandazioni anticipano in particolare sia l’età di avvio dell’eventuale terapia sia l’età da cui l’avvio non è più consigliabile.
Il contesto e il punto di partenza
L’aspirina inibisce l’aggregazione piastrinica e riduce così il rischio di aterotrombosi, motivo per cui viene ampiamente utilizzata per la prevenzione degli eventi CV, in particolare in prevenzione secondaria. Il suo impiego in prevenzione primaria è molto dibattuto, si devono infatti bilanciare i potenziali benefici nel ridurre gli eventi CV con l’aumentato rischio di sanguinamenti (gastrointestinali, intracranici e ictus emorragico) correlato al suo utilizzo, rischio che aumenta all’aumentare dell’età.
Nel 2016 la USPSTF aveva elaborato le seguenti indicazioni:
- raccomandava l’avvio di aspirina a basse dosi (75-100 mg/die) in prevenzione primaria nei pazienti di 50-59 anni con rischio di eventi CV a 10 anni ≥ 10%, senza aumentato rischio di sanguinamento, con aspettativa di vita ≥ 10 anni;
- la decisione di avviare il farmaco nei pazienti con età 60-69 anni con rischio CVD a 10 anni ≥ 10% deve essere invece individuale;
- riducendosi i benefici dell’aspirina in prevenzione primaria con l’aumentare dell’età si deve prendere in considerazione la sua interruzione nei pazienti con età ≥ 75 anni.
Le caratteristiche dello studio
L’USPSTF per aggiornare le raccomandazioni del 2016 ha effettuato una revisione sistematica della letteratura sull’efficacia dell’aspirina a basso dosaggio in prevenzione primaria nel ridurre il rischio di eventi CV, mortalità da CVD e mortalità per tutte le cause. Essendo indicazioni dibattute e spesso non univoche, ha commissionato inoltre uno studio per valutare il bilancio netto dei benefici e dei rischi, stratificato per età, sesso e livello di rischio CVD a 10 anni.
I risultati ottenuti
Sulla base dei risultati ottenuti, l’USPSTF conclude che la decisione di avviare l’aspirina a basso dosaggio in prevenzione primaria, nei pazienti di 40-59 anni con rischio a 10 anni ≥ 10% (raccomandazione di grado C,) dovrebbe essere individuale. La probabilità di beneficiarne sarà maggiore nei pazienti senza rischio di sanguinamento e disposti all’assunzione quotidiana del farmaco. Per l’assenza di beneficio, ne sconsiglia l’avvio nei pazienti con età ≥ 60 anni (raccomandazione di grado D). Mantiene infine l’indicazione a considerare l’interruzione del farmaco dai 75-80 anni di età, per la riduzione del suo beneficio in profilassi primaria.
Limiti dello studio
Il limite principale di questo studio è rappresentato dal fatto che le raccomandazioni ottenute sono di basso grado, sono quindi necessari studi ulteriori per rafforzare le evidenze attuali. In assenza di indicazioni univoche, rimane quindi compito del medico individuare i pazienti in cui sia elevata la stima del rischio CV a fronte di un basso rischio di sanguinamento.
Quale la novità
Rispetto alla precedente edizione, il USPSTF ha anticipato dai 50 ai 40 anni l’età da cui prendere in considerazione l’avvio dell’aspirina, sempre comunque in pazienti con aumentato rischio CV. Ha valutato che la decisione dovrebbe essere individuale e ha aggiunto infine un cut-off di età oltre alla quale non raccomanda l’avvio del farmaco (60 anni).
Quali le prospettive
Obiettivi futuri sono migliorare la valutazione del rischio CV e del rischio di sanguinamento associato all’utilizzo dell’aspirina, per poter meglio inquadrare il paziente e fare un bilancio più corretto di rischi e benefici per la prevenzione primaria. In considerazione del fatto che attualmente la decisione è individuale, potrebbe essere utile anche effettuare la caratterizzazione delle preferenze dei pazienti nelle diverse classi di rischio, una volta correttamente informati dei pro e dei contro.
A cura di Barbara Ferrari