Riferimento bibliografico
Kawabe A, Nakano K, Kubo S, Asakawa T, Tanaka Y. Differential long-term retention of biological disease-modifying antirheumatic drugs in patients with rheumatoid arthritis by age group from the FIRST registry. Arthritis Res Ther. 2020;22(1):136.
In sintesi
L’efficacia di diversi farmaci biologici (bDMARDs) usati nel trattamento dell’artrite reumatoide (AR) varia in base alle fasce d’età. Attraverso l’analisi dei dati del registro FIRST, questo studio ha valutato i tassi di retention rate (cioè di persistenza in terapia) dopo 3 anni dall’avvio della terapia con diversi farmaci biologici, dimostrando buoni valori anche in pazienti di età > 65 anni. Nei pazienti di età > 75 anni, inoltre, alcuni farmaci, come abatacept e tocilizumab, sembrano essere potenzialmente più vantaggiosi.
Il contesto e il punto di partenza
I bDMARDs rappresentano un’opzione terapeutica fondamentale per il trattamento di pazienti affetti da AR che non raggiungano un adeguato controllo di malattia con la terapia di prima linea. Negli ultimi anni, si sta diffondendo in maniera crescente il loro utilizzo in pazienti anziani, sebbene sia ancora da definire la strategia migliore per il loro utilizzo in questo contesto clinico. In particolare abbiamo ancora pochi dati relativamente alla loro efficacia e sicurezza nelle differenti fasce d’età.
Le caratteristiche dello studio
Gli autori hanno analizzato i dati dal registro FIRST, registro osservazionale disegnato per valutare l’efficacia e la sicurezza dei bDMARDs in pazienti affetti da AR. Sono stati inclusi 1362 pazienti con AR, di età > 20 anni, che avessero ricevuto una prescrizione di un bDMARD tra febbraio 2011 e marzo 2020. Sono stati considerati i seguenti bDMARDs: inibitori del tumor necrosis factor (TNFi) (infliximab [IFX], etanercept [ETN], adalimumab [ADA], golimumab [GLM], and certolizumab pegol [CZP]), abatacept (ABA), and tocilizumab (TCZ).
Gli autori hanno condotto un’analisi per sottogruppi dividendo la popolazione anziana per fasce di età (65-74 anni e ≥ 75 anni), al fine di confrontare efficacia e sicurezza dei bDMARDs nei diversi gruppi.
L’outcome primario era costituito dalla retention rate (durata del trattamento fino a sospensione a giudizio del medico curante) in un’analisi aggiustata per specifiche covariate; outcome secondari includevano le motivazioni dell’interruzione e l’efficacia clinica. Le ragioni per la sospensione della terapia sono state classificate in: interruzione per remissione, inadeguato effetto terapeutico, effetti collaterali, altro.
I risultati ottenuti
Considerando l’intera popolazione, la retention rate (RR) osservata a 3 anni per TNFi, ABA, e TCZ è stata 43%, 51%, and 65%, rispettivamente. La RR per il TCZ è stata significativamente maggiore che per ABA e TNFi.
Raggruppando per età gli autori hanno riportato quanto segue.
- Nei pazienti di età < 65 anni, la RR a 3 anni per TNFi, ABA, e TCZ è stata 43%, 47%, e 69%, rispettivamente, con una RR per il TCZ significativamente maggiore che per ABA e TNFi.
- In pazienti di età compresa tra 65 e 74 anni, la RR a 3 anni per TNFi, ABA, TCZ è stata 44%, 53%, and 60%, rispettivamente con una RR per TCZ significativamente maggiore che per TNFi.
- In pazienti di età ≥ 75 anni, la RR a 3 anni per TNFi, ABA, TCZ è stata 38%, 63%, e 58%, rispettivamente, con una RR per ABA significativamente maggiore che per TNFi. La scarsa numerosità del campione non ha permesso di analizzare dati relativamente a TCZ.
- Complessivamente, la RR per TCZ è stata maggiore in pazienti di età < 65 anni e compresa tra 65 e 74, mentre la RR per ABA aumentava progressivamente con l’età.
Le ragioni per la sospensione della terapia sono stati analizzati in differenti gruppi d’età.
- In pazienti con età < 65 anni, la sospensione del trattamento per remissione di malattia si è osservata più frequentemente in coloro che erano stati trattati con TNFi (16.9%) e meno frequentemente in coloro che avevano ricevuto TCZ (3.4%). La prevalenza di sospensioni per inadeguata risposta terapeutica risultava invece maggiore con ABA (22.0%) e comparabile in caso di trattamento con TNFi (14.5%) e TCZ (15.5%). L’incidenza di effetti avversi era inferiore in caso di trattamento con ABA (4.9%).
- Nei pazienti di età compresa tra i 65 e i 74 anni, la sospensione per remissione di malattia si è osservata più frequentemente a seguito del trattamento con TNFi (10.5%), mentre la prevalenza di sospensioni per inadeguata risposta terapeutica era minore in soggetti trattati con TCZ (8.5%). L’incidenza di effetti avversi era comparabile nei tra gruppi.
- Nei pazienti di età ≥ 75 anni, la sospensione per remissione si è osservata più frequentemente in seguito a trattamento con TNFi (9.9%)%), mentre la prevalenza di sospensioni per inadeguata risposta terapeutica era comparabile tra i pazienti trattati con i diversi farmaci. L’incidenza di effetti avversi era inferiore in pazienti trattati con TCZ (6.9%) e ABA (4.3%).
Complessivamente, considerando tutte le fasce d’età, la frequenza di sospensione per remissione di malattia è risultata maggiore in pazienti trattati con TNFi e l’incidenza di effetti avversi inferiore in pazienti trattati con ABA.
Considerando nel complesso la popolazione in studio, il più significativo miglioramento in termini di attività di malattia misurata mediante il clinical disease activity index (CDAI) è stato osservato con l’utilizzo dei TNFi; nei pazienti di età < 65 anni si è osservato un più significativo miglioramento del CDAI nei pazienti trattati con TNFi. Al contrario, nei restanti gruppi, non è stata osservata una differenza significativa in termini di miglioramento del CDAI a seconda del trattamento utilizzato.
Limiti
Innanzitutto, il disegno retrospettivo dello studio non ha permesso di considerare tutti i possibili confondenti e bias; tuttavia, gli autori hanno utilizzato un approccio statistico sofisticato che ha permesso di superare questo limite. Un ulteriore limite deriva dalla natura monocentrica dello studio. I risultati di questa analisi, ottenuti su una popolazione giapponese non possono essere automaticamente estesi ad altri contesti. Infatti, il background genetico può influenzare il decorso clinico e la risposta al trattamento in pazienti con AR; inoltre, il sistema regolante la prescrizione dei bDMARDs differisce tra paesi potendo influenzare il profilo prescrizionale dei diversi farmaci.
Quale novità
Il presente studio suggerisce che l’impatto di diverse terapie biologiche sul decorso clinico dell’AR può essere influenzato dall’età del paziente. Infatti, la Retention Rate, l’efficacia e la tollerabilità ai singoli trattamenti considerati, varia in diverse fasce d’età. Pertanto l’età potrebbe costituire un elemento addizionale nella scelta del farmaco biologico da assegnare ad uno specifico paziente.