Riferimento bibliografico

Sunhee Park, Beomsoo Kim. The impact of everyday AI-based smart speaker use on the well-being of older adults living alone, Technology in Society, Volume 71, 2022, 102133, ISSN 0160-79X.

In sintesi 

Secondo uno studio coreano,  gli  smart speaker  basati sull’Intelligenza Artificiale (come  Alexa, Google assistant, Siri, etc..) potrebbero migliorare la solitudine percepita e la depressione negli anziani che vivono soli.

Il contesto e il punto di partenza

In accordo con il paradigma “Computers Are Social Actors” (CASA), umani e computer o Intelligenza Artificiale possono stabilire una mutuale simpatia emozionale e intimità. Questo legame potrebbe avere importanti implicazioni sulla salute mentale e fisica nella popolazione anziana che vive a casa da sola.

Per gli anziani vivere da soli, insieme ad altri fattori di rischio, come ad esempio un basso stato socioeconomico o il deterioramento della salute e dei legami affettivi con parenti e amici, predispone maggiormente a sviluppare senso di solitudine e depressione. Negli ultimi anni l’avvento della tecnologia nell’ambito della comunicazione e dell’informazione con internet e gli smartphone ha contribuito ad assicurare un maggiore benessere psicofisico nella popolazione anziana. Evidenze scientifiche hanno mostrato infatti come dispositivi di conversazione (smart speaker) basati sull’Intelligenza Artificiale (es. Alexa, Google assistant, Siri, etc..) possono non soltanto fornire compagnia agli anziani, ma anche alleviare sintomi psicologici, giocando così un ruolo da non sottovalutare in ambito di prevenzione.

Le caratteristiche dello studio

Si tratta di uno studio longitudinale a gruppo singolo, condotto in Corea del Sud usando i dati ottenuti dalla “AI Care Project Survey”.

I criteri di inclusione prevedevano individui di età maggiore o uguale a 65 anni che vivevano da soli. Sono stati arruolati 291 individui in totale (215 donne e 76 uomini). I partecipanti sono stati poi suddivisi in tre gruppi in base all’età: giovani-anziani (65-74 anni), anziani (75-84 anni) e grandi-anziani (più di 85 anni).

Sono stati presi in considerazione:  la frequenza d’uso dello “smart speaker” digitale (uso frequente o uso intermittente); le caratteristiche socio-demografiche come età, sesso, religione e grado di istruzione; le caratteristiche socio-economiche come eventuali aiuti finanziari governativi, casa di proprietà o meno, grado di abilità ad usare smartphone e numero di amici stretti; le caratteristiche fisiche come numero di malattie croniche e grado di disabilità.

Il grado di depressione è stato quindi misurato con una versione coreana semplificata della scala di depressione geriatrica, sviluppata dalla “Geriatric Depression Scale” di Yesavage. La solitudine invece, intesa come l’esperienza soggettiva di sentirsi socialmente disconnessi, è stata misurata usando la “UCLA loneliness Scale” e una parte della “Oh and Lee’s Scale”.

L’indagine di base è stata condotta il giorno in cui è stato installato lo smart speaker (Wave 1); la seconda indagine è stata effettuata 2 mesi più tardi (Wave 2).

I risultati ottenuti

L’analisi statistica di questo studio aveva due intenti principali: analizzare le differenze nei vari gruppi di età del tasso di solitudine percepita e depressione alla baseline e eventuali cambiamenti negli score di solitudine e depressione nel periodo di tempo indagato.

Il principale risultato osservato è stato che il livello solitudine percepita si è significativamente ridotto dopo l’uso frequente dello smart speaker, mentre è rimasto pressoché invariato nei soggetti con utilizzo intermittente. Un riscontro interessante emerso dallo studio è stato che l’uso più frequente dello smart speaker è stato da parte di chi aveva un grado severo di senso di solitudine alla baseline.

Anche la depressione degli anziani che hanno preso parte allo studio è migliorata considerevolmente, anche se lo studio non ha evidenziato differenze statisticamente significative nel miglioramento del disturbo depressivo tra chi ha utilizzato frequentemente il dispositivo rispetto a chi ne ha fatto un uso più discontinuo.

Limiti dello studio

Lo studio non è uno studio sperimentale ma è stato condotto utilizzando dati estrapolati da un database; il lasso di tempo in cui è stato condotto lo studio è limitato e potrebbe essere influenzato da fattori come l’iniziale entusiasmo da parte dei partecipanti a utilizzare un nuovo device tecnologico: bisognerebbe quindi considerare uno studio più a lungo termine. Inoltre sarebbe necessario condurre in futuro trial randomizzati controllati per capire gli effetti profondi che l’uso di smart speakers può avere sulla popolazione anziana.

Quale la novità

Il riscontro di come un semplice device tecnologico, come uno smart speaker, possa rappresentare un semplice strumento di conversazione capace di influire positivamente sulla routine quotidiana di chi vive da solo è un aspetto che non può essere trascurato nella popolazione anziana, sempre più numerosa e sola.

Quali le prospettive future

La comprensione dell’associazione tra uso frequente degli smart speaker da parte della popolazione anziana e miglioramento del senso di solitudine e della depressione può aprire nuovi orizzonti nello sviluppo di tecnologie utili alla cura, all’assistenza e alla prevenzione di vari aspetti socio-psico-fisici degli anziani che vivono in casa da soli.

A cura di Giovanni Coratza


Iscriviti alla Newsletter

* Richiesti
Scegli la newsletter
Consenso all’utilizzo dei dati

Aging Project userà le informazioni che fornisci al solo scopo di inviarti la newsletter richiesta.

Puoi annullare l'iscrizione in qualsiasi momento cliccando sul link che trovi nel footer dell'email. Per informazioni sulla Privacy Policy clicca qui.

Cliccando su "Acconsenti", accetti anche che le tue informazioni saiano trasferite a Mailchimp per l'elaborazione. Ulteriori informazioni sulle privacy di Mailchimp qui