“Affrontare l’ageismo richiederà una nuova comprensione dell’invecchiamento da parte di tutte le generazioni” (WHO, 2020).

Riferimento bibliografico

Chang, E-S; Kannoth, S; Levy, S; Wang, S-Y; Lee, JE; Levy, BR. (2020) Global reach of ageism on older persons’health: A systematic review, PLoS ONE Jan15;15(1):e0220857
doi: 10.1371/journal.pone.0220857

In sintesi

L’ageismo (dall’ingl. ageism, a sua volta dal s. age (‘età’) con l’aggiunta del suffisso -ism (-ismo) (Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, 2016) consiste nella stereotipizzazione e nella discriminazione di una persona o di un gruppo di persone, in base all’età. L’ageismo può assumere molte forme, inclusi atteggiamenti pregiudizievoli, pratiche discriminatorie o politiche e agiti istituzionali che perpetuano credenze stereotipate (WHO, 2020) (Fig 1).

La revisione sistematica presentata evidenzia due diversi livelli di ageismo: quello strutturale, in cui le istituzioni rafforzano il pregiudizio nei confronti delle persone anziane ed il livello individuale, dove l’anziano acquisisce la visione negativa dell’invecchiamento propria della cultura di appartenenza; entrambe le dimensioni possono svolgere un ruolo importante nell’influenzare gli outcomes di salute del soggetto, aspetto peculiare che l’articolo esplora.

Il contesto e il punto di partenza

Chang et al. (Chang, et al., 2020) mettono in luce come precedenti studi sul fenomeno dell’ageismo si siano concentrati principalmente sulla sfera individuale, senza valutare le radici strutturali della problematica, o non abbiano soppesato quanto l’ageism possa impattare sulla salute della persona anziana (Sao Jose, Amado, Ilinca, Buttigieg, & Taghizadeh, 2019) (Harris, Krygsman, Waschenko, & Laliberte Rudman, 2018).

Con la Stereotype Embodiment Theory (SET) (Levy, 2009), Levy mette in luce come tre dimensioni distinte, ma interrelate, dell’ageism possano avere un impatto sulla salute: discriminazione basata sull’età (ad es., trattamenti medici necessari rifiutati a causa dell’età); stereotipi negativi sull’età (ad es., credenze negative sulle persone anziane in generale); e auto-percezioni negative dell’invecchiamento (ad es., convinzioni dalle stesse persone anziane sul proprio processo di invecchiamento)

Le caratteristiche dello studio

La revisione ha portato ad un’analisi di 422 pubblicazioni (studi sperimentali e osservazionali), valutando i risultati derivanti da più di 1159 associazioni ipotizzate tra salute e ageism, e comprovando la correlazione tra ageism ed eventi avversi relativi alla condizione bio-psico-sociale del soggetto.

I risultati ottenuti

L’ageismo pare impattare negativamente su di un’ampia gamma di aspetti afferenti alla sfera della salute, nel soggetto anziano: il 95.5% dei 422 studi correla il fenomeno oggetto d’indagine con un quadro complessivo di peggioramento della condizione dell’over 60, aspetto che attraversa trasversalmente ogni realtà geografica analizzata (45 Paesi), più di 7 milioni di partecipanti agli studi inclusi, coinvolgendo gli 11 domini di salute identificati e più di 25 anni di reportistica, con una prevalenza di risultati significativi direttamente proporzionale all’avanzare del tempo (p< .0001).

Gli 11 domini di salute identificati sono (Fig 3):

  • Esclusione dalla ricerca clinica
  • Svalutazione della vita della persona anziana
  • Mancanza di opportunità lavorative
  • Mancato accesso alle cure e trattamenti
  • Ridotta longevità
  • Scarsa qualità di vita e benessere
  • Stili di vita a rischio
  • Impoverimento delle relazioni sociali
  • Malattia fisica
  • Malattia mentale
  • Compromissione cognitiva

I domini di salute maggiormente condizionati dall’ageismo si riferiscono ad esempio al mancato accesso alle cure, messo in luce da ben 149 studi, con il personale sanitario meno propenso ad erogare i trattamenti di sostegno vitale ai pazienti più anziani, rispetto a quelli più giovani, dopo aver verificato la relativa prognosi e preferenze di cura; anche la ricerca clinica risulta colpita, portando a paradossi come l’esclusione delle persone anziane dagli studi di ricerca, nonostante si riferiscano a quadri clinici maggiormente distribuiti in tale fascia d’età, come ad esempio il morbo di Parkinson.

Nel dominio correlato alla mancanza di opportunità lavorative, si osserva come l’ageismo sul posto di lavoro sia predittivo di un peggioramento della salute della persona anziana, in termini, ad esempio, di sintomi depressivi, o patologie che si trascinano sul lungo termine. Una volta assunti, i Seniors hanno generalmente minori opportunità di aggiornamento, e in alcune realtà, quali quella anglosassone britannica e statunitense, il personale addetto alla selezione e gestione risorse è più propenso a relegare l’over 60 a posizioni meno retribuite e di minore responsabilità.

Per quanto riguarda i domini individuali, 10 studi hanno mostrato una speranza di vita ridotta correlata all’ageismo, in quanto il soggetto anziano con un auto-percepito pessimistico del processo di invecchiamento vede la propria longevità significativamente colpita.

L’ageismo può condurre inoltre a una peggiore qualità di vita, minore possibilità di instaurare delle relazioni, minore supporto e coinvolgimento sociale, così come a un rischio aumentato di assumere stili di vita pericolosi, quali diete non equilibrate, mancata adesione ai trattamenti prescritti, fumo e alcolismo.
L’ageismo può condizionare anche la salute mentale dell’individuo, aumentando, come già affermato, la sintomatologia depressiva, determinando un peggioramento delle capacità mnemoniche, con un declino generale e una vita deprivata e spogliata di significato.

Non di meno, si può affermare come evidenze relative al fenomeno si riscontrino senza differenze sostanziali in termini di caratteristiche sia del perpetratore che della vittima (ad es. per sesso, età, livello di educazione, appartenenza a gruppi etnici/razziali). Tra le vittime di ageismo, sono maggiormente rappresentati soggetti con livelli educativi inferiori (89.8%) rispetto a coloro che hanno un livello di scolarizzazione maggiore (70.1%) (p < .0001).

Limiti dello studio

Vi è preoccupazione in merito alla estrema eterogeneità degli outcomes degli studi indagati, che non hanno consentito di procedere con un approccio metanalitico. In secondo luogo, non sono stati inclusi studi qualitativi in questa revisione, che andrebbero necessariamente valutati per dare uno sguardo più approfondito al fenomeno ageismo e alle sue ricadute.

Quale la novità e prospettive

Si tratta certamente di una revisione innovativa, che focalizza l’attenzione su di una questione poco indagata ad oggi. Si tratteggia l’insidiosa azione dell’ageismo, che colpisce simultaneamente sia il livello strutturale che individuale del soggetto, senza differenze geografiche di sorta.

A cura di: Chiara Gallione

 

Bibliografia

    • Chang, E.-S., Kannoth, S., Levy, S., Wang, S.-Y., Lee, J., & Levy, B. (2020, Jan. 15). Global reach of ageism on older persons’health: A systematic review. PLoS ONE, 15(1), e0220857. doi:https://doi.org/10.1371/
    • Harris, K., Krygsman, S., Waschenko, J., & Laliberte Rudman, D. (2018). Ageism and the older worker: a scoping review. Gerontologist, 58, e1–14.
    • Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani. (2016). Treccani. Retrieved Feb. 12, 2021, from Treccani Vocabolario: https://www.treccani.it/vocabolario/ageismo_res-50bce5a1-8991-11e8-a7cb-00271042e8d9_%28Neologismi%29/
    • Levy, B. (2009). Stereotype embodiment: a psychosocial approach to aging. Curr Dir Psychol Sci., 18, 332–36. doi:https://doi.org/10.1111/j.1467-8721.2009.01662.x
    • Sao Jose, J., Amado, C., Ilinca, S., Buttigieg, S., & Taghizadeh, L. (2019, Mar. 14). Ageism in health care: a systematic review of operational definitions and inductive conceptualizations. Gerontologist, 59(2), :e98-e108. doi:doi: 10.1093/geront/gnx020.
    • WHO. (2020, Nov. 2). Ageing: Ageism. Retrieved Feb. 10, 2021, from World Health Organization: https://www.who.int/westernpacific/news/q-a-detail/ageing-ageism

Glossario

  • Outcomes Di Salute: Il termine inglese “outcome” deriva dall’unione di out e come (“venir fuori”) e significa letteralmente “risultato “. L’outcome di un paziente rappresenta appunto il risultato di tutte le terapie effettuate su di lui per farlo tornare allo stato guarigione. Sinonimo di outcome è “esito” o “conseguenza “.
  • Stereotype Embodiment Theory (SET): La Teoria dell’incarnazione degli Stereotipi è un modello teorico inizialmente ipotizzato dalla psicologa Becca Levy per spiegare il processo mediante il quale gli stereotipi dell’età influenzano la salute degli anziani.


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