Negli ultimi anni si è registrato un incremento delle diagnosi di tumori maligni, sintomo di una società che invecchia. Scopriamo insieme perché spesso l’insorgenza del cancro è anche una questione di età e cosa si può fare per ridurre il rischio

A volte non si ha neanche il coraggio di nominarlo. Ancora oggi, nei nostri discorsi, “cancro” e “tumore” sono parole tabù, nominarle e conoscerle è indispensabile per difendersi: è per questo che oggi parliamo di malattie oncologiche e cosa possiamo fare per prevenire la loro insorgenza, soprattutto durante la terza età. I tumori, infatti, appartengono a quella classe di malattie che colpisce in maniera maggiore le persone anziane. Non solo, il numero di nuove diagnosi relative a malattie oncologiche è destinato ad aumentare anno dopo anno, a causa del progressivo invecchiamento della popolazione italiana.

Nel 2020, infatti, secondo il rapporto AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), si stima un’incidenza di 377.000 nuovi casi di tumori maligni: 195.000 negli uomini e 182.000 nelle donne. Il tumore più frequentemente diagnosticato è il carcinoma mammario, seguito dal carcinoma del colon-retto, quello del polmone, della prostata e della vescica. I dati del 2020 sono in aumento rispetto a quelli del 2019, in linea con una tendenza che si protrae da anni e che è destinata a crescere: più aumenta l’aspettativa di vita e la popolazione invecchia, maggiore sarà l’incidenza di patologie oncologiche. In Italia, infatti, i maschi ultra sessantacinquenni hanno un rischio 10 volte superiore di sviluppare un qualunque tumore maligno rispetto ai più giovani, mentre nelle donne il rischio è circa pari a 6. Questo perché il tumore, a conti fatti, è una patologia cronica, in cui il primo fattore di rischio (ovvero qualsiasi cosa che può portare a sviluppare la malattia) è rappresentato proprio dall’età.

Un equilibrio delicato

Ma cosa è un tumore? Prima di tutto, spesso si parla di cancro al singolare, ma in realtà con questo termine ci si riferisce a più di 200 malattie, che variano in base alla sede interessata, al tipo di cellule coinvolte, allo stadio di progressione della malattia. Queste malattie vengono dette “malattie neoplastiche” e, sebbene siano differenti per tanti motivi, possiedono un unico grande comune denominatore: la capacità acquisita da una cellula del nostro corpo di moltiplicarsi in maniera incontrollata, invadendo i tessuti circostanti.

Facciamo un passo indietro. Il nostro organismo è formato da miliardi di cellule, tutte diverse tra loro: se ne contano almeno 200 tipi. Esse si distinguono per aspetto, funzione e comportamenti: ci sono alcune cellule, come quelle della pelle, che si riproducono molto frequentemente, in modo da rimpiazzare velocemente le cellule morte con altre; altre, invece, non si moltiplicano quasi mai, come i neuroni. Quanto e come una cellula deve riprodursi (oltre che tutte le informazioni che le servono per funzionare) è scritto nel grande “libretto di istruzioni” che possiede ogni cellula, il Dna. Oltre ciò, esistono diversi meccanismi che fanno sì che ogni cellula si riproduca esattamente quanto è richiesto dal nostro corpo, per esempio con i fenomeni di apoptosi (in cui le cellule in esubero compiono un qualcosa di molto simile al suicidio) e la senescenza (nella quale le cellule entrano in uno stato di quiescenza). Insomma, normalmente c’è un equilibrio tra le nuove cellule che si moltiplicano e quelle che vengono rimosse. Ogni tanto, però, questo equilibrio si rompe, e succede che una cellula sfugga a questi raffinati controlli.

Quando una cellula perde il controllo

Infatti, per vari motivi, può capitare che si verifichi un danno al Dna di una cellula. In realtà, i danni al Dna avvengono piuttosto frequentemente, ma nella grande maggioranza dei casi i meccanismi di controllo e di riparazione individuano subito il problema e lo aggiustano; in questo caso, è come se nulla fosse avvenuto e la cellula continua la sua vita di sempre. A volte, però, i danni sono troppi, oppure per qualche motivo vengono meno i meccanismi di controllo (che non sono sempre efficaci al 100%): è come se il nostro libretto di istruzioni, che viene ricopiato ogni volta che una cellula si moltiplica, presentasse degli errori di stampa, che in qualche modo sfuggono anche al correttore di bozze più attento. L’errore, quindi, viene mantenuto, e questo dagli addetti ai lavori viene chiamato una mutazione del Dna.

Non bisogna subito allarmarsi, però: di solito una sola mutazione non causa l’insorgenza di un cancro, si tratta piuttosto di un processo molto lungo. Eppure, se ci sono dei fattori predisponenti, il rischio di avere nuovi errori è sempre più alto: a un certo punto una cellula ne può accumulare talmente tanti che, nel suo libretto di istruzioni, leggerà di poter riprodursi quante volte vuole, in barba a tutti i controlli a cui le altre sono sottoposte. Non solo, ci saranno talmente tante mutazioni che la cellula assumerà un aspetto nuovo da quello di partenza: si ha una cellula nuova, detta cellula neoplastica (il termine “neoplasia”, infatti, significa “formazione nuova”), che a tutti gli effetti è una cellula di cancro. A questo punto l’unico scopo della cellula cancerosa è moltiplicarsi e invadere quanti più tessuti possibili: inizialmente forma una massa di cellule tumorali, e poi, se il processo continua, sempre più mutazioni fanno sì che queste cellule maligne si stacchino dalla loro origine, entrino nel circolo linfatico e sanguigno e vadano a colonizzare nuovi distretti, compromettendo la funzione di altri organi del corpo. Questo processo si chiama metastatizzazione. Di fatto, le metastasi sono responsabili del 90% dei decessi per tumore.

Insorgenza dei tumori: una questione d’età

Ma perché l’età più avanzata si associa con una maggiore incidenza di tutti i tipi di patologie oncologiche? Alla luce di quanto detto prima, ci sono almeno due ragioni per cui questo avviene:

  • Potenzialmente, ogni volta che una cellula del nostro corpo si riproduce rischia di accumulare errori all’interno del Dna; la maggior parte delle volte, questi errori sono di natura casuale. Più siamo anziani, più volte si saranno moltiplicate le nostre cellule: è chiaro che ci sono più chances che prima o poi subentri qualche errore (sempre pensando al nostro libretto di istruzioni: più numerose sono le ristampe, utilizzando sempre la stessa macchina tipografica, maggiore è la possibilità che si verifichino errori di stampa a causa dell’usura della macchina); in più, con l’avanzare dell’età diventano meno efficienti quei meccanismi di controllo di cui abbiamo parlato prima (invecchia anche il “correttore di bozze”, a cui sfuggono più errori).
  • Più la nostra vita è lunga, più siamo esposti a fattori che potrebbero determinare danni al Dna, e di conseguenza mutazioni. Infatti, gli errori non dipendono solo dalla casualità, o dalla mancata efficienza dei meccanismi di controllo: ci sono delle sostanze, delle abitudini e degli stili di vita che possono incidere sul rischio di sviluppare una patologia oncologica.

Prevenire è meglio che curare

Pertanto, l’insorgenza di un tumore è un evento piuttosto lungo, che dipende da numerosi fattori, per alcuni dei quali non possiamo fare molto: è il caso della predisposizione genetica. A volte, infatti, ereditiamo dai nostri genitori una particolare predisposizione a sviluppare un tumore: è il caso delle mutazioni a carico dei geni brca1 e brca2, responsabili di un aumento della probabilità di sviluppare un tumore mammario oppure ovarico. È importante sottolineare che quello che si eredita è la predisposizione, non la malattia: è come se sapessimo, già in partenza, di avere un correttore bozze mediocre…

Se per gli eventi casuali, la fisiologica usura dei sistemi di controllo e la predisposizione genetica non si può fare molto, possiamo cercare di abbassare il rischio di insorgenza di un tumore agendo sui fattori esterni, facendo quella che in medicina viene chiamata prevenzione primaria. In Europa e in altri paesi occidentali, infatti, circa il 40% dei nuovi casi di tumore e il 50% delle morti in seguito a patologie oncologiche sono causate da fattori di rischio che possono essere prevenuti; agendo sui fattori di rischio modificabili, quindi, si può diminuire la probabilità di essere colpiti da una malattia oncologica. Primo tra tutti, il fumo di sigaretta. Il fumo di tabacco, infatti, è responsabile da solo del 33% delle neoplasie; un altro 33% è legato ad altri stili di vita, dieta, sovrappeso, abuso di alcol e inattività fisica. Quote minori sono legate ad altri fattori, come fattori occupazionali, esposizione a infezioni virali, radiazioni ionizzanti e inquinamento ambientale. A questo riguardo, lo staff medico della Mayo Clinic, negli Stati Uniti, ha elaborato 7 consigli per la prevenzione dei tumori:

  1. Non fumare
  2. Mangiare sano: in particolare prediligere cibo a bassa densità calorica, frutta, verdura e cereali integrali; evitare o moderare l’uso di alcool; limitare le carni processate
  3. Mantenere un adeguato livello di attività fisica
  4. Proteggersi dal sole: per evitare l’insorgenza di melanomi, evitare di esporsi al sole nelle ore più calde della giornata, fare uso di filtri solari ed evitare lettini abbronzanti e docce solari
  5. Vaccinarsi: alcune infezioni virali sono fattori di rischio per determinati tumori, come il papilloma virus (HPV) e il virus dell’epatite B (HBV)
  6. Evitare comportamenti a rischio: utilizzare sempre il preservativo e non scambiare aghi di siringhe in modo da scongiurare infezioni virali che possano portare poi all’insorgenza di tumori
  7. Sottoporsi a controlli medici frequenti: questa buona pratica rientra nella prevenzione secondaria, che ha come obiettivo l’individuazione precoce delle patologie oncologiche. Spesso, infatti, grazie a programmi di screening, vengono individuati molti tumori a stadi iniziali, più semplici da rimuovere e da curare.

Fonti:

http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=1702&area=tumori&menu=percorso

https://www.epicentro.iss.it/tumori/pdf/2020_Numeri_Cancro-operatori-web.pdf

Cinar D, Tas D. Cancer in the elderly. North Clin Istanb. 2015;2(1):73-80. Published 2015 Apr 24. doi:10.14744/nci.2015.72691

Marosi C, Köller M. Challenge of cancer in the elderly. ESMO Open 2016;1:e000020. doi: 10.1136/esmoopen-2015-000020

https://www.ieo.it/it/PREVENZIONE/Tumori-ereditari/Oncogenetica/#:~:text=Non%20si%20eredita%20la%20malattia,tumore%20ovarico

https://www.mayoclinic.org/healthy-lifestyle/adult-health/in-depth/cancer-prevention/art-20044816

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