E se, dopo una vita ricca di successi, vi ritrovaste oltre i 60 anni, ancora ossessionati da un sogno incompiuto, da un’impresa che avete lasciato a metà, un fallimento che ha segnato profondamente la vostra esistenza?
Se riuscite a immedesimarvi in questa situazione, probabilmente comprenderete molto bene la storia di Diana Nyad, nota giornalista sportiva da trent’anni. Nelle prime scene del film, basato sulla sua storia vera, la vediamo festeggiare il suo 60esimo compleanno, e pur non nuotando più da trent’anni è ancora prigioniera dell’immagine di quella nuotatrice straordinaria e di successo che è stata da giovane e ancor prima da bambina.
Il film si apre dunque mostrandoci la vita di quella che è stata una bambina prodigio ormai invecchiata, aggrappata ancora con le unghie con i denti, e a volte rendendosi persino un po’ ridicola, a ricordi di oltre trent’anni prima. Storie di un passato che definiscono ancora la sua immagine di sé, ancora basandosi su quell’esperienza (fallita). Potrebbe fermarsi qui, ed essere un film – e una vita – triste e poco riuscito, ma la storia continua. Nyad, pungolata dal passare del tempo, dall’invecchiare e folgorata da un verso della poetessa statunitense Mary Oliver, decide con caparbietà, e non poca supponenza, di ritentare a 60 anni l’impresa sportiva che non le era riuscita a 23, e che da quel tempo non era stata mai più portata a termine: nuotare tra Cuba e la Florida, oltre 50 ore, sfidando le forti correnti e gli animali marini, nessuna pausa fuori dall’acqua concessa. Nyad decide persino di affrontare l’impresa senza nemmeno utilizzare una gabbia per proteggersi dagli squali.
La caparbietà e sicurezza di Nyad potrebbero inizialmente trasmettere un’impressione negativa in questa storia, rischiando di renderla antipatica agli occhi dello spettatore. Tuttavia emerge un elemento che cambia questa percezione: l’affetto genuino , della sua amica di sempre Bonnie Stoll, interpretata dalla bravissima Jodie Foster (Diana Nyad è interpretata da Annette Bening, nota per le sue interpretazioni in film come American Beauty e Being Julia).
Questo strano duo, magistralmente interpretato dalle due attrici, diventa la spina dorsale del film. La loro relazione non convenzionale sostiene l’intera narrazione, trasformando il film in un’opera sorprendentemente diversa dalle classiche biografie sugli atleti. La coppia Foster e Bening non solo ci permette di immergerci in modo straordinario nella vera storia della nuotatrice, narrata in modo avvincente e con una profonda caratterizzazione dei personaggi, ma ci offre anche una riflessione sul vero significato dell’amicizia: credere nell’altro al punto da sostenerlo, se necessario, oltre ogni ragionevolezza.
Questo film, infatti, non solo racconta il difficile percorso che porterà Nyad al raggiungimento dell’impresa dopo numerosi tentativi (dove il lavoro di squadra e la resilienza mentale sono più importanti della sola forma fisica), ma ci offre una toccante esplorazione del valore autentico dell’amicizia e della sua capacità di sostenere e credere nell’altro al di là di ogni ostacolo.
Il film mostra come si può diventare, da amici, veri compagni di vita e di come si può essere talmente abituati l’uno all’altro e talmente consci l’uno dei difetti e dei pregi dell’altro da riuscire a trasformarne i difetti in forze. Lungo tutta la narrazione del film, emerge chiaramente il carattere difficile di Nyad. Ciò che rende questo aspetto narrativo interessante è il modo in cui non viene nascosto, smorzato o taciuto, ma piuttosto enfatizzato, offrendo risalto sia al personaggio che al ruolo di Bonnie Stoll.
Perché vederlo
Diana Nyad è stata una dotatissima nuotatrice, con un talento innato per l’acqua e ancor di più per un certo tipo di nuoto, quello su lunghe distanze e in mare aperto. Dopo aver, per esempio, nuotato intorno a Manhattan nel 1975, si era decisa a compiere un’impresa mai tentata prima, ovvero coprire a nuoto la distanza tra la Florida e Cuba. Da giovane, all’apice della sua forma fisica, tentò questa impresa, ma dovette rinunciare e la delusione fu così cocente da farle abbandonare il nuoto per sempre. Il film ci racconta la sua vita e il suo tentativo di riprendersi da quel fallimento, e le ragioni per guardarlo sono molteplici: è commovente, appassionante, ci racconta una biografia reale di una persona che ha compiuto imprese incredibili. Però, soprattutto, è un film che ha il potere di ispirare, mostrando la grandezza della forza d’animo a cui possiamo attingere se ci poniamo un obiettivo che riteniamo necessario e imprescindibile. E’ un film che può ispirarci anche a superare i nostri limiti, proprio come fa Nyad: affronta i limiti imposti dall’età, il recupero della forma fisica, e la necessità di cambiare faticosamente prospettiva, come per esempio accettare di lavorare in squadra. Ma il tema che più ha forza e presa sullo spettatore è come siano la resistenza e la perseveranza a contare e che la maturità di una persona faccia davvero la differenza perché dove non arrivano le forze fisiche può arrivare la concentrazione, la tenuta psicologica, l’essersi già scontrati con il fallimento.
Scoprire tardi nella vita qual è la cosa a cui sentiamo di non poter rinunciare, accettando che possa essere stato un rimpianto passato o un grande fallimento, o addirittura qualcosa da cui ci siamo allontanati completamente, e tuttavia decidere di non mollare, di provarci ancora, e ancora: questo pare dirci il film. L’ispirazione per Nyad è soprattutto il sostegno della sua amica, che le consente di non dubitare, mentre Stoll è sostenuta dall’aver capito che per Nyad il tentativo è imprescindibile, è l’essenza della sua vita, e che il suo compito è aiutarla a non mollare il colpo.
Il film si chiude – tra le lacrime di ogni spettatore, anche quello dal cuore più duro – con Diana Nyad che nel 2013, all’età di sessantaquattro anni, faticosamente approda sulle sabbie di Key West dopo aver nuotato per 111 miglia in 53 ore da Cuba alla Florida e dichiarara le sue tre verità:
1. Non mollare mai e poi mai.
2. Non sei mai troppo vecchio per inseguire i tuoi sogni.
3. Questo sembra uno sport solitario, ma è una squadra.
Informazioni utili
Nyad – Oltre l’oceano (titolo originale Nyad) è un film del 2023 diretto da Jimmy Chin ed Elizabeth Chai Vasarhelyi, basato sull’autobiografia Find a Way della nuotatrice Diana Nyad.
Cast: Annette Bening interpreta Diana Nyad, Jodie Foster interpreta Bonnie Stoll. Altri membri del cast: Rhys Ifans, Karly Rothenberg, Jeena Yi, Luke Cosgrove, Eric T. Miller, Garland Scott, Johnny Solo, Anne Marie Kempf.
Durata: 121 minuti
Disponibile su Netflix