La collana Alfabeto della casa editrice UTET ospita libri che, come si legge nella descrizione, hanno come proposito “definire il nostro tempo, una parola alla volta”. Il breve libro del giornalista e autore Matteo Bordone, “L’invenzione del boomer”, lo fa alla perfezione, indagando la nascita, l’uso, il significato e il cambiamento di una parola attuale e di cui ormai non possiamo più fare a meno. Da quando, a partire dalla fine del 2019, si è diffusa l’espressione Ok, boomer, l’abbiamo usata spessissimo, e alcuni sono convinti, tra cui Matteo Bordone, che questa parola abbia definito un concetto tutto nuovo.
Nata online in modo sarcastico, Ok boomer è un’espressione che è stata rapidamente adottata da molti giovani per zittire i più vecchi, individuati come appartenenti a una generazione dei “figli del boom” economico del secondo dopoguerra. Inizialmente, nei mesi dell’esordio della parola boomers, sembrava di essere di fronte a uno scontro generazionale spietato e sarcastico allo stesso tempo.
Matteo Bordone – giornalista e, tra le altre cose, autore del podcast quotidiano del Post Tienimi Bordone – parte da qui, e lo fa con il suo consueto mix di competenza, cultura e intelligenza. Il risultato è un libro leggero e piacevole da leggere che racconta di come questo scontro tra generazioni si sia dapprima incarnato in questa espressione e poi – forse – si sia sgonfiato, lasciando alla parola boomer la possibilità di essere usata in modo più ampio e oltre i confini delle generazioni.
Dal punto di vista della storia della parola, il pregio del libro è quello di raccontarcene la diffusione: dai meme, ai video su TikTok, fino alle prime apparizioni pubbliche e poi oltre. Ma la parte più interessante, soprattutto per noi, sono le riflessioni che vengono fatte sul concetto di generazione, sugli scontri tra generazioni, e sulla differenza tra la generazione dei boomers e le altre, arrivando alla conclusione che, questa, di fatto, sia una generazione un po’ più generazione delle altre.
Andiamo con ordine: lo scontro tra giovani e vecchi non è cosa certo nuova. Bordone si diverte nel suo libro a individuare nella cultura classica “il primo ditino alzato” dei vecchi verso i giovani: “iniziano i vecchi, nella cultura europea, a dire ai giovani che un tempo le cose erano decisamente meglio”.
Il primato è di Nestore, vecchio e saggio re, che prende parola nel primo libro dell’Iliade, ma il libro prosegue citando Plauto, chiarendo però come nell’antichità la contrapposizione fosse solo su base anagrafica, ovvero tra chi aveva meno e chi aveva più anni.
L’avvento dell’idea di generazione invece, peraltro modellato sul mondo statunitense o comunque occidentale, si sviluppa solo dopo gli anni ‘70. Spiega Bordone che l’idea di dividere le persone in classi (generazioni) sulla base di eventi e periodi che le definiscono è particolarmente rilevante, perché la generazione dei baby boomers si distingue come “la prima generazione che ha preso la fortuna del benessere, della pace e della libertà per concedersi il lusso di rovesciare il tavolo”. Tuttavia, dopo il 2019, sembra esserci improvvisamente un moto di rivolta e frustrazione nei confronti di questa generazione.
Da un lato, i boomers sono coloro che tendono a spiegare tutto ai giovani, poiché hanno vissuto un’epoca giovanile incredibilmente ribelle, bella e fortunata. Come afferma Bordone, sono quelli che “abbiamo già fatto tutto noi”. Dall’altro lato, sono i primi a assistere a una sorta di inversione di ruoli. Inseguendo costantemente il progresso tecnologico, spesso non ne hanno una padronanza completa e vedono per la prima volta le generazioni più giovani possedere competenze ed esperienze che loro non hanno, e che i giovani rispetto agli anziani non hanno mai avuto.
Insomma, il libro di Bordone “L’invenzione del boomer”, indaga questi temi di definizione delle generazioni, ne esplora la validità, e parlando del conflitto intergenerazionale va dritto al punto, ma in modo spiritoso, pieno di vita, con riflessioni godibili ed equilibrate e sul rapporto tra generazioni, sulla sempiterna battaglia dei “giovani contro vecchi” e su chi sono e sono stati, in Italia e non, i boomers.
Perché leggerlo
La prima ragione per leggere “L’invenzione del boomer” è intanto il desiderio di capire come cambiano la lingua e le espressioni in uso, scoprire da dove sia arrivata la parola boomer e l’espressione “ok, boomer”.
La seconda è per indagare quello che è stato, specialmente in anni che di fatto sono quasi coincisi con l’esplosione della pandemia di Covid e il periodo successivo, il significato di questa parola e la terza è il fatto che Bordone fa notare come un’espressione nata con intento scherzoso, poi usata con fastidio, sia da ultimo stata rimasticata, digerita e introdotta nuovamente nell’uso quotidiano non più per segnalare una contrapposizione tra generazioni, ma come definizione di un modo di essere, come qualcosa di antiquato, di passato, ma visto anche in modo affettuoso e scherzoso, da usarsi anche autoriferito “magari sto per dire una cosa un po’ da boomer, ma…”.
Quindi i boomer sono quelli che si rendono ridicoli dicendo o facendo cose superate, magari inutili, forse degne di scherno. Anche boomer, come tutte le parole, ci accompagna nella definizione del reale, dandogli forma, e lo fa nascendo in un modo e poi evolvendosi, allo stesso modo in cui c’era bisogno, forse, di un diverso equilibrio tra chi ha fatto tutto lui e chi desidera, come tutti i giovani, essere padrone del proprio momento.
Come comincia
Boomer, s. m. e f. – Chi agisce e pensa in modi che le nuove generazioni ritengono superati, ridicoli. Originariamente, chi è nato durante il “baby boom” demografico del dopoguerra. In Italia un vero baby boom non c’è stato, ma in compenso i boomer ce li abbiamo eccome.
Scheda Libro
AUTORE: Matteo Bordone
TITOLO: L’invenzione del boomer
EDITORE: UTET. Collana Alfabeto