“Mi restano solo gli occhi, anche questi sono per i miei mutilatini” queste sono state le parole di Don Carlo Gnocchi quando, prossimo alla morte, decise di donare le sue cornee a due giovani non vedenti. Negli anni ‘50, in Italia, non esisteva ancora una legge sulla donazione degli organi, ma da allora la medicina dei trapianti ha fatto passi da gigante.
Il trapianto è un tema delicato perché dietro a ogni donazione di organi o tessuti si nasconde la possibilità concreta di salvare o migliorare la vita di un malato. In molti casi, infatti, il trapianto rappresenta l’unica terapia disponibile per alcune malattie terminali o per gravi insufficienze d’organo. Alcuni trapianti sono veri e propri salvavita, mentre altri, pur non essendo essenziali per la sopravvivenza, migliorano notevolmente la qualità di vita dei pazienti. Per esempio, un trapianto di rene consente a una persona di evitare la dialisi (un trattamento che limita la libertà e la qualità della vita), un trapianto di cornea può ridare la vista a chi l’ha persa e un trapianto di midollo osseo può donare la guarigione a un malato di leucemia.
In Italia, il bisogno di organi è alto: circa 8.000 persone sono in attesa di un trapianto e i tempi di attesa possono essere molto lunghi. In media, per un trapianto di cuore si attendono circa 3 anni e mezzo, mentre per un trapianto di pancreas oltre 6 anni. Una maggiore disponibilità di organi potrebbe ridurre questi tempi, offrendo una concreta speranza di vita migliore alle migliaia di persone in lista d’attesa.
Come funziona il processo di donazione degli organi?
Il processo di donazione è complesso e una fase cruciale di questo percorso è il procurement: l’attività dedicata all’individuazione e alla selezione dei potenziali donatori di organi e tessuti. Identificato un donatore idoneo, il coordinamento ospedaliero avvia la procedura necessaria per rendere possibile il trapianto.
Esistono due tipologie di donazione:
- Donazione da vivente: una persona sana può decidere di donare un organo pari (come un rene) o tessuti come il sangue, il midollo osseo, o il cordone ombelicale. I trapianti da donatore vivente spesso hanno maggiori probabilità di successo rispetto a quelli da cadavere.
- Donazione da cadavere: questa è la forma più comune di donazione, in cui gli organi e i tessuti provengono da persone decedute. In questo caso, possono essere donati organi (cuore, polmoni, reni, fegato, pancreas, intestino) e tessuti (cornea, valvole cardiache, ossa, pelle). Non esiste un limite di età assoluto per la donazione degli organi, mentre per i tessuti ci sono delle limitazioni da valutare caso per caso. I medici ospedalieri si occupano sia delle procedure dell’accertamento e certificazione della morte che di eseguire gli esami utili a valutare l’idoneità degli organi, collaborando con il Centro Regionale Trapianti (CRT). La valutazione finale sull’idoneità degli organi spetta sempre ai medici del CRT che decidono quali organi e tessuti possono essere trapiantati.
Ci sono due modalità di donazione da cadavere:
- Morte cerebrale: si tratta della donazione tradizionale, in cui il cuore del donatore continua a battere fino al prelievo degli organi.
- Morte a cuore fermo: in questa modalità, gli organi vengono prelevati dopo l’arresto cardiaco e l’accertamento della morte del donatore. Grazie all’utilizzo di macchinari come l’ECMO (Extracorporeal Membrane Oxygenation), è possibile riattivare gli organi e renderli idonei al trapianto anche dopo l’arresto cardiaco. La donazione a cuore fermo sta diventando sempre più importante per aumentare il numero di organi disponibili.
Una volta identificato un potenziale donatore, il coordinamento ospedaliero avvia la procedura di accertamento della morte e, se sussistono le condizioni, si procede con il prelievo degli organi e dei tessuti. Tutti i passaggi sono gestiti nel rispetto delle normative vigenti e della volontà del donatore o dei familiari. I dati relativi al donatore sono poi trasmessi al coordinamento regionale che si occupa dell’allocazione degli organi ai riceventi in lista d’attesa. La rete nazionale trapianti è ben strutturata per garantire la trasparenza e la tracciabilità di tutto il processo.
Come esprimere la volontà di diventare donatori?
La legge italiana stabilisce diverse modalità per esprimere la propria volontà in merito alla donazione degli organi e tessuti:
- ASL: è possibile firmare un modulo presso la propria Azienda Sanitaria Locale (ASL) di riferimento.
- Comune: si può esprimere la propria volontà presso gli uffici anagrafe dei Comuni al momento del rilascio o rinnovo della carta d’identità.
- Tesserino del Ministero della Salute: si può compilare il tesserino blu del Ministero della Salute o una delle donor card distribuite dalle associazioni di settore.
- AIDO: si può compilare l’atto olografo dell’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule (AIDO) oppure esprimere la propria volontà sul sito DigitalAIDO o tramite l’app AIDO, disponibile su Google Play e su App Store.
- Documento personale: si può scrivere, datare e firmare un foglio di carta, conservandolo tra i propri documenti personali e informando i familiari.
È importante sapere che la volontà di donare o non donare può essere modificata in qualsiasi momento, ma è fondamentale che l’ultima decisione sia registrata nel Sistema Informativo Trapianti (SIT). Questo sistema informatico garantisce la tracciabilità e la trasparenza di tutto il processo di donazione, prelievo e trapianto. Inoltre, se non è stata espressa la volontà in vita, il prelievo di organi o tessuti è attualmente consentito solo se i familiari aventi diritto (nell’ordine: coniuge, convivente, figli maggiorenni, genitori) non si oppongono alla donazione.
Il trapianto e la donazione sono scelte altamente delicate e personali ed è comprensibile avere paure o incertezze. Per questa ragione è fondamentale affrontare questo tema informandosi da fonti attendibili, come il Ministero della Salute, il Centro Nazionale Trapianti, o l‘AIDO. Discutere in famiglia la propria volontà in merito alla donazione, inoltre, aiuterà i familiari nel momento del decesso. sia per quanto riguarda la scelta, sia perchè sapere che il proprio caro ha contribuito a salvare altre vite può diventare parte di un processo di elaborazione e accettazione della perdita.
Fonti
Evento di sensibilizzazione sulla donazione di organi e tessuti – UPO incontra Novara – Relatori: Rosanna Vaschetto; Stefania Guido; Valentina Tesser; Marta Ronzani; Stefania Guido