Dopo la laurea in filosofia e alcuni anni dedicati alla ricerca politica e sociale ho iniziato a occuparmi della relazione tra cibo e cultura, indagando alcune pratiche gastronomiche italiane.
Ho collaborato con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e l’IRCrES, Istituto di ricerca sulla crescita economica sostenibile del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Dal 2014 lavoro allo sviluppo del progetto “Granai della Memoria”, insignito nel 2016 del premio internazionale Europa Nostra Awards, come miglior progetto scientifico europeo nell’ambito della patrimonializzazione della memoria.
Filone di ricerca
Scopo di questo progetto di ricerca è dimostrare che quanto più l’uomo vive nella complessità, che interpreta strumentalmente il rapporto con il cibo, più sente il bisogno di recuperare i tratti affettivi e cognitivi che il cibo della tradizione e dell’esperienza di vita porta con sé per affrontare soprattutto la longevità che la società propone come modello cui tendere. Il campo d’indagine sul quale vorrei verificare l’ipotesi di partenza è il contesto risicolo racchiuso tra le province del Nord Italia, di gran lunga il più importante d’Europa sia in termini di volume di produzione che di ricchezza e culturale.
Obiettivo finale è la ricomposizione, attraverso il racconto dei testimoni, di un cibo sostenibile e naturale, generativo di salute e portatore di stili di vita capaci di ritardare nell’individuo il manifestarsi di patologie invalidanti.