Cos’è l’ipotensione ortostatica?
L’ipotensione ortostatica è una condizione in cui la pressione arteriosa diminuisce eccessivamente quando si passa dalla posizione sdraiata alla posizione eretta. È definita come una caduta della pressione sistolica (massima) di almeno 20 mmHg o della pressione diastolica (minima) di almeno 10 mmHg.
All’assunzione della posizione eretta, a causa della forza di gravità, una quota significativa di sangue tende ad accumularsi nelle vene delle gambe e nelle vene più basse del tronco. Ciò causa una riduzione del volume di sangue che arriva al cuore e, conseguentemente, della quantità di sangue che verrà pompato nella circolazione, determinando un abbassamento transitorio della pressione. Normalmente il corpo mitiga questo calo pressorio attivando dei meccanismi di compenso. Quando questi ultimi falliscono, si può osservare una eccessiva riduzione della pressione, che può avere conseguenze cliniche anche importanti.
Quali sono i fattori di rischio dell’ipotensione ortostatica?
L’ipotensione ortostatica è più frequente in soggetti anziani, a causa di un’alterazione del sistema nervoso autonomo, quella branca del sistema nervoso che regola le nostre funzioni vitali, tra cui il controllo pressorio. Si calcola che circa un ultra65enne su 4 soffra di ipotensione ortostatica.
Un’alterazione del sistema nervoso autonomo può, inoltre, essere osservata in malattie neurodegenerative, come la malattia di Parkinson e alcune forme di demenza, così come in neuropatie; tra esse, la causa più frequente di ipotensione ortostatica è rappresentata dalla neuropatia diabetica.
Un ulteriore fattore di rischio è rappresentato dall’utilizzo di farmaci; in primo luogo farmaci antipertensivi e diuretici, ma anche antidepressivi, antidolorifici e antipsicotici. Altre possibili cause di ipotensione ortostatica sono la disidratazione o emorragie che possano intaccare il volume di sangue circolante, o malattie del cuore, come aritmie, malattie delle valvole o miocarditi, che possano alterarne la funzione di pompa.
Come si manifesta e come si diagnostica l’ipotensione ortostatica?
L’ipotensione ortostatica può essere asintomatica o sintomatica. Quando è sintomatica, i sintomi più frequenti includono vertigini, sensazione di testa vuota, nausea, debolezza, offuscamento della vista, mal di testa e male al collo, dolore toracico. Questi sintomi insorgono generalmente successivamente al passaggio posturale. In alcuni casi l’ipotensione ortostatica può inoltre essere una causa di sincope, cioè di una perdita di coscienza causata da una riduzione transitoria del flusso di sangue al cervello.
L’ipotensione ortostatica rappresenta una causa comune di ospedalizzazione negli anziani, in quanto è associata a possibili complicazioni. La più frequente complicanza è rappresentata dalle cadute che, come sappiamo, sono un’importante causa di morbidità e mortalità in questa fascia d’età. Inoltre, l’ipotensione ortostatica è associata a un rischio aumentato di eventi cardiovascolari, che condividono alcuni fattori di rischio proprio con tale condizione. Questa forma di ipotensione è stata anche associata al rischio di sviluppare decadimento cognitivo e demenza; questo, probabilmente, sia perché possono coesistere fattori di rischio comuni, sia a causa dei ripetuti episodi di riduzione della perfusione cerebrale che potrebbero favorire lo sviluppo di un danno neuronale progressivo.
Infine, i soggetti affetti da ipotensione ortostatica possono andare incontro a una significativa riduzione della loro qualità di vita.
La diagnosi di ipotensione ortostatica è clinica e prevede la misurazione della pressione arteriosa mentre il paziente si trova sdraiato e 1 e 3 minuti dopo essersi alzato in posizione eretta. Una volta definita la presenza di questa condizione sarà importante ricercare la presenza di eventuali cause sottostanti. Dal punto di vista della storia clinica del paziente è importante valutare attentamente: la terapia in atto; indagare eventuali recenti perdite di liquidi (febbre, vomito, diarrea); indagare la presenza di eventuali comorbidità come cardiopatie, tumori, diabete o storia di alcolismo; eseguire una valutazione neurologica per ricercare segni di neuropatia o di malattia neurodegenerativa.
Test addizionali potranno essere richiesti dal medico nel sospetto di specifiche cause.
Come si può gestire l’ipotensione ortostatica?
L’approccio all’ipotensione ortostatica prevede innanzitutto un’ attenta revisione della terapia farmacologica a cura del medico curante, finalizzata a valutare l’eventuale necessità di ridurre o sospendere alcuni farmaci.
È inoltre fondamentale eseguire con grande cautela i passaggi posturali. In particolare, è consigliabile evitare passaggi diretti dalla posizione supina alla posizione eretta. Quando ci si alza dal letto, si raccomanda di sedersi prima per alcuni minuti sul bordo del letto. Anche i passaggi dalla posizione seduta alla posizione eretta vanno eseguiti con cautela e tenendo in considerazione che il calo pressorio può verificarsi anche dopo alcuni minuti dal passaggio posturale. E’ pertanto utile mantenere un appoggio vicino e mettersi in condizioni di sicurezza in caso di comparsa di sintomi. Può essere utile eseguire alcuni esercizi che possono aiutare a mantenere i valori pressori, prima e subito dopo il passaggio posturale, ad esempio aprire e chiudere i pugni o muovere i piedi.
Infine, è importante mantenere un’adeguata idratazione nel corso della giornata.