Il nostro è un paese che invecchia sempre più velocemente e una delle principali sfide dei nostri tempi è comprendere i segreti di un invecchiamento in salute o invecchiamento “resiliente”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’invecchiamento sano come un processo di sviluppo e mantenimento delle abilità della persona per far fronte ai compiti della vita quotidiana, favorendo il benessere in tarda età. Studiare le determinanti di un invecchiamento sano può offrire informazioni utili per orientare gli interventi preventivi di salute pubblica e i comportamenti delle singole persone, con ricadute importanti dal punto di vista non solo sanitario, ma anche economico e sociale.

Resilienza all’invecchiamento

Ma come possiamo definire e misurare l’invecchiamento resiliente? L’invecchiamento, di per sé, è un processo biologico universale e inevitabile, caratterizzato dall’accumulo progressivo di cambiamenti che portano alla perdita di funzioni e che aumentano la probabilità di malattie e morte. Tuttavia, le modalità di invecchiare sono molto diverse e dipendono da molteplici fattori individuali e ambientali.

Invecchiare in salute può essere visto come un processo che determina un adattamento positivo all’accumulo di stress psicologici, biologici, e sociali, configurandosi quindi come un meccanismo di resilienza. Secondo una più recente definizione, la resilienza può essere infatti definita come un processo dinamico che permette di adattarsi e riguadagnare equilibrio a seguito di stressors di bassa intensità che si accumulano nel tempo. Sulla base di queste riflessioni, con il supporto di Fondazione Serpero e insieme a un team multidisciplinare afferente alla Fondazione Golgi Cenci e all’Università di Pavia composto da esperte ed esperti in ambito neuropsicologico, geriatrico, neurologico e statistico-epidemiologico, abbiamo condotto uno studio, pubblicato su The Journals of Gerontology, dove abbiamo introdotto il concetto di “fenotipo resiliente”. Questo termine si riferisce al mantenimento, in età molto avanzata (oltre gli 80 anni), di salute cognitiva e mentale, oltre che di autonomia funzionale, controllando l’esposizione nel corso dell’invecchiamento a stressors psicosociali e malattie, prendendo in considerazione anche l’infezione da COVID-19.

Fattori predisponenti la resilienza

Nello studio ci siamo chiesti quali fossero i fattori individuali che favorivano un invecchiamento resiliente, considerando le caratteristiche fisiche, psicologiche e cognitive. Abbiamo analizzato i dati di 404 ultraottantenni (età 84-87 anni), che si erano sottoposti a una valutazione multidimensionale nel 2022, nell’ambito dello studio longitudinale di popolazione “Invecchiamento Cerebrale di Abbiategrasso” (InveCe.Ab). Tra questi, 153 sono risultati resilienti all’invecchiamento ( 38%).

Abbiamo considerato 20 diverse misure di fattori potenzialmente predisponenti la resilienza che, tramite specifiche tecniche statistiche, abbiamo raggruppato in sei aree omogenee. Tra queste, tre macro-fattori si sono rivelati determinanti del “fenotipo resiliente”:

  • Riserva cognitiva: comprende fattori come la condizione socio-culturale nei primi anni di vita, la scolarità, il livello occupazionale e l’intelligenza.
  • Stile di vita attuale: include l’attività fisica e ricreativa, i contatti sociali, l’aderenza alla dieta mediterranea e la velocità nel cammino.
  • Riserva affettiva: definita dalla capacità di adattamento psicologico alle avversità, la fiducia nelle relazioni significative e una personalità estroversa.

Sebbene la riserva cognitiva e lo stile di vita attuale siano da tempo riconosciuti come fattori importanti per il buon esito della salute negli anziani, è sorprendente che anche la riserva affettiva abbia mostrato un effetto comparabile, considerato che questo aspetto è stato finora oggetto di molti meno studi.

Invecchiare in salute è possibile

Questa ricerca trasmette messaggi importanti per promuovere la salute a ogni età, che possiamo così riassumere:

  • Iniziare presto: è importante investire tempo e risorse nell’educazione sia cognitiva che affettiva di bambini e ragazzi, così da fornire riserve protettive importanti in ogni fase di vita.
  • Si è sempre in tempo: non esiste un’età in cui i giochi sono fatti. È essenziale mantenere uno stile di vita attivo e sano, che comprenda sufficiente attività fisica e ricreativa, una buona rete di relazioni sociali e una dieta equilibrata, come quella mediterranea, ricca di alimenti vegetali, pesce e povera di zuccheri e carni.
  • Non serve vivere in una bolla protettiva: è fondamentale sviluppare e mantenere la capacità intellettuale ed emotiva per affrontare le sfide della vita e lo stress, anche e soprattutto in età avanzata.

 

Bibliografia

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