Uso dei farmaci negli anziani: le raccomandazioni dei geriatri

L’assunzione di cinque o più farmaci, frequente negli anziani affetti da più patologie croniche, non è una condizione priva di rischi: è stato dimostrato che spesso gli effetti negativi del poli-trattamento superano i vantaggi apportati dalle singole terapie, poiché le interazioni fra diversi principi attivi, unite agli errori di assunzione, possono provocare eventi avversi anche gravi, aumentando il rischio di ricoveri e di mortalità. D’altro canto, sempre più studi confermano l’utilità di ridurre o sospendere quei farmaci che, dopo attenta valutazione, si rivelano inappropriati per quel determinato paziente.

Per migliorare l’adeguatezza prescrittiva nell’uso dei farmaci, a dicembre 2021 la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) ha presentato le Linee Guida inter-societarie per la gestione della multi-morbilità e poli-farmacoterapia, sviluppate in collaborazione con la Società italiana di Medicina Generale (SIMG), la Società italiana di Medicina Interna (SIMI), la Società italiana di Geriatria Ospedale e Territorio (SIGOT), la Società Italiana di Farmacologia (SIF) e la Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (FADOI). 

Nel documento vengono elencate 13 raccomandazioni focalizzate sulla necessità di una periodica revisione della terapia e sulla deprescrizione. In molti casi, infatti, il trattamento farmacologico diventa una sorta di rituale che, una volta intrapreso, viene mantenuto per anni senza mai chiedersi se sia ancora necessario e opportuno.

Secondo gli autori il regime farmacologico andrebbe rivalutato nel suo complesso almeno una volta l’anno e ogni volta che vi siano variazioni delle condizioni cliniche, condividendo con il paziente il nuovo schema terapeutico, al fine di semplificare e ottimizzare il più possibile la terapia. 

Le raccomandazioni, riguardanti sia gli anziani ospedalizzati sia coloro che vivono al domicilio, invitano gli operatori sanitari all’adozione di strategie ben precise, ad esempio:

  • deprescrizione degli inibitori di pompa protonica e delle statine nei grandi anziani
  • utilizzo della vitamina D solo per i pazienti con osteoporosi o a rischio di fratture
  • impiego dell’indice di fragilità per la valutazione di ciascun anziano
  • personalizzazione dei percorsi di cura
  • valutazione multidimensionale del paziente, con un approccio multidisciplinare
  • follow-up regolare
  • interventi di educazione al paziente e ai caregiver.

Sul sito della SIGG è disponibile il documento integrale.


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