Carenza di ferro negli anziani nei pazienti con scompenso cardiaco
Il ferro è un elemento fondamentale, non solo per la sintesi dell’emoglobina ma anche per la produzione di altre proteine cruciali per il nostro organismo; il suo ruolo non si esaurisce pertanto nell’ambito dell’emopoiesi, avendo funzioni molto più ampie nella fisiologia umana. Conseguentemente, una sua carenza può avere effetti che vanno al di là del solo sviluppo di anemia.
Negli ultimi anni diversi studi hanno dimostrato, per esempio, che una carenza di ferro (carenza marziale) ha un effetto negativo in pazienti affetti da scompenso cardiaco, anche quando non sia di tale entità da determinare una anemia clinicamente manifesta. Un recente trial clinico (AFFIRM-AHF) randomizzato e controllato con placebo, pubblicato su The Lancet nel 2020, ha valutato l’effetto di una supplementazione marziale endovenosa in soggetti sideropenici, ospedalizzati per scompenso cardiaco.
Nello studio sono stati inclusi 1110 pazienti randomizzati a ricevere placebo o un trattamento a base di carbossimaltosio ferrico ev. Di questi solo circa la metà aveva una anemia clinicamente manifesta. La supplementazione marziale si è dimostrata efficace nel ridurre il rischio di ri-ospedalizzazione dei pazienti per scompenso cardiaco; viceversa il trattamento non si è mostrato efficace nel ridurre la mortalità cardiovascolare. Il profilo di sicurezza è stato comparabile tra i due gruppi.
Sulla base dei risultati del presente studio, è consigliabile che pazienti affetti da scompenso cardiaco e contestuale sideropenia vengano considerati per una eventuale supplementazione marziale ev che, per quanto non impatti significativamente sulla mortalità cardiovascolare, si è dimostrata efficace nel ridurre le recidive di scompenso cardiaco.
A cura di Mattia Bellan
Fonte
Ponikowski, P. et al. Ferric carboxymaltose for iron deficiency at discharge after acute heart failure: a multicentre, double-blind, randomised, controlled trial. Lancet https://doi.org/10.1016/S0140-6736(20)32339-4 (2020)