All’interno de “Il vecchio e il mare” si concentrano molti dei temi intorno ai quali è ruotata la narrativa di Ernest Hemingway, primo tra tutti, la tenacia e capacità di resistenza fisica e spirituale dell’animo umano che, nell’ultimo romanzo pubblicato in vita dall’autore, fa i conti con l’inesorabilità del tempo che passa, o, meglio, che è passato.
Quello de “Il vecchio e il mare”, infatti, è un vecchio ormai stanco e appesantito da una vita passata sui pescherecci, una vita piena e, tutto sommato, soddisfacente. Una vita che torna tutte le notti, in sogno, e che, lentamente, lo sta abbandonando.
Santiago porta sulle spalle decenni d’esperienza, di saperi sulla pesca e sul mare, e per lui parlano le cicatrici profonde che gli erano venute trattenendo con le lenze i pesci pesanti. Santiago ha pescato tutta la vita e pescando intende finirla, quello è il suo posto nel mondo. Il vecchio ama la pesca e il mare e li rispetta profondamente, il mare non è solo il suo lavoro, volente e nolente, il mare è tutta la sua vita, “pensava sempre al mare come a ‘la mar’, come lo chiamano in spagnolo quando lo amano“. Anche quando questo sembra voltargli le spalle, come dopo ottantaquattro giorni senza che un singolo pesce abboccasse al suo amo, il mare rimane al centro della sua vita, un fratello che non lo lascia mai, unico compagno di un’esistenza vissuta lontano dai solidi legami della terra ferma.
La mattina dell’ottantacinquesimo giorno, il vecchio come sempre s’imbarca sul suo peschereccio a remi, per partire verso quella che si rivelerà la battuta di pesca più emozionante e significativa della sua vita, proprio quando quest’ultima, viste le premesse, sembrava fosse giunta alle battute finali.
Il Marlin e le continue sfide della vita
A mezzogiorno un marlin di oltre cinque metri, abboccando alle sue esche, costringe Santiago a una folle lotta di sopravvivenza di quattro giorni e tre notti fino all’epico e drammatico finale.
Il grande pesce è a tutti gli effetti uno dei protagonisti del racconto, che con il procedere della lotta passa dall’essere il nemico al diventare un fedele e leale compagno di viaggio, che permette a Santiago di esprimere l’essenza dello spirito umano. Il pesce è forte, e traina la barca del vecchio pescatore in acque nuove, più azzurre e più profonde. Il pesce è tutto: è la natura, è la sfida ed è l’avventura.
Hemingway ci dice che è lo spirito che conta, guidando tutto quello che facciamo e come lo facciamo, soprattutto per chi ha tanti anni alle spalle e ha attraversato tante difficoltà. Durante i giorni di lotta, emerge come Santiago e il marlin siano due predestinati: il primo è nato per fare il pescatore, il secondo per fare il pesce, ma dal loro incontro/scontro nasce una nuova forza che cambierà per sempre entrambi, tanto che, alla fine della storia, il pesce non sarà più un bottino di pesca. La grande lezione de “Il vecchio e il mare” è forse questa, il far fronte a tutti quei grandi marlin che ogni giorno si parano davanti la vita di ciascuno, e l’imparare a trattarli come fratelli, come parti di un viaggio sì doloroso, ma un dolore indispensabile alla vita stessa, un dolore che, forse, almeno nel caso del vecchio pescatore, è dato per essere sopportato. Il tutto è descritto minuziosamente, e l’autore non si risparmia nel raccontare le grandi sofferenze a cui il vecchio fa fronte, dai grossi tagli sulle mani per colpa delle lenze strattonate dal grosso pesce, ai crampi che le immobilizzano per l’eccessiva fatica. Ma sono la dignità, il coraggio e l’ostinazione di Santiago a rendere quel dolore quasi affascinante, ed è questo continuo sopportare il peso che rende speciale la poetica di Hemingway e del romanzo. Il vecchio non è più un vecchio stanco e fragile, è un uomo orgoglioso che resiste contro il marlin più forte dell’oceano.
Un estratto
«Però lo ucciderò’ disse. ‘In tutta la sua grandezza e il suo splendore’.
Anche se è ingiusto, pensò. Ma gli farò vedere cosa sa fare un uomo e cosa sopporta un uomo.»
Scheda Libro
AUTORE: Ernest Hemingway
TITOLO: Il vecchio e il mare
EDITORE: Mondadori