Sono oltre 183 mila i tumori – benigni e maligni – che ogni anno in Italia vengono diagnosticati a persone che hanno superato i 70 anni: ciò è dovuto, in parte, all’invecchiamento generale della popolazione, e alle maggiori aspettative di vita delle persone anziane che accedono alle terapie oncologiche. Sappiamo però che un ruolo fondamentale nello sviluppo del tumore lo giocano anche un insieme complesso e interdipendente di stile di vita, condizioni ambientali e fattori genetici che riguardano la persona che si ammala.

Tra i carcinomi più difficili da trattare c’è sicuramente quello che colpisce il pancreas, la grande ghiandola situata in profondità nell’addome fra stomaco e colonna vertebrale; il cancro del pancreas fa registrare ogni anno oltre 14.000 nuovi casi, il 4% delle diagnosi di tutti i tumori, e costituisce la quarta causa di morte nelle donne e la sesta negli uomini.

Vediamo di seguito quali sono le sue caratteristiche – le cause, i sintomi e le possibili cure – tenendo sempre ben presente che l’obiettivo principale, che deve accompagnare il percorso di cura fin dall’inizio, è riuscire a garantire alla persona anziana la migliore qualità di vita possibile, nonostante la malattia, e nel pieno rispetto delle sue necessità.

A cosa serve il pancreas

La ghiandola del pancreas svolge una duplice funzione: produce enzimi che ci aiutano a digerire il cibo e i suoi componenti – proteine, grassi e zuccheri; e rilascia ormoni nel sangue, come l’insulina, fondamentale per la regolazione dei livelli di zucchero. Il 95% dei tumori del pancreas colpisce la parte che trasporta gli enzimi digestivi, e solo il 5% colpisce la porzione che rilascia gli ormoni.

Perché il tumore del pancreas è così aggressivo

Il tumore del pancreas può colpire anche chi ha meno di 60 anni, ma ha il suo picco di incidenza fra i 70 e gli 80 anni, ovvero quando l’individuo – per età e condizioni generali – si trova in una situazione oggettiva di maggiore fragilità.

Anche per questa ragione, questo tipo di tumore – rispetto ad altre forme tumorali maligne – risulta fra i più difficili da curare: solo 8 persone su 100 sono vive dopo 5 anni dalla diagnosi. Inoltre, la posizione del pancreas, che si trova dietro allo stomaco ed è circondato dalla milza, dal fegato e dall’intestino tenue, ne rende spesso difficile l’individuazione con l’ecografia.

Lo sviluppo del tumore del pancreas avviene molto lentamente – dai 10 ai 20 anni – periodo durante il quale il carcinoma non è ancora presente, ma si possono riscontrare delle lesioni cosiddette precancerose o preinvasive. Una volta giunto al suo pieno sviluppo, il tumore del pancreas cambia ritmo, e la disseminazione delle cellule cancerose può verificarsi velocemente.

Mentre cresce, il tumore del pancreas può invadere gli organi vicini, come il dotto biliare, lo stomaco, l’intestino; le cellule tumorali possono diffondersi per via linfatica e attaccare i linfonodi, o attraverso il sangue colpendo i vasi sanguigni di fegato, polmoni, ossa, e altre parti del corpo.

Quali sono le cause e i sintomi con cui si manifesta

Come per altre forme di tumore, non sono ancora del tutto note le diverse cause che provocano la malattia; conosciamo però alcuni fattori di rischio, ovvero quelle condizioni che possono favorirne lo sviluppo. Tra questi, alcuni sono legati allo stile di vita della persona, come per esempio il fumo, l’abuso di alcol, la sedentarietà e un’alimentazione scorretta, che può provocare  insulinoresistenza, diabete mellito di tipo 2 e obesità.

Anche la genetica ha un suo ruolo nello sviluppo della malattia: avere dei familiari che hanno sofferto di tumore del pancreas, del colon e della mammella può indicare la presenza di mutazioni genetiche ereditarie.

Circa i sintomi, è utile ricordare che inizialmente il tumore del pancreas, quando è ancora di piccole dimensioni, non dà alcun disturbo. Può accadere che si manifestino alcuni sintomi se il tumore ostruisce lo sbocco della via biliare nella ghiandola pancreatica – come un colorito giallo della pelle e della parte bianca dell’occhio (detta “sclera”), la perdita di peso, inappetenza e difficoltà ad alimentarsi, nausea e vomito, debolezza, un forte dolore addominale che si irradia posteriormente.

Di fronte a uno di questi sintomi, o di altri come l’improvvisa insorgenza del diabete (che può essere sia una causa che un sintomo), è bene rivolgersi al proprio medico di medicina generale che approfondirà il quadro clinico e prescriverà gli esami e gli accertamenti necessari.

Quali esami eseguire per una diagnosi corretta

Di fronte al sospetto di tumore del pancreas, il medico prescriverà diversi esami di laboratorio e strumentali per formulare una diagnosi corretta. Alcuni esami del sangue serviranno a valutare la funzionalità del fegato, come per esempio la bilirubina e la transaminasi; altri per confermare la presenza dei cosiddetti “markers neoplastici” o biomarker (tra altri, CA 19.9 e CEA), cioè molecole (soprattutto proteine) prodotte dalle cellule cancerose in quantità anomala, e dunque veri e propri campanelli d’allarme.  Altri esami radiologici – come l’ecografia dell’addome, la TAC e la risonanza magnetica (MRI) – serviranno per definire l’estensione o la diffusione del tumore ad altri organi e vasi sanguigni; per esempio, la TAC del torace può indicare l’eventuale presenza di metastasi al polmone. L’ecoendoscopia (EUS), con l’utilizzo di una sonda a ultrasuoni, è considerata la tecnica più efficace per rilevare lesioni molto piccole, e consente di eseguire una biopsia, ovvero il prelievo di una porzione di tessuto sospetto per procedere con l’esame istologico delle cellule e comprendere la natura benigna o maligna del tumore.

Le terapie oggi disponibili

Occorre premettere che spesso la terapia di questo tumore in una persona che ha superato i 70 anni di età risulta compromessa dall’insorgenza di reazioni avverse, attribuibili in parte a una ridotta funzionalità degli organi, e in parte alla combinazione con gli altri trattamenti farmacologici a cui l’anziano è generalmente sottoposto – è noto infatti che il 50% della popolazione anziana assume in media 5 farmaci al giorno, per la cura di altri disturbi e malattie di cui soffre.

Se il tumore è in uno stadio iniziale, e in posizione anatomica adeguata, può essere asportato chirurgicamente e la persona verrà poi sottoposta a un ciclo di chemioterapia. Talvolta la chemioterapia può precedere anche l’intervento, per ridurre le dimensioni del tumore e facilitarne l’asportazione – in questo caso si parla di “chemioterapia adiuvante”.

Il trattamento standard del tumore al pancreas già avanzato o con metastasi è oggi una combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina, due farmaci chemioterapici che insieme hanno dimostrato – negli studi condotti nella pratica clinica quotidiana – una minore tossicità, un profilo più elevato di tollerabilità e una maggiore sopravvivenza – ovvero una migliore qualità e durata di vita della persona.

Ci sono poi alcune terapie ormonali e a bersaglio molecolare, ma attualmente vengono utilizzate solo nel 10% delle persone colpite da questo tipo di carcinoma.

Di fronte a metastasi molto diffuse, la persona sarà seguita anche da un medico palliativista, che si preoccuperà di alleviare i sintomi e il disagio provocato sia dalla malattia che dalla chemioterapia.

Il tumore del pancreas, proprio per la sua diffusione ed elevata mortalità, rappresenta dunque una sfida per la ricerca, che oggi si concentra sull’ambiente in cui il tumore del pancreas si sviluppa, e sull’individuazione di nuovi bersagli molecolari da colpire con terapie sempre più mirate, personalizzate, e in grado di inibire la crescita tumorale e il diffondersi della malattia.

L’importanza della nutrizione

Ci sono alcune raccomandazioni generali che riguardano l’alimentazione, e che le persone colpite da questo tumore, secondo gli esperti, dovrebbero provare a seguire, sia dopo l’intervento chirurgico che durante le terapie. Fra queste, ricordiamo le seguenti:

  • Limitare al massimo il consumo di insaccati, cibi grassi e fritti, e alcol.
  • Evitare gli zuccheri raffinati.
  • Consumare frutta e verdura di stagione in abbondanza.
  • Includere i legumi, il pesce, e con moderazione le carni bianche, per mantenere un buon apporto proteico.

 

A cura di Patrizia Salvaterra

Bibliografia

 

Articoli Correlati


Iscriviti alla Newsletter

* Richiesti
Scegli la newsletter
Consenso all’utilizzo dei dati

Aging Project userà le informazioni che fornisci al solo scopo di inviarti la newsletter richiesta.

Puoi annullare l'iscrizione in qualsiasi momento cliccando sul link che trovi nel footer dell'email. Per informazioni sulla Privacy Policy clicca qui.

Cliccando su "Acconsenti", accetti anche che le tue informazioni saiano trasferite a Mailchimp per l'elaborazione. Ulteriori informazioni sulle privacy di Mailchimp qui