Proprietà e benefici del topinambur
Tubero molto particolare, a cominciare dai numerosi nomi: topinambur, carciofo di Gerusalemme, girasole del Canada, rapa tedesca, solo per citare i più utilizzati.
Dal punto di vista nutrizionale è una buona fonte di inulina, fibra solubile con azione prebiotica, importante non solo per la salute dell’intestino.
La pianta, inoltre, grazie ai suoi bei fiori gialli che in tarda estate-inizio autunno possono raggiungere i tre metri di altezza è apprezzata anche a scopo ornamentale per abbellire orti e giardini.
Come la patata, l’Helianthus tuberosus è originario del continente americano e cresce sottoterra, ma il suo sapore e il profumo ricordano il carciofo.
I due tuberi differiscono anche dal punto di vista nutrizionale: il topinambur presenta una quantità maggiore di fibre, le quali, oltre a favorire il senso di sazietà, regolano l’assorbimento intestinale dei nutrienti aiutando a mantenere nei valori di normalità la glicemia e i livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue. Inoltre, l’inulina è un prebiotico naturale, che stimola la crescita del microbiota intestinale con riduzione dei batteri nocivi e del rischio di cancro.
Secondo le recenti ricerche, il topinambur è, pertanto, un alimento prezioso che regola il metabolismo e la funzione intestinale. D’altro canto, la fermentazione delle fibre da parte della flora batterica intestinale causa la formazione di gas, per cui è bene moderarne il consumo, nonostante i tanti effetti positivi.
Un po’ meno calorico rispetto alla patata, il topinambur in Italia è coltivato in Piemonte e nell’Oltrepò Pavese e le due varietà esistenti (bianco e bordeaux) differiscono solo per il colore e la stagionalità e non per le caratteristiche organolettiche o nutritive.
E adesso tutti ai fornelli!
La ricetta della longevità: sformatini di topinambur con cruditè
Ingredienti per 4 persone
Per gli sformatini:
200 g di topinambur
50 g di carote
100 g di formaggio grattugiato
un uovo
2 cucchiai colmi di farina 00
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
Sale, pepe nero
Per il contorno:
½ cavolo cappuccio viola
1 cespo di radicchio
1 cipolla rossa
1 limone
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
Aceto balsamico q.b.
Sale
Preparazione
Pelare e lavare i topinambur e le carote. Quindi immergerli in una pentola con abbondante acqua salata fredda. Farli cuocere circa 10 minuti dal bollore, poi scolarli e frullarli.
Aggiungere l’uovo sbattuto, il formaggio grattugiato, la farina e un cucchiaio di olio. Amalgamare bene gli ingredienti e condire con un pizzico di sale e pepe se gradito.
Versare il composto all’interno di quattro piccoli stampini precedentemente oliati e infarinati. Livellare il composto e cuocere in forno preriscaldato a 180° per circa 20 minuti.
Nel frattempo preparare l’insalata.
Tagliare a metà il cavolo e affettarlo finemente eliminando la costa centrale chiara e dura. Lavarlo, asciugarlo e condirlo immediatamente con poco sale,, il succo di un limone fresco e un cucchiaio di olio per intenerire le parti più fibrose.
Lavare il radicchio più volte in acqua fresca poi asciugarlo con una centrifuga per insalate e tagliarlo a listarelle.
Sbucciare la cipolla e tagliarla a fettine sottili.
Infine, unire tutti gli ingredienti e mescolare bene con un cucchiaio di olio e aceto balsamico (se gradito).
Sfornare gli sformatini e lasciarli raffreddare.
Per impiattare eliminare gli stampini e servirli accompagnati dall’insalata.
Identikit nutrizionale
Piatto originale e semplice da realizzare.
Ricco di fibre e micronutrienti importanti per il benessere intestinale e con un’azione protettiva nei confronti di malattie come il diabete mellito, le patologie cardiovascolari e alcune tipologie di tumori.
Alleato della linea, se abbinato a una fetta di pane integrale ed a un frutto di stagione come un’arancia.
Composizione bromatologica per porzione
* VNR = Valori Nutritivi di riferimento
Fonti:
Szewczyk A, Zagaja M, Bryda J, Kosikowska U, Stępień-Pyśniak D, Winiarczyk S, Andres-Mach M. Topinambur – new possibilities for use in a supplementation diet. Ann Agric Environ Med. 2019;26(1):24-28. doi: 10.26444/aaem/102767.