È ormai noto da decenni che il fumo porti numerosi rischi per la salute non solo a livello polmonare. Infatti, il fumo di tabacco aumenta anche il rischio di avere danni al cuore (per esempio un infarto del miocardio o un ictus cerebrale) attraverso diversi meccanismi: favorisce l’accumulo di placca aterosclerotica nelle coronarie e nelle arterie in generale, aumenta l’infiammazione e aumenta i livelli di colesterolo LDL nel sangue.
Diversi studi hanno osservato che i fumatori hanno un rischio doppio di avere un evento cardiovascolare rispetto ai non fumatori. Ma come varia questo rischio dopo che una persona smette di fumare? Il rischio di avere malattie cardiovascolari ritorna “nella norma” e allo stesso livello di chi non ha mai fumato?
Lo studio che valuta i danni del fumo
Un recente studio ha provato a rispondere a questa domanda. Ricercatori europei e coreani hanno seguito e analizzato i dati di ben 5 milioni e 300 mila partecipanti, dal 2006 al 2019, e hanno suddiviso i soggetti in base al consumo di sigarette.
Il consumo di sigarette si valuta tramite un indice chiamato packs year PY che si calcola con una semplice formula:
(n° sigarette al giorno x anni di fumo)/ 20
Gli studiosi hanno definito “fumatori moderati” i soggetti con un valore packs year inferiore a 8 PY e “forti fumatori” i soggetti con packs year maggiore di 8 PY.
I risultati hanno dimostrato che smettere di fumare riduce sempre il rischio di avere una malattia cardiovascolare, tuttavia ci sono delle differenze in base alla quantità di sigarette fumate in passato.
Per i fumatori moderati il beneficio è molto più evidente e rapido, tanto che dopo 5 anni dalla cessazione del fumo il rischio cardiovascolare torna agli stessi livelli di chi non ha mai fumato.
Invece per i forti fumatori il beneficio è sicuramente presente, ma sono necessari circa 25 anni prima che il rischio cardiovascolare torni ai livelli di chi non ha mai fumato. Inoltre, si è osservato che i risultati sono migliori nei soggetti che hanno fumato per breve tempo.
In conclusione, smettere di fumare è sempre un vantaggio, ma anche dopo lo stop non bisogna dimenticarsi che il rischio di avere malattie cardiovascolari rimane aumentato per un periodo di tempo più o meno lungo. È infine molto importante riferire durante le visite mediche l’abitudine al fumo, anche se ormai interrotta, così che possa essere calcolato il rischio cardiovascolare individuale.
Di seguito ti indichiamo un link mediante il quale potrai scoprire il centro anti-fumo più vicino a te, un valido aiuto per smettere di fumarre: https://smettodifumare.iss.it/it/centri-antifumo/
Fonte
Smoking Cessation and Incident Cardiovascular Disease. Jun Hwan Cho et al. JAMA 1.11.2024.