Integratori alimentari o più semplicemente “integratori”. Chi non ha sentito mai nominare questo termine e chi non ne ha mai fatto uso? Ma siamo sicuri di sapere con precisione di cosa si tratta? Sono davvero utili?

In Italia questa categoria di prodotti per la salute sta conoscendo una grande fortuna. Il mercato è in continua espansione e anche la distribuzione attraverso i negozi on-line contribuisce ad aumentare il giro di affari. Secondo il Ministero della Salute, gli integratori sono “prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta, che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico”. Questa definizione comprende dunque una vastissima gamma di prodotti che vanno dalle compresse multivitaminiche alle fibre vegetali come la crusca fino ad arrivare ad estratti vegetali o animali contenenti principi attivi anche potenti. Alcuni di questi prodotti si possono acquistare nei supermercati, altri si trovano solo nelle farmacie come farmaci da banco. Quindi l’unica caratteristica che accomuna tutti gli integratori è la loro libera vendita e la altrettanto libera autoprescrizione.

Contro le dislipidemie e antinfiammatori

Chiariti questi punti iniziali, quali sostanze possiamo quindi aggiungere alla nostra alimentazione?
Uno dei maggiori problemi della società moderna è l’alto contenuto di grassi animali della dieta, che porta a condizioni dette di dislipidemia. In questo caso, l’olio di pesce contenente acidi grassi omega 3 e 6 oppure preparati a base di fitosteroli ricavati dalla soia sono prodotti in grado di ridurre il colesterolo. Il trattamento deve però essere associato ad un regime alimentare più “mediterraneo”.

La natura ci regala poi altre sostanze preziosissime per la nostra salute. Ad esempio, la PEA (palmitoiletanolamide), l’acido alfa-lipoico e la boswellia sono principi naturali con una potente azione antiinfiammatoria e antidolorifica. Le prime due sostanze sono di origine animale e la terza è un estratto di una delle piante da cui si ricava l’incenso, la Boswellia sacra. La possibilità di sostituire, almeno in alcuni casi, i farmaci antiinfiammatori di sintesi con questi prodotti è un’opportunità grandiosa per la nostra salute, in quanto questi integratori non causano l’iperacidità gastrica tipica delle terapie antiinfiammatorie.

I probiotici

Un capitolo a parte è infine rappresentato dai probiotici detti anche, con un termine ormai superato, fermenti lattici. È ormai accertato che i batteri che vivono nel nostro intestino rappresentano un vero e proprio “organo accessorio”, il microbiota intestinale. Delle molte centinaia di specie che vivono nelle nostre anse intestinali, due sono quelle che hanno mostrato grandi potenzialità benefiche: il Lactobacillus casei e il Bifidus. Questi batteri esercitano alcune funzioni fondamentali per una vita in salute come, ad esempio, l’effetto barriera tra la mucosa intestinale e le sostanze potenzialmente nocive che possono transitare all’interno dell’intestino, quali il glutine, oppure la possibilità di digerire alcune sostanze indigeribili o ancora la capacità di rinforzare il sistema immunitario.

Ci servono davvero gli integratori?

Oggi lo stile alimentare di una larga parte di popolazione è scorretto e inoltre l’aumento del consumo di cibi preparati industrialmente impoverisce un apporto bilanciato di principi nutritivi. In questi casi è però meglio seguire una dieta ricca di frutta e verdura possibilmente di stagione e meglio ancora se provenienti da filiere corte e controllate (“kilometro zero”) piuttosto che ricorrere ai preparati multivitaminici. Teniamo presente che il vero problema del mondo occidentale è l’ipernutrizione, piuttosto che le carenze nutrizionali.

La ricerca scientifica sta compiendo enormi passi nello sviluppo di nuovi integratori e oggi possiamo disporre di prodotti che possono intervenire sulle precoci alterazioni che portano allo sviluppo di malattie degenerative legate all’invecchiamento su organi fondamentali come il cervello e il cuore o l’occhio. Questo significa che possono bloccare i primi segni dell’insorgenza di una patologia, ma quando questa è conclamata, gli integratori non possono certo sostituire i farmaci. È pertanto bene farsi consigliare da un medico che stabilirà, con la sua esperienza clinica, se è meglio utilizzare gli integratori o i farmaci.

Infine gli integratori spesso sono usati per “spegnere” i sensi di colpa e compiacere la parte pigra della personalità che tende a cercare i risultati attraverso facili scorciatoie anziché nel modificare lo stile di vita. Esempi? Esistono, spesso reperibili su internet, integratori che promettono miracoli per chi vuole perdere peso. Occorre stare attenti a questi prodotti, perché alcuni possono contenere sostanze simili all’anfetamina ed essere pubblicizzati come estratti naturali derivati dal geranio.

In conclusione, gli integratori sono utili per migliorare la nostra salute? La risposta è certamente si, ma bisogna assolutamente evitare le cure fai-da-te, l’autoprescrizione su consiglio di amici o perché lo si è letto su internet. Occorre inoltre avere ben chiaro che l’efficacia degli integratori si può manifestare lentamente e pertanto serve costanza nell’assumere tali prodotti anche per lunghi periodi.

Questo articolo è stato precedentemente pubblicato sul settimanale diocesano L’Azione di Novara.

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