L’uricemia è la concentrazione di acido urico nel sangue, che può essere misurata con un semplice prelievo.
L’acido urico deriva dalle purine, molecole che costituiscono i nostri acidi nucleici – il DNA e l’RNA – ed è un prodotto di scarto del loro metabolismo. Viene prodotto in ogni cellula in attiva proliferazione e viene poi rilasciato nella circolazione sanguigna che lo condurrà ai reni. Lì il suo destino è essere filtrato dal sangue e poi venire eliminato dal nostro corpo, disciolto nelle urine. In minima parte lo eliminiamo anche dall’intestino, attraverso le feci.
Gli acidi nucleici sono prodotti dal nostro stesso metabolismo, per cui l’alimentazione è un fattore secondario nell’influire sui livelli ematici di acido urico. Occorre comunque che la nostra dieta preveda un apporto equilibrato dei cibi che sono più ricchi di purine come fegato, pesce azzurro, carne rossa, funghi e legumi.
In una situazione di buona salute, l’uricemia rimane entro intervalli fisiologici e dipende sia da quanto acido urico viene prodotto dal metabolismo, sia da quanto i reni sono in grado di eliminarlo. Quando i suoi valori fuoriescono da questi intervalli si parla di ipouricemia (bassi livelli di acido urico nel sangue) e di iperuricemia (eccesso di acido urico nel sangue).
Le alterazioni dell’uricemia non sono in sé delle condizioni sintomatiche, ma giocano un ruolo sia come sintomi di altre condizioni che come concause di certe patologie. Il medico può richiedere di valutare l’uricemia in presenza di dolori alle articolazioni o di calcolosi renale, come anche ai pazienti in corso di chemioterapia e alle donne gravide. L’analisi richiede un semplice prelievo di sangue a digiuno.
